Uomini o disertori nel crollo delle evidenze
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Nel ricordo del referendum sull’aborto e sulla sconfitta clamorosa che il fronte abrogazionista aveva subito, qualche tempo fa in un incontro al Meeting di Rimini Borghesi aveva affermato: «Ricordiamoci che il 1981 è l’anno del referendum sull’aborto, della legge sull’aborto in Italia, ed era facile cedere, da parte dei cattolici, a una tentazione reattiva, di opposizione pura e semplice alla cultura dominante.
Il Sabato, il famoso settimanale, intitolò: “Si riparte da 33” [NdA don Giussani disse «da 32»], che era la percentuale di coloro che avevano votato contro la legge sull’aborto. E ricordo bene che don Giussani disse: “No, si riparte da Uno”, che era tutta un’altra prospettiva. E uno era scritto con la lettera maiuscola. In quel periodo disse letteralmente: “Come sarebbe bello essere in dodici in tutto il mondo”»
Oggi, dopo l’approvazione al Senato della disgustosa e incivile legge cosiddetta Cirinnà (o forse meglio Alfano-Renzi-Verdini), siamo di fronte a quelle straordinarie parole di Don Giussani con una maggiore amarezza. Sì, perché è diverso guardare una sconfitta dopo avere impegnato tutte le forze nella battaglia piuttosto che l’osservarla dai nascondigli di coloro che non hanno voluto impegnarsi affatto per difendere il sacrosanto diritto di formare una famiglia secondo la natura umana.
Crollo delle evidenze c’è stato, davvero. Di più, abbiamo assistito all’evidenza di un crollo. Quale crollo? Il crollo della coscienza che ai cristiani è dato un compito e una responsabilità cui non possono venire meno.
Abbiamo visto l’evidenza di un crollo, davvero. La consapevolezza che la Chiesa è Madre e maestra e che non può rinunciare al compito educativo è crollata.
Abbiamo visto l’evidenza di un crollo, davvero. L’evidenza che «Non resistere all’errore è approvarlo, non difendere la verità è ucciderla. Chiunque manca di opporsi ad una prevaricazione manifesta può essere considerato un complice occulto» [Papa Felice III, citato da Leone XIII nella sua lettera ai Vescovi italiani 08/12/1892] è crollata.
Abbiamo visto l’evidenza di un crollo, davvero. Ci è stato fatto credere che il motivo per muoversi doveva essere la certezza della vittoria, e che ora non è più il momento delle prese di posizione pubbliche, che sarebbero divisive e controproducenti.
Abbiamo visto l’evidenza di un crollo, davvero. Si è dimenticato quello che ha ricordato il Card. Scola a CL: «La testimonianza dei cristiani parte sempre dal soggetto che per grazia ha incontrato Gesù Cristo ed ha, per sua natura, una valenza personale, comunitaria e sociale… [La testimonianza] non si riduce al necessario buon esempio, ma tende alla conoscenza adeguata della realtà che, per questo, al di là di tutti i limiti del testimone, contribuisce a comunicare la verità.»
Per chi ha perseverato si è compiuta la profezia di Chesterton:
La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. […] Noi saremo tra quanti hanno visto (l’evidenza di un crollo) eppure hanno creduto”.
Avremo modo di approfondire tutto questo. Del resto con CulturaCattolica.it non ci siamo tirati indietro. Possiamo avere sbagliato, ma non siamo fuggiti di fronte al compito, né ci siamo ritagliati uno spazio di tranquillità (abbiamo sempre in mente il richiamo dell’impegno «quando la casa brucia» come ha sempre detto il don Giuss). E il compito di ripartire da Uno, così come l’abbiamo incontrato e come la Chiesa ci ricorda con il costante insegnamento della dottrina sociale.
Chissà, forse ripartire da quanto don Giussani ha detto ai politici ad Assago può non essere una cattiva idea.
Al lavoro, dunque. Noi non vogliamo disertare, ben consci di ciò che ci attende:
Non dico nulla per il tuo conforto,
e neppure per il tuo desiderio, dico solo:
il cielo si fa già più scuro
ed il mare si fa sempre più grosso.
La notte sarà tre volte più buia su di te
e il cielo diventerà un manto d’acciaio.
Sai provar gioia senza un motivo,
dimmi, hai fede senza una speranza?”
[La Madre di Dio a re Alfred ne “La ballata del cavallo bianco” di G.K. Chesterton)