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«Etsi omnes, ego non» Seppur tutti, io no

Autore:
Mondinelli, Andrea
Fonte:
CulturaCattolica.it

Nell’ultima scuola di comunità del 17-02-16 (http://it.clonline.org/detail.asp?c=1&p=0&id=2087), Carrón fa un interessante intervento:

In queste settimane uno dei testi più citati nelle discussioni sono state le Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali della Congregazione per la Dottrina della fede, del 2003, che afferma: «In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell’equiparazione legale delle medesime al matrimonio», occorre opporsi. Come vedete, distingue le due cose condannandole entrambe: le unioni civili e l’equiparazione al matrimonio. Nel 2007 ci fu la discussione sui DICO, che tutti ricordate, e all’epoca tutta la Chiesa italiana era contraria alle unioni civili. Adesso siamo nel 2016 e quasi tutti accetterebbero le unioni civili omosessuali, purché staccate dall’adozione e non equiparate al matrimonio. È perché la Chiesa italiana è diventata all’improvviso relativista o perché oggi le leggi civili, per assicurare la convivenza, hanno bisogno di dare spazio e riconoscimento a persone che la pensano diversamente dalla morale naturale o cattolica?


E aggiunge:

Allora, amici, dobbiamo darci il tempo per renderci conto di ciò che sta succedendo. È un cambiamento talmente epocale che, se noi non ci aiutiamo a capirlo, facilitiamo lo scatenarsi di discussioni inconcludenti invece che un dialogo che ci consenta di ritrovare il nostro posto, il nostro compito.


Visto che non vogliamo scatenare «discussioni inconcludenti», ci pare necessario chiarire quelle che per noi sono le questioni in gioco.

Carrón riconosce che l’insegnamento magisteriale è chiaro e distinto, poi afferma che nel 2007 tutta la Chiesa italiana era contraria alle unioni civili. Infine, dice che oggi tutti accetterebbero le unioni civili omosessuali, purché staccate dall’adozione e non equiparate al matrimonio. Prendiamole per buone, anche se sarebbero tutte da dimostrare. In pratica, Carrón sta dicendo che in meno di 10 anni tutta la Chiesa ha rigettato l’insegnamento magisteriale delle “Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali”, il cui fondamento si condensa nell’affermazione secondo la quale “ogni legge posta dagli uomini in tanto ha ragione di legge in quando è conforme alla legge morale naturale” (questo è l’esplicito titolo della parte III delle Considerazioni ed è pure chiaro riferimento alla Somma Teologica di San Tommaso, citata sia nell’Evangelium vitae n. 72, sia nella Pacem in Terris n. 29). In sostanza, rigettando le conclusioni delle Considerazioni, si rigetta la base su cui poggiano: la legge morale naturale, di conseguenza si rifiuta l’insegnamento dell’enciclica Veritatis splendor (1993) di San Giovanni Paolo II. La domanda retorica di Carrón, che riguarda la morale naturale, chiaramente sancisce l’abbandono della sana dottrina:

«Non si tratta più di contestazioni parziali e occasionali, ma di una messa in discussione globale e sistematica del patrimonio morale, basata su determinate concezioni antropologiche ed etiche. (…) si respinge la dottrina tradizionale sulla legge naturale, sull'universalità e sulla permanente validità dei suoi precetti»



Ne prendiamo atto dolorosamente, ma se è così come dice Carrón, allora ribaltiamo la risposta alla domande retorica: la Chiesa italiana è diventata relativista, ma né all’improvviso né inaspettatamente. San Giovanni Paolo II sempre in VS afferma, citando San Paolo:

«Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole»



Come non ricordare il beato Paolo VI:

«C'è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: "Quando il Figlio dell'Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra?". Capita che escano dei libri in cui la fede è in ritirata su punti importanti, che gli episcopati tacciano, che non si trovino strani questi libri.
«Questo, secondo me, è strano. […] Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all'interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all'interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia». (A Jean Guitton 8 settembre 1977)



In perfetta linea con l’insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica:

675 Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il « mistero di iniquità » sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.


A sentire Carrón, sembra proprio che i giorni della prova finale siano molto, molto vicini…

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