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“Non conformatevi a questo mondo”

Fonte:
CulturaCattolica.it

Ci sono dei segni che confortano nel cammino e che in qualche modo fanno capire che – pur con tutte le fragilità – si è sulla strada giusta, che per noi è quella della Chiesa cattolica.

  • Abbiamo sostenuto Shahbaz Bhatti come uomo dell’anno 2011, e quale è stata la sorpresa nell’ascoltare il Papa che il 9 gennaio 2012 ha ricordato al Corpo Diplomatico la sua luminosa figura [«Non posso evocare questo tema (della persecuzione dei cristiani N.d.C.) senza anzitutto salutare la memoria del ministro pachistano Shahbaz Bhatti, la cui infaticabile lotta per i diritti delle minoranze si è conclusa con una morte tragica»].
  • Abbiamo condotto una seria battaglia culturale (ferma e composta, come auspicato dallo stesso Pontefice in una lettera della Segreteria di Stato) sulla vicenda di Castellucci e del suo spettacolo, andato in scena a Milano, e ora in programmazione a Casalecchio di Reno e ora leggiamo la nota del Card. Caffarra, sostanzialmente in linea con quanto allora avevamo sostenuto.
  • Abbiamo più volte denunciato il grave problema riguardante l’ICI e la Chiesa, paventando il rischio di interventi punitivi e discriminatori nei confronti delle Istituzioni ecclesiastiche. Proprio oggi i vertici autorevoli della Chiesa esprimono quelle nostre stesse preoccupazioni.
  • Nella nostra battaglia – vinta anche in sede giudiziaria – contro gli attacchi viscerali e ottocenteschi dell’UAAR, abbiamo difeso la Libertas Ecclesiae nella vicenda che ha coinvolto il Vescovo di Grosseto. Ci ha confortato che S.E. Mons. Fisichella sull’Osservatore Romano abbia riconosciuto il valore di tale nostra iniziativa.
  • Ultimo segno: dopo avere difeso il nostro diritto di piccoli Davide di fronte al Golia di questo mondo, abbiamo citato il «Non conformatevi» di San Paolo. Che commozione leggere il commento che ne ha fatto il Papa davanti ai seminaristi romani il 15 febbraio scorso!

Essere cattolici non nasce da un «bollino», ma si dimostra in atto. E’ la sorpresa di uno sguardo che sa abbracciare la vita e dare le ragioni.

«C’è un non conformismo del cristiano, che non si fa conformare. Questo non vuol dire che noi vogliamo fuggire dal mondo, che a noi non interessa il mondo; al contrario vogliamo trasformare noi stessi e lasciarci trasformare, trasformando così il mondo. Contro questo conformismo della sottomissione a questo potere, dobbiamo essere non conformisti: non conta l’avere, ma conta l’essere! Non sottomettiamoci a questo, usiamolo come mezzo, ma con la libertà dei figli di Dio. […]

Poi […] il potere dell’opinione pubblica. Certamente abbiamo bisogno di informazioni, di conoscenza delle realtà del mondo, ma può essere poi un potere dell’apparenza; alla fine, quanto è detto conta di più che la realtà stessa. Un’apparenza si sovrappone alla realtà, diventa più importante, e l’uomo non segue più la verità del suo essere, ma vuole soprattutto apparire, essere conforme a queste realtà. E anche contro questo c’è il non conformismo cristiano: non vogliamo sempre “essere conformati”, lodati, vogliamo non l’apparenza, ma la verità e questo ci dà libertà e la libertà vera cristiana: il liberarsi da questa necessità di piacere, di parlare come la massa pensa che dovrebbe essere, e avere la libertà della verità, e così ricreare il mondo in modo che non sia oppresso dall’opinione, dall’apparenza che non lascia più emergere la realtà stessa; il mondo virtuale diventa più vero, più forte e non si vede più il mondo reale della creazione di Dio. Il non conformismo del cristiano ci redime, ci restituisce alla verità. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere uomini liberi in questo non conformismo che non è contro il mondo, ma è il vero amore del mondo. […]

“Rinnovando – dice Paolo in modo sorprendente per me – il vostro modo di pensare”. Quindi questo rinnovamento, questa trasformazione comincia con il rinnovamento del pensare. San Paolo dice “o nous”: tutto il modo del nostro ragionare, la ragione stessa deve essere rinnovata. Rinnovata non secondo le categorie del consueto, ma rinnovare vuol dire realmente lasciarci illuminare dalla Verità che ci parla nella Parola di Dio. E così, finalmente, imparare il nuovo modo di pensare, che è il modo che non obbedisce al potere e all’avere, all’apparire eccetera, ma obbedisce alla verità del nostro essere che abita profondamente in noi e ci è ridonata nel Battesimo.

Il Comunicato Stampa di S.E. Mons. Caffarra
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