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Islam in fiamme e il coraggio di Benedetto XVI

Fonte:
CulturaCattolica.it

I recenti tragici fatti in Libia dove per la prima volta dal 1979 un ambasciatore USA è stato ucciso, e le successive manifestazioni anti americane e anti occidentali in molti paesi mussulmani destano preoccupazione e pongono domande.
L’attacco a Bengasi era certamente premeditato, sapendo che l’ambasciatore era lì per una visita, un attacco militare e politico ben calibrato, che ci ricorda come la minaccia del terrorismo e dell’estremismo non sia esaurita. Segnali di radicalizzazione anche in paesi fino ad oggi moderati come Tunisia ed Egitto, sono sempre più evidenti. Bisogna richiamare e sostenere le forze moderate nel loro ruolo ed evitare che le rivoluzioni si trasformino in un’islamizzazione della società. Bisogna sostenere un processo d’istituzionalizzazione dell’islam, uscito vincitore dalle elezioni, che lo porti a rispettare, in un cammino che sarà certamente lento, i valori della democrazia.
Purtroppo i tragici eventi di questi giorni hanno sfruttato l’indignazione per il video su Maometto realizzato dai soliti cretini che pensano di fare film o libri senza riflettere, scambiando la libertà di espressione con l’idea di poter offendere il sentimento religioso. Sarebbe ora di richiamare queste persone alle loro responsabilità e chiedere conto dei danni di cui sono responsabili indiretti. Sia chiaro: certamente queste esecrabili offese alle religioni, che dovrebbero indignare anche quando sono rese verso il cristianesimo, non giustificano in alcun modo la violenza a cui abbiamo assistito in questi giorni. Inoltre una violenza così diffusa è sicuramente sostenuta e organizzata da correnti musulmane per fini politici, non bisogna sottovalutare che, come evidenziato da alcuni commentatori sui giornali, esiste un disegno politico militare in Africa che va dalla Somalia alla Nigeria, si veda il neo califfato di Timbuctù creato partendo da quella Libia che si voleva liberare e dove ora invece regna lo scontro tra bande.
In questo contesto molto risalto andrebbe dato alla coraggiosa visita di Benedetto XVI in Libano, dove ha ricordato che nessuno può giustificare la violenza in nome di Dio: “la fede vissuta conduce inevitabilmente all'amore. La fede autentica non può condurre alla morte”.
Qual è la via per la pace che unisce tutte le religioni, Benedetto XVI l’ha ancora una volta indicata: “Nel disegno di Dio, ogni persona è unica e insostituibile. Essa viene al mondo in una famiglia, che è il suo primo luogo di umanizzazione, e soprattutto la prima educatrice alla pace. Per costruire la pace, la nostra attenzione deve dunque portarsi verso la famiglia, al fine di facilitare il suo compito, per sostenerla così e dunque promuovere dappertutto una cultura di vita.”

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