L’ipocrisia di chi finge di non sapere che è stato un embrione
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A Bruxelles solo Austria, Malta, Slovacchia, Lituania e Polonia sono rimaste su posizioni iniziali di contrarietà ad ogni tipo di ricerca con cellule embrionali, bisognerebbe fare un monumento a questi Stati che non si sono lasciati lusingare dalle sirene che promettevano onore e gloria e anche qualche finanziamento.
A favore del nuovo testo che esclude il finanziamento della «prima fase» della ricerca (quella che comporta la distruzione di embrioni), si sono espressi la Germania, il Lussemburgo e l’Italia.
Bene ha fatto Eugenia Roccella su Il Giornale a chiamarlo - capolavoro di ipocrisia:
“Per una volta siamo in perfetta sintonia con Marco Cappato, parlamentare radicale e segretario dell’Associazione Luca Coscioni, che definisce l’accordo raggiunto dal Consiglio europeo in tema di ricerca sulle staminali, come «un capolavoro di ipocrisia». La nuova posizione europea è studiata apposta per dribblare le questioni etiche, e cercare un aggiustamento di fatto, del genere una mano lava l’altra. Gli embrioni si possono distruggere, ma con discrezione: ogni nazione lo può fare con i propri soldi, a casa sua, senza coinvolgere direttamente nello spinoso problema l’Unione Europea. Solo una volta create le linee di cellule staminali embrionali, arriveranno ai progetti di ricerca i fondi europei, con una spartizione dei compiti moralmente ambigua ma praticamente efficace: il lavoro «sporco» si fa nei laboratori privati, nei Paesi dove la legge lo consente, mentre l’Europa interviene nella seconda fase della ricerca. Si finge di non sapere che per estrarre linee cellulari dall’embrione non è necessario un grande sforzo economico, e che proclamarne la non finanziabilità, una volta che siano garantiti i fondi per proseguire nelle fasi successive, non crea alcun ostacolo a questo tipo di ricerche.”