Lettera aperta a Francesco Diani
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Questo lo può fare solo un osservatore attento e soprattutto preoccupato di valorizzare la missione che si muove. Non so chi abbia le energie o l’ottica per fare questo, che è un lavoro molto più informale, nasce da rapporti vivi un po’ come succede a noi quando incontriamo persone e centri culturali, opere e dinamismi reali. Se però non si fa questo, si rimane ingessati.

Avendo partecipato, anni fa, ad un convegno della CEI sulla comunicazione (erano i primi anni di internet e mi sentivo come un pioniere, avendo cominciato la mia presenza in rete nel 1995), avevo avuto modo di essere segnalato sul sito della CEI tra i vari links indicati. Mi era parsa una bella iniziativa, segno di apertura e di possibilità di lavoro. Erano gli anni in cui si discuteva sull’essere cattolico in rete, ci si chiedeva quale fosse la garanzia di cattolicità di un sito… Ricordo di avere sostenuto che, per la specifica caratteristica di internet (in particolare il fatto che non fosse carta stampata, e che quindi si potesse aggiornare e modificare continuamente) il criterio di riconoscimento non poteva essere una sorta di «bollino di qualità», ma andasse ricercato in qualcosa di più pertinente allo strumento stesso.
La cattolicità di un sito – ritengo – significa coerenza con il magistero, con la Chiesa di oggi e di sempre, ed è una caratteristica «dinamica», da riconoscere e verificare continuamente. È un aspetto che viene riconosciuto in azione, non può essere garantito stabilmente. È capitato infatti di incontrare siti che esprimevano posizioni difformi, quando non esplicitamente in contrasto con l’insegnamento della Chiesa cattolica (ricordo in particolare – rispetto all’ultimo Referendum sull’acqua – come si sia presentato come cattolico, e questo anche da parte di espressioni ufficiali o ufficiose dell’establishment cattolico, un pensiero che per giustificarsi ometteva affermazioni esplicite del Magistero. Per chi volesse verificare rimando al mio Editoriale su CulturaCattolica.it [«Dio non c’è». Parola di Dio]).
Ho partecipato all’importante convegno «Testimoni digitali» e mi è sembrato un inizio, interessante, ma bisognoso di ulteriore approfondimento.
Ritorno alla questione di partenza. Ho avuto la curiosità di verificare se il sito CulturaCattolica.it fosse ancora riportato tra i links della CEI, e quale è stata la mia sorpresa nel notare che non era più presente (e che non mi fosse mai stato detto nulla in proposito). Siccome si trova la funzione «Segnala il tuo sito» ho provato a suggerire di mettere il mio sito tra quelli indicati.
Ho ricevuto a firma della CEI, ma dalla mail di Francesco Diani, il fondatore, tra gli altri, del sito «Siti cattolici» questa risposta: «Gentile navigatore, la ringraziamo per la sua attenzione.
Purtroppo non possiamo procedere con l'inserimento del sito da Lei segnalato in
Teniamo a precisarle infatti che per la nostra banca dati vengono selezionati i siti che presentano caratteristiche e contenuti di tipo istituzionale. Con cio' ci si intende riferire alle diocesi, ai servizi pastorali diocesani ed alle parrocchie. Sono inoltre considerati tali anche gli ordini e le congregazioni religiose, le associazioni e movimenti ecclesiali pur se limitatamente ai siti ufficiali nazionali.
Di conseguenza, ritenendo comunque importante la presenza del suo sito in rete, le consigliamo di effettuare la sua segnalazione nei vari motori di siti cattolici piu' generalisti.
Le ricordiamo, infine, che e' online il sito dell'Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani, www.webcattolici.it. La preghiamo di prendere visione della proposta ed eventualmente aderire.
Grazie per la collaborazione
Lo staff di chiesacattolica.it».
Certo non intendo contestare la libertà di chi gestisce un sito. Anch’io metto i links a quelli che voglio, senza che nessuno possa sindacare nel merito. Mi chiedo però se non sarebbe bello, in continuità col magistero di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, allargare gli orizzonti e riconoscere che «lo Spirito soffia dove vuole» e che compito della Autorità è riconoscere e valorizzare i carismi, promuovendo anche la loro diffusione. Così l’opera meritoria di un pioniere di internet (mi riferisco a Francesco Diani) non sarebbe un freno a quanto si muove nel mondo di internet, ma una valorizzazione capace di suggerire a tutti un modo nuovo di presenza cristiana. E questo si può realizzare molto meglio che con la partecipazione ad una Associazione, sia pure di ispirazione cattolica. Dalla Chiesa mi aspetto di essere corretto e valorizzato, non di essere indirizzato ad esperti, di qualunque natura poi siano. Lavoro da tempo in internet e mi aspetto spinta o sostegno non dai motori di ricerca, ancorché cattolici, ma dal lavoro serio e documentato (che da anni svolgo) e dalla capacità di rapporto con chi incontro in rete. Del resto ritengo che se il «virtuale» non si coniuga con il «reale» sarà impossibile una presenza cristiana in rete. E sono consapevole che questo impegno nella vita e nella difesa della Chiesa (che ci ha portato ad un serio lavoro a sostegno giuridico degli insegnanti di religione cattolica e al continuo tentativo di qualificare in senso cattolico la loro professione) sia il compito urgente della «nuova evangelizzazione» che sta tanto a cuore a chi guida oggi la Chiesa.
Mi auguro che su questo sia possibile incontrarsi e rispondere alla sfida della nuova evangelizzazione a cui tanto ci richiama la Chiesa.
don Gabriele Mangiarotti (responsabile del sito CulturaCattolica.it)