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Missione nel Cyberspazio

Fonte:
CulturaCattolica.it
Volti e... stupore!

Una volta dicevano: «Roma locuta. Causa finita». E certo questo può valere anche per il testo dell’intervento di Benedetto XVI al convegno “Testimoni Digitali. Volti e linguaggi nell’era crossmediale”, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Leggendolo ci si accorge del grande slancio che dà alla presenza dei cattolici nel mondo della comunicazione, in particolare nei confronti dei nuovi media. E di questo non possiamo che essere grati, e fare del suo messaggio uno strumento di lavoro.
Avevamo atteso il suo intervento (che riportiamo nel commento di don Gino Oliosi), ed ora ne vogliamo raccogliere l’insegnamento, almeno alcune linee che ci stanno provocando intensamente.
È vero, tanti sono i pericoli: non è la prima volta che siamo messi in guardia dalla cosiddetta «dittatura del relativismo», che sembra voler diventare padrona di questo mondo della comunicazione. Così dice sinteticamente il Papa: «Si assiste… a un “inquinamento dello spirito, quello che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia…”» (Discorso in Piazza di Spagna, 8 Dicembre 2009). E questo apre alla grande domanda, che sentiamo totalmente nostra: «Questo Convegno… punta… a riconoscere i volti, quindi a superare quelle dinamiche collettive che possono farci smarrire la percezione della profondità delle persone e appiattirci sulla loro superficie: quando ciò accade, esse restano corpi senz’anima, oggetti di scambio e di consumo. Come è possibile, oggi, tornare ai volti?»

Facendo il sito CulturaCattolica.it abbiamo sempre sottolineato che la rete è una rete di rapporti, e che se non si passa dal virtuale al reale si rischia di buttare via il tempo. Da quando sono presente in internet (cioè dal 1995, uno dei primi) ho sempre sottolineato questa caratteristica del lavoro di comunicazione, e gli incontri sono sempre stati la nostra caratteristica, al punto che – volendo raccontarli tutti – non si finirebbe più. Incontri, cioè volti. Ma questo vuol dire che il sito è uno strumento di uomini vivi. «La gente che vive si incontra» ho imparato già da giovane, e uno dei libri che è nato proprio da questi incontri (scritto da suor Maria Gloria Riva e da Fabio Cavallari, con la prefazione di Magdi Allam – prima della sua conversione al cristianesimo) ha proprio come titolo «Volti e stupore». È vero ciò che richiama il Papa: bisogna ritornare ai volti, ed è un altro modo per ritornare alla bellezza. Ogni sito può e deve essere strumento di questo, altrimenti è tempo perso, e non ha nulla di «cattolico», di universalmente valido. Potrà solo essere autoreferenziale o strumento di auto occupazione. Roba da buttare, insomma.

Vorrei solo fare un’altra semplice osservazione: il Papa ha ringraziato per «la fedele adesione a Pietro di tutti i cattolici di questa amata Nazione e la stima di tanti uomini e donne animati dal desiderio di cercare la verità». Credo che questo debba essere l’orizzonte di una seria presenza cattolica in internet: agire insieme per la difesa della presenza della Chiesa (in nesso organico col Pastore supremo) nella società, dando ragione di tutto (san Pietro direbbe «della speranza che è in noi», san Paolo chiederebbe di «esaminare ogni cosa, trattenendo ciò che vale»). Ai tempi del referendum sulla legge 40 il nostro apporto, di cattolici in rete, è stato decisivo. Era chiaro l’obiettivo, decisi i rapporti, unico l’impegno. Chissà se la nostra presenza, che sa parlare al cuore dell’uomo (di Gesù si diceva appunto che «sa che cosa c’è nel cuore dell’uomo», e della Chiesa Paolo VI diceva che è «esperta in umanità») saprà rispondere al compito e alla fiducia che il Santo Padre ci ha manifestato!
Sicuramente bisogna che tutti coloro che lavorano nel vasto mondo di internet sappiano vivere la loro appartenenza alla Chiesa con quella fede che, se non diventa cultura, «è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta».

Col sito CulturaCattolica.it noi ci stiamo. E voi?

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