Stevenson, Louis - L'isola del tesoro

Adelphi
Autore:
Pacinotti, Emanuela
Fonte:
CulturaCattolica.it

Trama
Un vecchio filibustiere bruciato dal rum, la carta dell’isola del tesoro nascosta nel bauletto da marinaio, altri pirati che vogliono impossessarsene: ecco gli elementi iniziali di questa straordinaria avventura.
E tutto quello che segue, compreso il pericoloso viaggio per mare della goletta Hispaniola,alla ricerca del tesoro, è così appassionante proprio perché ce lo racconta il giovane protagonista tredicenne Jim Hawkins. A tutte le scaramucce, al duello finale sulla nave e alla sua spericolata fuga notturna, egli dà l’immediatezza della partecipazione, animato com’è dall’incredibile coraggio dell’adolescenza.
Ma chi giganteggia con la sua personalità, a volte crudele, a volte ipocrita, è sempre la figura di John Silver, soprannominato Long John, il pirata dalla gamba di legno col suo immancabile pappagallo Flint.

Età
Seconda media

Motivazioni
Questo libro è un classico per ragazzi, fondamentale per il suo valore letterario (molto importante una buona traduzione, si consiglia quella di Adelphi), per la ricchezza di contenuto, perché è adeguato all’età rispondendo al bisogno di immedesimarsi in fatti avventurosi e fantastici, per l’esemplarità del genere “d’avventura”.
Il contenuto presenta spunti interessanti di lavoro e di riflessione sulla vita: per ognuno di noi c’è sempre un tesoro nascosto da cercare e trovare affrontando volentieri difficoltà e pericoli, prendendosi senza paura le nostre responsabilità, lottando perché il bene trionfi sulla malvagità. In tutto questo il ragazzo non è solo.
Interessante il primo capitolo in cui viene anticipata tutta la vicenda, quasi fosse un proemio.

Attività didattica

La lettura, durante l’ora di narrativa, è sempre stata svolta dall’insegnante. I ragazzi erano invitati a trovare la posizione più comoda per leggere, a volte si sono inseriti anche sottofondi musicali.
L’ideale sarebbe concentrare il più possibile la lettura entro un certo periodo, per non perdere il filo del racconto.
Ogni volta si riprendeva la vicenda dopo un breve riassunto orale fatto dai ragazzi; non si sono mai dati lavori o schede scritte perché si ritiene che per far nascere nei ragazzi un gusto per la lettura, sia inutile applicare sovrastrutture spesso risultate noiose e inutili.
L’insegnante ha preparato un scheda con parole del linguaggio marinaresco, spesso incomprensibili per noi “terraioli padani”.
Sicuramente il lavoro fatto in classe nell’ora di Antologia sul genere dell’avventura è confluito anche nella lettura di questo romanzo.