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Allelujah per la caduta del governo?

Fonte:
CulturaCattolica.it
Un componente di quel “patetico coro che canta l’alleluja” in piazza del Quirinale scrive a proposito dell'articolo di sr. Maria Gloria Riva

Caro signor ***,
sì, ci sono state innumerevoli occasioni in cui mi sono vergognata di essere italiana, per esempio nei fatti recenti occorsi ancora a Roma che hanno coinvolto gli “indignados” o nelle varie e innumerevoli esternazioni dentro e fuori il parlamento italiano. Mi vergogno di essere italiana di fronte al modo di trattare le informazioni, mi vergogno ogniqualvolta, vedendo il telegiornale (lo ripeto: grazie a Dio raramente), mi sento trattata come un detective che deve indovinare il colpevole. Mi immedesimo nelle persone coinvolte nelle vicende tristi che hanno segnato la storia di questo nostro straordinario paese e penso a quanto possano provare vergogna.

Mi sono vergognata nei giorni dell’agonia di Eluana Englaro (come sarebbe stato utile anche in quell’occasione un canto di conforto), mi sono vergognata in passato nel corso delle questioni legate alla legge 40. Mi offende il modo dare i titoli alle autorità di qualunque colore politico, dalla “mortadella” di Prodi agli altri folcloristici appellativi dati ai capi di Stato e parlamentari. Mi offendono ancor di più i titoli e le provocazioni rivolte al Santo Padre. Trovo indecente che ogni qualvolta, per motivi professionali, si scriva nella ricerca per immagini il nome di un capo di Stato o del Santo Padre si sia costretti a vedere cose inenarrabili. Trovo sconveniente che in un momento come questo (e altri analoghi gravi momenti) in cui la crisi è generale si inneggi per le strade come dentro a uno stadio, confondendo il dramma con il gioco di contrappesi politici. Mi sembra di faticare a trovare un italiano serio, nel senso vero e profondo del termine e mi dispiace che la bellezza sia usata per scendere in piazza a fianco di persone che di serietà ne dimostrano ben poca. L’ora è grave e sarebbe meglio riempire le chiese piuttosto che le piazze, ma ognuno fa le sue scelte nella vita e non pretendo che tutti la pensino come me in fatto di priorità da seguire.

Non ho scritto solo in questa determinata occasione sulla testata di CulturaCattolica.it come su altre, evidentemente lei non segue assiduamente il sito, altrimenti lo saprebbe. Da qualche anno poi ho un sito personale dove mi esprimo sempre e solo in termini di difesa del buon senso comune e della bellezza come mezzo di edificazione delle coscienze. Non mi interessano gli schieramenti e non intendo essere confinata dentro uno schieramento alcuno. Come tutti ho le mie personali convinzioni, generate da una storia famigliare piena di sana educazione ai valori etici, morali e civili. Questi voglio difendere. Mi rallegro se la loro forma di “resistenza musicale” è scesa in piazza per sostenere i tanti colpiti dal terremoto de L’Aquila, trovo un parallelo fra la vostra scelta e la Chiesa confessante luterana che si oppose a Hitler attraverso il canto gregoriano, eppure un altro luterano Dietrich Bonhoeffer – morto a Flossenbürg impiccato dai nazisti – ai tedeschi come lui della chiesa confessante ebbe a dire: «Nessuno che non gridi a favore degli ebrei può cantare fino in fondo il canto gregoriano!»

Penso di conoscere a sufficienza la lingua italiana per dirle che non convengo sulla qualifica data al mio aggettivo patetico come: «offensivo». Patetico, infatti, significa letteralmente: «che suscita compassione e commozione o tristezza, suo sinonimo è commovente» ed è usato per esprimere imbarazzo e commiserazione, cose tutte che non sono di per sé offensive, esprimono semmai la posizione soggettiva di qualcuno di fronte a una scena che non può essere, per questo, imputato a giudizio. Ad ogni modo altri che mi hanno scritto, e che ringrazio perché hanno capito perfettamente il senso del mio intervento, mi hanno giustamente informato che gli italiani in piazza erano poche centinaia e che per estensione si potrebbe anche arrivare a poche migliaia, mi rallegro. Posso sempre considerare altri 60.000.000 di italiani dei quali potermi vantare.
La ringrazio comunque per avermi scritto, è sempre segno di franchezza d’animo. Le auguro di proseguire nel suo scopo di edificare l’Italia e risanare la cultura attraverso la bellezza della musica, in questo avete trovato – e solo in questo – un’amica e un’alleata
Sr Maria Gloria

Il giorno 15/nov/2011, alle ore 00.24 ha scritto:
Gentile Signora,
quale componente di quel “patetico coro che canta l’alleluja” in piazza del Quirinale, mi permetto trasmetterLe l’intervista contenuta nell’articolo quì riportato.
Nel rispetto di ogni opinione contraria, potrà trovarvi le finalità e le motivazioni alla base della nascita del gruppo “Resistenza Musicale Permanente” (di cui il patetico coro fa parte). Se poi avrà la pazienza di collegarsi al sito del gruppo - www.resistenzamusicale.org - potrà avere notizia anche di altre precedenti iniziative realizzate (sostegno della Costituzione Italiana, solidarietà alla popolazione terremotata de L’Aquila, contrasto alle “leggi vergogna”, ricordo-memoria dei migranti annegati nel canale di Sicilia).
Oso sperare che Ella, quale persona che scrive su una testata che fa diretto riferimento alla “cultura”, saprà sicuramente apprezzare chi - anche attraverso “altre vie” - agisce per contribuire ad elevare (o meglio, attesi gli attuali tempi, a risollevare) il non più eccelso livello culturale, etico, solidaristico e sociale nel quale è stata fatta precipitare la nostra società. E forse converrà che l’uso di quel “patetico” è un po’ offensivo; più per Lei che per noi.
Cordiali saluti.

[Lettera firmata]


P.S. Mi perdoni una domanda un po’ personale: ci sono state molte precedenti occasioni, rispetto a quella di sabato scorso 12 novembre, in cui Lei si è dovuta ancora vergognare di essere italiana ? E se si, lo ha manifestato ed illustrato in articoli pubblicati su “CulturaCattolica” od altre testate ?
Grazie per l’eventuale risposta.

Quell’Hallelujah in piazza del Quirinale “Traguardo di un percorso di resistenza” (Carlo Moretti su Repubblica)


P.S.: non solo condivido le osservazioni e le riflessioni di sr Maria Gloria Riva, ma aggiungo che, anche in questo caso, emerge la «strana anomalia» di quanto accaduto in questi giorni. Come al solito non si è poi capito quali e quanti siano stati i «contestatori», perché – a seconda delle occasioni – o sono poche centinaia, o l’espressione corale di un popolo. Tanti o pochi, le notizie che ne sono state date fanno emergere il modo comune, oramai, di dare le informazioni. Forse, più che di un popolo, si è trattato di pedine per dare forza e forma ad un proprio progetto politico. Come, in fondo, è accaduto con il Presidente del Consiglio che, avendo vinto le elezioni, è stato messo fuori combattimento da chi, non avendo ottenuto la maggioranza nelle elezioni, ora si sente in diritto di governare. Sarà un caso di «appropriazione indebita»?

Don Gabriele Mangiarotti

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