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Un nuovo conflitto tra USA e UE. Motivo: la vita

Fonte:
CulturaCattolica.it ©



Dal 2002, oltre ai già noti e forse troppo dimenticati conflitti attualmente attivi nel mondo, si sta verificando un'altra battaglia (per la quale non ha sventolato nessuna bandiera): tra Europa e Stati Uniti è in atto un conflitto sui temi della vita.
L'amministrazione Bush ha dato una frenata al vecchio sogno di controllare la popolazione per governare lo sviluppo, portato avanti dalla cara nuova UE e, insieme a Santa Sede, Paesi poveri ed un manipolo di Stati industrializzati sta guidando la riscossa. L'amministrazione statunitense ha ribaltato completamente la politica abortista e contraccettiva del suo predecessore; Bush ha tagliato i fondi alle organizzazioni che promuovono l'aborto e la contraccezione nei Paesi in via di sviluppo, ha indirizzato nuovi aiuti in favore della maternità e della famiglia, ha riconosciuto l'identità dell'embrione ed ha allargata l'assistenza alle madri fin dal concepimento; ha contrastato tutte le argomentazioni poste dalla potente lobby del controllo delle nascite.
L'Unione Europea al contrario ha promosso politiche anti-vita: i paesi dell'UE rimangono i maggiori finanziatori della lobby contraccettiva, vogliono imporre agli stati membri e a quelli che entreranno a far parte delle UE la liberalizzazione dell'aborto.
Per tutto il 2002 tutte le conferenze organizzate dall'ONU hanno visto un duro confronto tra USA e UE.

Alcuni esempi.

Alla Sessione speciale dell'Assemblea generale sull'infanzia che si è tenuta a New York dall'8 al 10 maggio, la delegazione degli Stati Uniti ha sollevato critiche durissime nei confronti dei programmi associati ai cosiddetti: "servizi per la salute riproduttiva". Sulle questioni riproduttive ha chiesto ed ottenuto il riconoscimento della "importanza di sani sistemi di valori" e la "promozione dell'astinenza", cosicché nel documento finale l'aborto è stato cancellato e l'offerta alle donne e agli adolescenti di "servizi per la salute riproduttiva", è stata sostituita da programmi per "cure di medicina della riproduzione". Questo significa che dovranno essere favorite le nascite piuttosto che i mezzi chimici e chirurgici abortivi. La delegazione della Santa sede, un gruppo di Paesi islamici, ed africani, hanno sostenuto le posizioni statunitensi, mentre l'Unione europea, (con l'eccezione della Spagna), il Canada, il Giappone, la Nuova Zelanda si sono opposti. Il gruppo di Rio a cui fanno capo la maggior parte dei Paesi dell'America Latina ha assunto una posizione di mediazione.
Alla Conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile che si è svolta a Johannesburg nell'agosto, le delegazioni di Stati Uniti e UE tornano a scontrarsi. Nel dibattito svoltosi per la formulazione di un documento comune su come vincere il sottosviluppo e garantire la difesa dell'ambiente, è spuntato anche un paragrafo riguardante i "servizi sanitari di base". La delegazione britannica, insieme a Canada, Nuova Zelanda, Svizzera, l'Australia e gran parte dell'Unione europea hanno chiesto di introdurre il libero aborto nel testo come parte dei servizi sanitari di base. Gli Stati Uniti, la Santa Sede ed i Paesi in via di sviluppo rappresentati dal blocco del G-77, l'Italia, insieme a Spagna e Irlanda, si sono opposti ad ogni variazione in favore dell'aborto.
Nell'ottobre l'Agenzia per i servizi umani e sanitari statunitense pubblica la versione finale della legge grazie alla quale anche i bambini non ancora nati potranno beneficiare del Programma statale di assistenza sanitaria, attivo dal 1997 e, fino ad ora, valido per la fascia d'età da 1 a 19 anni. La nuova norma, agendo da correzione del regolamento in vigore, metterà i singoli Stati nella condizione di scegliere se accordare o meno alle donne incinte e dalle precarie condizioni economiche, l'assistenza sanitaria necessaria a garantire buona salute al nascituro. Questo provvedimento ha almeno due aspetti da sottolineare: per la prima volta un governo federale definisce l'inizio dell'infanzia fin dal concepimento; in secondo luogo, anche le donne immigrate illegalmente negli Usa avranno accesso a questa assistenza.
Nel Dicembre 2002 il Fondo delle Nazioni unite per la popolazione, presenta il suo Rapporto annuale e il capo del settore sviluppo risorse si lamenta del fatto che mentre alla Conferenza del Cairo nel 1994 i Paesi si erano impegnati a finanziare i programmi di controllo delle nascite con 17 miliardi di dollari entro il 2000, solo il 66% di tale somma è stata erogata. Dei 5,7 miliardi di dollari promessi dai Paesi sviluppati è stato versato solo il 45%.
Queste brevi notizie servano a farci riflettere anche su quei "conflitti" aperti nel mondo, che non sono fatti da bombe e soldati, che troppo spesso vengono volutamente sottaciuti, perché, forse, scomodi.
E' solo a partire dalla difesa della vita, di questa nostra vita, dal momento del suo sorgere fino al suo declino, che si potrà avere la Pace nel mondo; la vera Pace nasce nel cuore dell'uomo e cresce nel rispetto della Creatura, chiunque essa sia, in ogni momento e condizione della vita.

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