Le paure e i pensieri di un grande scienziato: Erwin Chargaff

Autore:
Agnoli, Francesco
Fonte:
www.libertaepersona.org
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“La domanda “cosa è la vita?” “è di entità tale e sconfina così sfacciatamente nel campo dell’indicibile, che c’è voluto un incremento di impudenza accumulatosi per vari e vari secoli prima che si potesse anche solo pensare a risposte sperimentali; risposte il cui numero e la cui forza espressiva, pur nelle migliori condizioni, non potevano essere che grottescamente sproporzionate all’incommensurabilità del fenomeno”. Per questo “noi non disponiamo di una definizione scientifica della vita”, studiamo cellule e tessuti morti, smarriamo nella “nostra caccia ai frammenti” dei “frammenti” le “sublimi fattezze della vita”.
“Questa forza comunque non mi sento di chiamarla ‘caso’, perché il caso è il timor di Dio del senza Dio, e noi ci muoviamo qui in altre sfere”.
“Le scienze biologiche oggi come oggi sono talmente permeate dalla concezione riduzionistica da non averne più neanche la consapevolezza…”
“…Il caso e la necessità di Jacques Monod, uno dei libri più vuoti che mi sia mai capitato di leggere”.
“Oggi la cellula viene spesso vista come un computer... Ma non si specifica chi sia il programmatore di questa macchina per l’elaborazione di dati... suppongo però che si tratti del Signor Caso, che, spinto dalla dura necessitas dell’evoluzione, fortuitamente ha digitato qualcosa di sensato. Non mi pare necessario dilungarmi oltre sul fatto che questa è la strada che porta pari pari all’istupidimento di massa”.
“Ci sono categorie dinnanzi alle quali la nostra grammatica (di scienziati, ndr) deve capitolare: Dio, la vita, anche il tempo e la forza; probabilmente la morte, l’inizio di tutte le cose, l’eternità”.
“...la scienza dovrebbe culminare in una adorazione estatica della natura, non in una lotta contro di essa”.
“in realtà viviamo in uno dei periodi della storia in cui regna la più grande ignoranza...oltretutto gran parte di quello che noi chiamiamo sapere è di breve durata”.
Oggi certa scienziati assomigliano ai maghi di un tempo, agli astrologi, che “fanno l’oroscopo agli embrioni”, agli alchimisti: “in fin dei conti Hiroshima è stata il vero e definitivo trionfo dell’alchimia”.
“Viviamo in tempi opachi”.
“Comunque è una caratteristica tipica anche della scienza del nostro tempo l’idea che il sole sia di proprietà degli scienziati. Questo mi rammenta quel che propose un geologo alcuni anni fa: far scoppiare una bomba atomica sulla luna solo per vedere cosa sarebbe successo”.
“Viviamo in un’epoca debole disponendo di strumenti forti”.
“Ma alla nostra epoca e alla nostra scienza sarebbe piuttosto applicabile il principio: molte verità sono la morte della verità”.
“Pretendo come minimo che le scienze naturali non snaturino la natura, non disumanizzino l’uomo”.
“Il mondo sembra essersi assoggettato alla massima: Ciò che si può fare, deve essere fatto. Se un’arma si può costruire, la si deve costruire; se la si può utilizzare, bisogna utilizzarla. Un fanatismo diabolico nei confronti della tecnocrazia ha annullato ogni scrupolo morale o legale”.
“L’analogia tra il delirio febbrile della gnosi e l’ebbrezza della scienza dei nostri giorni deve averla notata anche Flaubert”.
“Non stupisce affatto che l’elogio iniziale della pillola e il monito contro il suo effetto cancerogeno provenissero dal medesimo informato pulpito”.
“L’indecifrabilità della vita umana, dei destini dell’uomo, non potrà mai essere racchiusa in una formula”.
“La disinvolta manomissione dei caratteri genetici dell’uomo un po’ di sale qui, un po’ di pepe là, e poi forse un pizzico di sostanza cancerogena, di certo li avrebbe riempiti di orrore (I “grandi biologi del passato”). Ma forse mi sbaglio e sono l’unico cui ripugna scrutare nella cucina del buon Dio e , più che mai, sputare nei suoi intingoli. Solo piccoli enigmi possono essere risolti... ma la vita e la morte bisogna lasciarle stare, ed il futuro del mondo è in mani migliori quando non è nella mani di nessuno”.
“A una gran parte del Dna umano non è ancora stata assegnata una precisa funzione genetica. I biologi parlano del “genoma umano” e di un “Dna privo di funzione e significato”; ma forse sono loro a fare affermazioni prive di senso”.
“Non sappiamo che cosa sia la vita, ma ciononostante la manipoliamo come se fosse una soluzione salina di composti inorganici. Quando aggiungiamo del cloruro di sodio a una soluzione di nitrato d’argento, riteniamo giustamente che non ci siano differenze fra gli atomi d’argento che si sono disciolti e quelli rimasti nella soluzione. Ma quando facciamo una fecondazione artificiale, non cacciamo forse le nostre maldestre dita nella rete incredibilmente fine e complessa del destino umano?”
“Il termine “pre-embrione” mi sembra del tutto ingiustificato. Temo che serva soltanto da alibi. La vita dell’embrione comincia con la fecondazione dell’ovulo, nel quale si trovano tutte le potenzialità dell’organismo. Il tentativo di determinare con mezzi scientifici il momento in cui fa la sua comparsa quella che da tempo immemore è stata chiamata l’anima umana è ovviamente ridicolo. Stabilire una data serve soltanto a permettere l’esecuzione di esperimenti che un normale rispetto per la vita umana avrebbe dichiarato illegali. Esperimenti che fino a pochi anni fa sarebbero stati, di fatto, nemmeno immaginabili”.
“Nella scienza comandano le grida roboanti delle aziende pubblicitarie, regna il superlativo categorico. Fanno come se tutto fosse riparabile. Io mi ritraggo davanti ai confini che ci separano dal non sapere. Chi li supera, invece, questi confini o è un demente oppure un temerario. Più probabile un demente”.
“Hanno perso il rispetto. Nessuno scienziato, nessuno sa cosa sia la vita, e nessuno potrà mai spiegarla. E’ un mistero eterno.”
Di cos’è fatto l’uomo? “Questa risposta era riservata a noi: di proteine e di grasso, acidi nucleici e zuccheri. Ma ciò che non abbiamo capito è che queste elencazioni sono di quelle del diavolo. Se gli si porge il dito mignolo, lui ci offre tutta la mano”.
Da E. Chargaff: “Mistero impenetrabile, la scienza come lotta pro e contro la natura”.
“Erwin Chargaff (Czernowitz, 11 agosto 1905 – New York, 20 giugno 2002) è stato un biochimico austriaco, è considerato il padre della biologia molecolare. Chargaff è ricordato per le sue regole che diedero un importante contributo nella determinazione della struttura della molecola di DNA. Chargraff eseguì importanti ricerche sul metabolisimo dei grassi e sul chimismo degli acidi nucleici, in particolare sul DNA. Ricorrendo alla tecnica di cromatografia su carta riuscì a separare la molecola del DNA nelle sue basi costituenti a determinare la loro percentuale di abbondanza relativa. I suoi studi costituirono un passo decisivo verso la conoscenza della struttura del DNA, evidenziata poi in seguito da Watson e Crick. I dati di Chargaff indicarono che la quantità di purine è sempre uguale a quella di pirimidine”.