Condividi:

La vita in diretta. Appello di Alda D'Eusanio.

Fonte:
CulturaCattolica.it
"Se dovesse accadermi quello che è accaduto a Max, mamma ti prego non fare come la mamma di Max. Quella non è vita".
Ermanno lo storpio ha lasciato segni memorabili di cui ancora godiamo, la D'Eusanio, chissà?

Sono andata a rivedere “La vita indiretta” di oggi 4 novembre 2013, perché credere è bene, vedere è meglio, insegna San Tommaso. Però ho capito che ci sono persone alle quali non basta nemmeno vedere. La loro paura di vivere è più forte della verità.
I fatti: Rai uno, trasmissione di oggi LA VITA IN DIRETTA, tema: ”Uscire dal coma e vedere una luce”.
Mario della Torre, cerca di raccontare la sua esperienza di sei giorni di coma. Non è semplice spiegare a chi lo ascolta, quella felicità incredibile provata, l’aver ritrovato sua nonna, un luogo dove una luce indescrivibile, un profumo non sperimentato in vita e poi tornare alla vita quotidiana con la consapevolezza di avere fatto un’esperienza unica, difficile da condividere ma, che lascia uno sguardo differente con cui guardare il mondo.
Patrizia, cinquantaquattro anni, racconta il suo coma - un tunnel dove passano treni che lei non riesce a prendere e una luce che la riporta in vita, anche per lei vivere ora ha un sapore differente.
Laura Avalle, in coma ha visto una luce, ha sentito una voce che chiedeva: “Vuoi vivere o morire?” lei ha scelto la vita. Lei, direttore di VERO SALUTE sa benissimo come la scienza spiega quella luce, mancanza di ossigeno e zuccheri poco nutrimento che arriva al cervello, ma sa altrettanto bene cosa ha visto e quale esperienza ha vissuto, è combattuta, ma l’esperienza vince sulle spiegazioni scientifiche.
Marco Cesati Cassin presenta il libro “I guardiani della soglia”, le storie di chi rientra controvoglia nel suo corpo.
Poi c’è MAX - Massimiliano Tresoldi da Carugate, sua madre Lucrezia, suo padre Ernesto e alcuni dei molti amici della famiglia Tresoldi.
Dieci anni di coma, una grande solidarietà e una grande costanza da parte di tutti quelli che non hanno smesso di stargli accanto. Dopo dieci anni di coma, una sera, Max fa un gesto, un segno di croce, è il segnale della ripresa. Inizia un lungo cammino, faticoso e incredibile. Max che qualcuno aveva paragonato a un albero secco era invece un ragazzo prigioniero di un corpo che non rispondeva ai suoi comandi, ma un ragazzo vivo, che sentiva i commenti dei medici e di chi gli stava vicino.
In studio Alda D’Eusanio, peggio di san Tommaso.
Certo, nessuno vorrebbe dover affrontare la fatica di Max, nessuno immagina di dover superare lo scoglio del coma, ed è persino umano pensare – io non ce la farei, non avrei la forza di affrontare quella fatica –
La D’Eusanio vittima nel 2012 di un incidente, ha vissuto il coma, la fatica della convalescenza, del riprendere a vivere il quotidiano, ma evidentemente questa esperienza non l’ha resa grata alla vita. Perché non appena è terminato, il collegamento con Max Tresoldi ha preso la parola per rivolgere un appello pubblico alla madre.
“rivolgo un appello pubblico a mia madre. Se dovesse accadermi quello che è accaduto a Max, mamma ti prego non fare come la mamma di Max. Quella non è vita. (…) tornare in vita senza essere più libero, indipendente, soffrire avere quello sguardo vuoto, mi dispiace…”
I conduttori imbarazzati mandano la pubblicità, la trasmissione riprende e Lucrezia precisa che non ha riportato in vita suo figlio, suo figlio era vivo.
Max a gesti esprime il suo dissenso e sua madre cerca di limitare i movimenti della sua mano con il pollice verso esprime molto bene il suo pensiero. (Lucrezia, va bene la buona educazione, ma quando ci vuole ci vuole…) Ma che dire a una donna che rivolge un appello pubblico a sua madre come quello rivolto da Alda D’Eusanio?
Che a volte siamo così soli, da aprire la finestra e non vedere nemmeno il sole. Sentiamo il suo calore ma siamo così convinti che sia una giornata grigia e gelida che neghiamo l’evidenza.
I giornali di gossip parlano di una donna rimasta vedova, vittima di un raggiro che le ha fatto perdere molti soldi, depressa, lontana dalla ribalta televisiva, vittima di due incidenti in poco tempo, che sia stato questo groviglio di fatiche, il motivo che ha portato la D’Eusanio a fare quel accorato appello? O sia stato il desiderio di ritrovare la ribalta? Chi può dirlo, il cuore dell’uomo è un mistero. Ma la vita di Max, sta lì a dire che è spuntato il sole.
Che la vita per essere buona non deve essere necessariamente, sana e priva di fatica.
Ermanno lo storpio ha lasciato segni memorabili di cui ancora godiamo, la D'Eusanio, chissà?

Ascoltate la D'Eusanio

La «morte in diretta»

Vai a "Ultime news"