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Madri «nude su un sito porno»?

Fonte:
CulturaCattolica.it
«Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e di funzioni; ma che cosa accadrà se il sale diventa insipido?»
(Papa Benedetto XVI, Lisbona 11 maggio 2010)

«Che cosa accadrà se il sale diventa insipido?»
Accadrà quel che accade per le pietanze: se non san da nulla, non le vuole nessuno e sugli scaffali del supermercato vengono rimpiazzate. Se i cristiani, “sale della terra”, diventano insipidi, accadrà quel che sta accadendo. Non l’hanno capito i cattolici, ce lo ricorda, indirettamente, Marco Alloni, in un articolo pubblicato sul Corriere del Ticino. Riflettendo sulla “libertà di espressione”, così scrive: «Per una volta sarebbe opportuno che le tronfie ragioni della satira facessero un passo indietro, rendendosi conto che mettere Maometto in una carrozzella, non solo non fa ridere, ma equivale, per una grossa fetta del pianeta… a rappresentare le loro madri nude su un sito porno. Avrebbero piacere i libertini di Charlie Hebdo di vedere le loro madri sodomizzate sul web? Non siamo più soli sul pianeta: la globalizzazione delle merci va accompagnata a una globalizzazione delle sensibilità».
L’articolo è molto lungo, ne ho riportato solo pochi passaggi. Colpisce il fatto che nel pezzo di Alloni mai vengano citati i cattolici. Trasparenti. Bypassati. Si parla genericamente di Occidente. Mica sottintendendo le radici cristiane dell’Occidente, macché. L’Occidente «ultralibertario» e poi lui, l’Islam.
Questo accade ai cristiani insipidi. Non se ne avverte la presenza, è come non esistessero, ergo non esistono. E così, quando si parla di «globalizzazione delle sensibilità» l’unico riferimento è alla sensibilità musulmana. «Per la sensibilità religiosa del mondo islamico – scrive ancora Alloni – nulla è più lacerante del veder dileggiata la figura di Maometto o pretendere di poter usare, nei confronti dell’Islam, lo stesso disinvolto sfottò che si riserva in ambito satirico a politici e personaggi pubblici. Nemmeno il più laico e moderato dei musulmani si sognerebbe di considerare le provocazioni sferrate contro Maometto innocue o insignificanti. Anche il più moderato dei musulmani ha sobbalzato, e anche il più cosmopolita ha colto in quelle offese una denigrazione del tutto gratuita e intollerabile». Loro. E noi?
Noi, nell’articolo, non veniamo nominati nemmeno una volta. Colpa del giornalista miope, distratto o islamicamente corretto perché va di moda così? Forse. Certo queste sue riflessioni fanno riflettere.
Piacerebbe vedere, nei cristiani, di nuovo, un sussulto di dignità. Mica tanto. Mica proteste di piazza, morti e feriti, ci mancherebbe! Grazie a Dio non è questa l’educazione che abbiamo ricevuto.
Un sussulto da… figli. Lasciassimo, allora, parlare il cuore, ci accorgeremmo che le offese alla nostra religione, spacciate per “libera espressione” ed esposte nelle gallerie di arte contemporanea, premiate alle mostre del cinema, rappresentate a teatro, ci fanno provare dolore come se dileggiate fossero le nostre madri, «nude su un sito porno, sodomizzate su un sito web».
Ogni giorno, con la dolce insistenza di Chi ci ha amati per primo, Cristo si china sul niente che siamo e ci pone la stessa domanda che ha posto a Pietro. «Mi ami tu?»
Altro non chiede, ma sta aspettando risposta.




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