“Quando avrete distrutto la Chiesa - ma questo non avverrà mai - non ci sarà più nessuno a difendervi”
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Voi siete gli uomini che in questi tempi deridono
Tutto ciò che è stato fatto di buono, trovate spiegazioni
Per soddisfare la mente razionale e illuminata.
E poi, trascurate e disprezzate il deserto.
Il deserto non è così remoto nel tropico australe,
Il deserto non è solo voltato l’angolo,
Il deserto è pressato nel treno della metropolitana
Presso di voi, il deserto è nel cuore di vostro fratello.
[Eliot, I cori della Rocca]
Sembravano tramontati gli anni bui nei quali, per poter partecipare alle manifestazioni del Primo Maggio, i cattolici dovevano sfidare le bastonate e gli sputi dei Katanga dell’ultrasinistra. Sull’onda di una superficiale critica farcita di banalità e di ignoranza, anche questo Primo Maggio 2007 ha riservato al Papa e alla Chiesa un proditorio attacco da parte di uno dei “conduttori” della manifestazione, di fronte a una vasta platea troppo facilmente complice. “L’Osservatore Romano” ha reagito in modo veemente, qualificando di “terrorismo” questa sciagurata uscita.
“Anche questo è terrorismo. È terrorismo lanciare attacchi alla Chiesa. È terrorismo alimentare furori ciechi e irrazionali contro chi parla sempre in nome dell’amore, l’amore per la vita e l’amore per l’uomo. È vile e terroristico lanciare sassi questa volta addirittura contro il Papa, sentendosi coperti dalle grida di approvazione di una folla facilmente eccitabile. Ed usando argomenti risibili, manifestando la solita sconcertante ignoranza sui temi nei quali si pretende di intervenire pur facendo tutt’altro mestiere”.
Adesso molti cercano di buttare acqua sul fuoco, invitando a “usare il buon senso” e ad “abbassare i toni”. Come qualificare però la campagna mediatica che da lungo tempo non perde occasioni per additare la Chiesa come nemica dell’umano, giungendo perfino a proporre “Leggi contra personam”, come la risoluzione che giovedì 26 aprile 2007 a Strasburgo avrebbe voluto citare addirittura per nome il Vescovo di Namur e Mons. Bagnasco, accusati ingiustamente di omofobia? Come giudicare le continue scritte omicide sui muri di varie città, i proiettili spediti per posta al Presidente della CEI e le minacce che tentano di riciclare un terrorismo che questa volta non mira più ai politici, ma ai Vescovi e al Papa?
Svelenire il clima, sicuramente, ma una volta per tutte l’esempio venga dall’alto (come ha dimostrato, voce purtroppo solitaria, il Presidente della Repubblica) e non solo con le consuete frasi di circostanza.
Ma ci sono altre considerazioni possibili sull’increscioso episodio.
In primo luogo, quello che ieri era l’antiberlusconismo, oggi è diventato l’odio contro la Chiesa. E non si dica che il motivo è l’aumentata presenza sociale della Chiesa stessa: essa non fa che difendere l’uomo contro la travolgente barbarie. Cos’altro è il “Family Day” del 12 maggio a Roma se non lungimirante preoccupazione sul futuro della nostra società? (Parafrasando Bertold Brecht si potrebbe dire: “Quando avrete distrutto la Chiesa - ma questo non avverrà mai - non ci sarà più nessuno a difendervi”). Il pregiudizio anticristiano è diventato per molti un abito alla moda, indispensabile per essere accettati dal laicismo dominante, ma anche ostacolo previo alla possibilità di incontrare la vita della Chiesa, quella vera, unica sorgente di liberazione e di pace.
Una seconda considerazione riguarda quella che l’“Osservatore Romano” definisce “la solita sconcertante ignoranza sui temi nei quali si pretende di intervenire pur facendo tutt’altro mestiere”.
Nel suo ultimo libro “Il nuovo anticristianesimo”, uscito proprio il 3 maggio in libreria, René Rémond sostiene, a proposito del “Codice da Vinci”:
“Certamente non è la prima volta che un brutto libro ha successo; ciò che sorprende è la credulità e la mancanza di cultura del pubblico, che sembra incapace di prendere le dovute distanze e di discernere tra realtà e inganno.” Quello che manca è insomma un lavoro culturale nuovo.
La nostra esperienza di questi anni invece, pur nella sua umiltà, ci ha testimoniato proprio questo: è possibile incontrarsi tra persone, anche molto diverse; è possibile confrontarsi a partire dalla propria passione umana; è possibile vivere una cultura nuova, dove il pregiudizio non sia il criterio ultimo sulla realtà. Abbiamo imparato questo da grandi maestri, e questo proponiamo a tutti perché la convivenza tra uomini sia più vera e più appassionata della verità.