Cina: apriti a Cristo!
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Tutti gli occhi sono puntati sulla Cina: che lo si voglia o no, le Olimpiadi di Pechino costituiscono un avvenimento di risonanza straordinaria, anche per le grandi tensioni che le hanno accompagnate in questi ultimi anni. Impossibile trascurare il gigante asiatico che già si sta dimostrando il crocevia dei grandi flussi di sviluppo dell’umanità futura: a livello economico, energetico, politico, militare... In questo senso le Olimpiadi si caratterizzano come una scenografica ed avveniristica parata, in cui la più grande dittatura comunista del pianeta accredita la propria immagine, cercando di “far dimenticare Tiananmen”. Certo, sembrano passati secoli dalla “cortina di bambù” e dalla “politica del ping pong” con cui Nixon e Mao Zedong cercavano contatti reciproci, ma la famosa clausola, per cui la Cina si sarebbe dovuta impegnare a compiere dei passi sul piano dei diritti umani, è stata clamorosamente disattesa (si vedano per questo i documentatissimi dossier di www.asianews.it).
San Giuseppe Freinademetz: che cosa c’entra con la Cina? Nessuno lo sapeva fino a martedì 5 agosto 2008, quando Benedetto XVI, in vacanza in Val Badia, ha visitato la casa natale di questo missionario, partito per la Cina nel 1879 e diventato “cinese tra i cinesi”. La Cina è nel cuore anche del Papa, che ha recentemente dedicato una “Lettera” ai cristiani cinesi, in particolare, delicatissima situazione a causa delle persecuzioni del regime e dell’esistenza di una “chiesa patriottica”. Benedetto XVI ha parlato di san Giuseppe Freinademetz come di “un segno per il futuro della Chiesa”: “ Sappiamo che la Cina diventa sempre più importante nella vita politica, economica ed anche nella vita delle idee. E’ importante che questo grande continente si apra al Vangelo”. Papa Benedetto XVI ha così rilanciato il grande messaggio di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”. Perché, ha proseguito il Papa, “san Giuseppe Freinademetz ci mostra che la fede non è un’alienazione per nessuna cultura e nessun popolo, perché tutte le culture aspettano Cristo e non vanno distrutte, anzi, nel Signore raggiungono la loro maturità. San Giuseppe Freinademetz voleva non solo vivere e morire come un cinese, ma anche nel cielo rimanere cinese. Così si era veramente identificato con questo popolo, e con la certezza che questo popolo si aprirà alla fede di Cristo”. E’ commovente la speranza del Papa; del resto Cristo è protagonista, fattore attivo della storia, e già in queste Olimpiadi, se Egli lo vorrà, vedremo i segni della Sua potente azione di cambiamento del mondo. Egli è venuto “per noi uomini”.