Una buona notizia per la tutela della vita
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Il rispetto della vita umana, in tutte le sue fasi, dal nascere al morire, è uno degli argomenti che devono essere sempre tenuti desti in una società come la nostra, in cui sembra che tutto e il contrario di tutto siano sempre concessi.
Un paese che si dice civile deve saper difendere i diritti di tutti i propri cittadini, in ogni momento della loro vita, in ogni condizione della loro vita, senza fare distinzioni.
Questo è quello che sentiamo sempre quando si parla di democrazia, di libertà etc. etc…
Già, ma il problema da focalizzare sta alla radice: che cosa si intende per "vita" dei cittadini? Quando un cittadino "vive"? Che "cosa" caratterizza la sua vita?
Ditemi come rispondete a questa domande e capirò di che democrazia e libertà siete fatti!
Il rispetto della vita fin dal suo concepimento giudica molto bene quale sia l'interesse principale della società. Se manca il rispetto e il riconoscimento della vita fin dall'inizio, sarà difficile che questi siano presenti in modo vero e costante per tutto il resto delle tappe del vivere…
In questa estate ormai passata è successa una cosa molto interessante in Francia, che può dare qualche spunto alla riflessione appena scritta, e forse può essere considerata un inizio di risposta a queste domande: dal 6 agosto i genitori francesi possono far figurare nel certificato di famiglia anche i figli nati morti o comunque quelli non nati per gestazioni non portate a termine tra il terzo e il sesto mese di gravidanza.
E' una vittoria del Ministro della sanità Jean-Francois Mattei, che aveva incominciato una campagna in tal senso fin da quando era all'opposizione.
Questo è un punto importante: siccome nello stato di famiglia non può risultare un animale né un "ammasso di cellule", il feto prematuro va considerato a tutti gli effetti "persona" e i coniugi possono essere considerati "genitori".
Forse è una cosa piccola, per qualcuno potrebbe non significare niente o sembrare addirittura ridicola; in realtà è un avvenimento molto importante perché rivela chiaramente che anche il feto ha una dignità di essere.
La cosa strana, però, che succede all'uomo è che principi ritenuti veri, molte volte vengono considerati non veri il minuto successivo.
Se il feto ha questa dignità di essere vivente, addirittura da poter essere messo sullo stato di famiglia, come mai il minuto dopo può essere buttato via in quanto non ancora nato, quindi non ancora essere completo?
Sono domande difficili, ma sono certa che le risposte sono molto più semplici: questo succede quando la realtà viene ridotta a ciò che io penso, e non viene considerata per ciò che veramente è.
E questa non è sicuramente libertà, ma schiavitù di "so già io tutto quello che c'è da sapere"…