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“Suora” non è una parolaccia

Fonte:
CulturaCattolica.it
“…Guardo e ascolto; però che in questo è tutta / la mia forza: guardare e ascoltare”.
(U. Saba, Meditazione)

Avessi solo le orecchie, forse (ma dico forse) magari potrei apprezzare. Un click su Youtube e le note dell’Halleluja di Händel che invadono la stanza. Provo. Tengo gli occhi chiusi, ma il piacere dura – ahimé – solo pochi minuti (tre, per l’esattezza), perché da Händel – non capisco secondo quale logica (temporale no… Per genere musicale neanche…) – di colpo si passa a qualche strofa (stonata) di “Bella ciao”, inframezzata da “buf-fo-ne! buf-fo-ne! buf-fo-ne!”… “ma-fio-so! ma-fio-so! ma-fio-so!” (?) e, subito dopo, dimenticati Händel, dimenticato “o partigiano, portami via”, quasi mi si perfora il timpano con il coro da stadio “Silvio, Silvio, vaffan…”.
No, mi sono sbagliata. Anche avessi avuto solo le orecchie, il minestrone con un pizzico di Händel, due strofe di “Bella ciao”, un tot di cori da stadio, insulti e parolacce a iosa, il tutto cotto e sbrodolato in piazza del Quirinale il 12 novembre sarebbe stato ugualmente indigesto. Anche i minestroni bisogna saperli fare.
Siccome il buon Dio ha dotato la puntigliosa anche di occhi, oltre che di orecchie, ho deciso di rifare click su Youtube e di vedere bene la scena. Così: tanto per capire meglio gli ingredienti del passato (di verdure, intendo). Strumenti, spartiti, suonatori, cantanti (veri e improvvisati); e poi cellulari alzati, pronti ad immortalare il momento storico per l’immancabile “c’ero anch’io”. E bandiere, e salti, e hola stile stadio.
No, non mi sono persa niente, mi dico.
E così, con un altro click torno indietro. Torno alla pagina precedente, e cioè al sito “Resistenza Musicale permanente” indicato dal signore che ha risposto all’articolo di suor Maria Gloria Riva “Mi vergogno di essere italiana”.
L’ho detto che sono puntigliosa. Oggi, nel leggere la lettera del “componente di quel ‘patetico coro che canta l’Halleluja’” mi sono accorta di essere anche curiosa. Molto. E siccome so che sr. Maria Gloria è tanto impegnata (parentesi per il firmatario della lettera: “sr” non è l’abbreviazione di “signora”. E’ l’abbreviazione di “suora”, che non è una parolaccia. Si può dire. Chiusa parentesi)… Siccome, dicevo, so che lei è molto impegnata, ho pensato io, per pura cortesia, di seguire le indicazioni e leggere l’intervista di Carlo Moretti su Repubblica e anche di andare a visitare il sito “Resistenza Musicale permanente”, dove ho trovato (e visto) tutti i rimandi a Youtube.
“…Guardo e ascolto; però che in questo è tutta / la mia forza: guardare e ascoltare”.
Così ho fatto, e relaziono. Come una scolaretta.
Dall’intervista si evince la “storia” di questo gruppo che si definisce di “resistenza” (inutile dire a chi…), che il 13 febbraio in piazza del Popolo ha suonato il Dies Irae di Mozart alla manifestazione “Se non ora quando”; il 26 marzo alla manifestazione per l’acqua pubblica (la puntigliosa avrebbe sulla punta delle dita due cosine sull’inadeguatezza dell’aggettivo, ma lascia perdere…), il 30 marzo durante la manifestazione contro il processo breve, eccetera.
Nel corso dell’intervista, il soprano Anna De Martini, fondatrice del movimento, afferma: “L’Halleluja di Händel in piazza del Quirinale lo considero l’atto conclusivo del movimento di Resistenza Musicale permanente, perché Berlusconi non poteva governare questo Paese, e ora che si è dimesso la nostra missione può dirsi compiuta”.
La puntigliosa vorrebbe, lei, porre due-domandine-due alla pasionaria De Martini, dato che Carlo Moretti ha (…ma guarda che strano!…) sorvolato. La prima: ritiene, la signora, che gli elettori, in democrazia, possano liberamente scegliere da chi farsi governare o decide lei, insieme al suo movimento di Resistenza Musicale permanente, chi può e chi non può governare, facendosene un baffo delle regole democratiche? La seconda: non le pare riduttivo – dico per lei – pensare che la missione della sua vita sia (stata) attendere o, nella più entusiasmante delle ipotesi, accompagnare, cantando e strimpellando, le dimissioni di Berlusconi? A sentire lei, in un’intervista audio, evidentemente no, perché afferma: “Io spero che Berlusconi cadrà e mi fa felice immaginare quel momento”. E nell’articolo di Repubblica aggiunge: “Attendevamo solo il momento adatto, che è arrivato proprio mentre mi trovavo ad Amsterdam per motivi personali: così ho preso il primo aereo e sono tornata, non potevo certo perdermi il momento per cui avevamo lavorato tanto”.
Felicità da poco, cara signora, le pare? Ed ora che B. è – come dice lei – “caduto”? Basta, finito, e vissero tutti (quelli della Resistenza Musicale permanente, intendo) felici e contenti, o avete idea di suonare “contro” qualcun altro?
Mentre la lascio pensare alla prossima mission possible o impossible, intanto i suoi fans ringraziano. Un tal Giovanni per tutti. “Anche stavolta ero fuori Roma”, le scrive. “Tra l’altro per partecipare a un malinconico funerale. Cosa che mi ha impedito di partecipare dal vivo al più lieto funerale della storia repubblicana”. Che pacatezza, che musicalità, che spirito civico in queste parole… Direi… un “allegretto con brio”. Conviene? (E’ lei l’esperto!).
Insomma. Caro firmatario della lettera a sr. (che significa “suor”) Maria Gloria Riva. Io ce l’ho messa tutta (occhi e orecchie), per capire se, eseguendo diligentemente i “compiti per casa” e cioè leggendo l’articolo su Repubblica e visitando attentamente il vostro sito avrei potuto – come lei scrive – “sicuramente apprezzare chi – anche attraverso ‘altre vie’ – agisce per contribuire ad elevare (o meglio, attesi gli attuali tempi, a risollevare) il non più eccelso livello culturale, etico, solidaristico e sociale nel quale è stata fatta precipitare la nostra società”. Ce l’ho messa tutta, davvero. Però i miei occhi ancora vedono discretamente bene e le mie orecchie ancora sentono benissimo. Proprio non ce l’ho fatta, mi creda. Non mi si è elevato né risollevato nulla, anzi.
Le dirò di più. Visto che ha tutta questa dimestichezza con la musica, la conosce la storiella dei pifferi di montagna? Se permette, gliela rinfresco. Andarono per suonare e furono suonati. (Da… Händel, magari. Che, girerà anche su Youtube, ma non credo mica abbia gradito di esser finito in quel pastrocchio di minestrone scadente, cotto in piazza del Quirinale, addì 12 novembre 2011…)

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