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«Dio non c’è». Parola di Dio

Fonte:
CulturaCattolica.it

Ho seguito con attenzione la campagna a favore dei referendum, in particolare quello sull’acqua. Ho scoperto un nuovo principio esegetico, che si può sintetizzare così: «Prendi da un testo quello che ti piace. Citalo omettendo tutto il resto». Con questo principio si può anche fare dire alla Bibbia che «Dio non c’è» (Basta omettere la prima parte: «Dice lo stolto in cuor suo»).
Così si è potuto fare credere che tutta la Chiesa, in tutti i suoi documenti, è a favore del «Sì» al referendum sull’acqua. Ed è bastato citare il n. 485 del Compendio della Dottrina Sociale Cattolica, omettendo alcune poche parole che avrebbero dato un altro senso alla affermazione. Per averne una prova mettete il testo del Compendio in un motore di ricerca e vi sfido a trovare, nei risultati, la citazione completa. Non vi riporto tutti i risultati, sembrano tutti una velina del Minculpop. Per non scomodare 1984 di Orwell.

Ora mi chiedo: sarà pure abitudine dei giornalisti usare del loro strumento per «orientare» il pensiero dei lettori. Lo potranno fare i politici (sembra a volte purtroppo il loro mestiere). Ma che lo facciano alcuni vescovi, i loro delegati e molte associazioni cattoliche, beh, a me questo pare un insulto a quello che diceva Gesù: «La verità vi farà liberi».

Non so come andrà a finire il referendum, certo che, se per vincere ha usato questi mezzi, c’è da preoccuparsi.
Per altre considerazioni, rimando all’articolo dei fratelli Tanduo, pubblicato qui sul sito.

P.S.: Quell'acqua «non privatizzata», non sarebbe stato meglio darla ad Eluana, per non farla morire in quel modo?

Tabella comparativa: il testo completo del Compendio e il testo «mutilato», nella frase che ne cambia il significato.

Tabella comparativa
Il testo completo del Compendio Il testo «mutilato»
485 L'acqua, per la sua stessa natura, non può essere trattata come una mera merce tra le altre e il suo uso deve essere razionale e solidale. La sua distribuzione rientra, tradizionalmente, fra le responsabilità di enti pubblici, perché l'acqua è stata sempre considerata come un bene pubblico, caratteristica che va mantenuta qualora la gestione venga affidata al settore privato. Il diritto all'acqua,1011 come tutti i diritti dell'uomo, si basa sulla dignità umana, e non su valutazioni di tipo meramente quantitativo, che considerano l'acqua solo come un bene economico. Senza acqua la vita è minacciata. Dunque, il diritto all'acqua è un diritto universale e inalienabile.“L’acqua, per la sua stessa natura, non può essere trattata come una mera merce tra le altre e il suo uso deve essere razionale e solidale. La sua distribuzione rientra, tradizionalmente, fra le responsabilità di enti pubblici, perché l’acqua è stata sempre considerata come un bene pubblico… Il diritto all’acqua, come tutti i diritti dell’uomo, si basa sulla dignità umana, e non su valutazioni di tipo meramente quantitativo, che considerano l’acqua solo come un bene economico. Senza acqua la vita è minacciata. Dunque, il diritto all’acqua è un diritto universale e inalienabile” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 485). [Sac. Giovanni Massaro, Vicario Generale - Diocesi Andria]
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