"Critica pedagogica della fantascienza" di A. Scacco 1 - Una visione originale della SF
Scacco, Antonio - Critica pedagogica della fantascienza, The Boopen Editore 2008, pp. 177, € 9,36- Autore:
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L’aereo diretto alla Malpensa sta per alzarsi in volo dalla pista di Tel Aviv: stiamo tornando in patria dopo il pellegrinaggio in Terrasanta. Si chiacchiera amabilmente dei propri lavori, dei propri interessi. La mia bionda vicina di posto sgrana gli occhi stupita: “Questo non posso crederlo! Vuoi dirmi che la Fantascienza ha anche una produzione scritta! Pensavo fossero solo effetti speciali, filmoni spettacolari o giù di lì…” Mi infervoro in una animata discussione, raccontandole di Asimov, di Bradbury, di Lem… in fondo anche “Io robot”, “Solaris”, “Fahrenheit 451” sono film d’autore tratti da opere letterarie di tutto rispetto. La bionda Antonella, ragazza di buoni studi, laureata in Economia, è un po’ lo specchio del lettore medio italiano: sorpreso di scoprire un intero mondo “al di là della collina”, secondo una fortunata espressione di autori e critici di “Science Fiction” (SF, all’italiana FS). Antonio Scacco, professore di Gela trapiantato a Bari, da decenni ha questa ostinata vocazione: fare da guida su per i tornanti della collina e oltre, per aprire ai volonterosi che desiderassero seguirlo nuovi stimolanti panorami. Compito impervio il suo, se consideriamo che già la Fantascienza è considerata “paraletteratura” da molte persone anche colte; nella geografia mondiale poi, l’Italia, a parte le solite lodevoli eccezioni, può essere collocata tra le “zone depresse” per l’editoria fantascientifica. Ma non basta: perché la posizione di Scacco si contraddistingue per una sua originale rigorosità filologica, poco incline alla ricerca di facili consensi. A cura di Antonio Scacco è appena uscito il volume “Critica pedagogica della fantascienza”, The Boopen Editore, che ha avuto l’onore di una recensione (con relativa intervista all’Autore) sul seguitissimo sito di notizie ecclesiali www.zenit.it. Frutto di oltre quindici anni di lavoro, l’opera raccoglie un’ottantina di recensioni di libri e film legati al mondo della SF, pubblicati sulla rivista amatoriale (fanzine) che Scacco cura con un gruppo di collaboratori dal 1986: “Future Shock”. E qui siamo già al cuore della vicenda, perché “The Future Shock” (lo shock del futuro) è l’importante opera di un sociologo e “futurologo” americano, Alvin Toffler, uscita negli USA nel 1970. In essa si analizza l’impatto traumatico che le conseguenze delle applicazioni scientifiche provocano nel nostro mondo contemporaneo, rendendoci continuamente “arretrati” rispetto al futuro che avanza. Un’altra chiave di lettura ci viene dall’ultima pagina, dove si ringrazia padre Enrico Cantore, gesuita studioso di Scienza, filosofo e scienziato atomico, per il contributo culturale dato alla nascita del libro. L’opera di Cantore, “L’uomo scientifico. Il significato umanistico della scienza”, Centro Editoriale Dehoniano, Bologna 1988, viene considerata “la fonte ispiratrice del presente lavoro”, ed è recensita anch’essa nel volume, all’interno di un’ampia sezione di critica.
Erano decenni che in Italia non veniva pubblicato un repertorio di recensioni di SF; nel 1979 ebbe una certa rilevanza il volume di Inìsero Cremaschi, Cosa leggere di fantascienza, Bibliografica; nello stesso anno fece scalpore per i suoi spregiudicati commenti “Nei labirinti della FS”, Feltrinelli, a cura del collettivo milanese “Un’ambigua utopia” (si definivano marx-ziani); mitico rimane il Dizionario di Diego Gabutti, pubblicato a puntate su “Linus” nei primi anni Ottanta del secolo scorso. Scacco si inserisce in questa galleria con la sua consueta peculiarità: cercare perle in un fondale variegato e talora caratterizzato da discutibili proposte. Quando Brian Aldiss, allora presidente della World SF (associazione mondiale degli scrittori di SF) venne al Meeting di Rimini nel 1983 (il tema era “Uomini scimmie robot”, e la SF vi occupava un ruolo di rilievo) lo intervistai per il settimanale “Il Sabato”, ponendogli provocatoriamente questa domanda: “Lo scrittore di SF Theodore Sturgeon sostiene che il 90% della produzione fantascientifica attuale sia spazzatura; quali opere salverebbe per i posteri?” Aldiss non si scompose, ma precisò subito: “Veramente Sturgeon sostenne che il 90% di tutto è spazzatura…” (non certo, a mio parere, un giudizio nichilista o colmo di disprezzo, ma un bell’invito a non lasciarsi adescare dai lustrini, e a cercare l’essenziale); poi mi sciorinò una lista di opere degne di figurare in qualsiasi importante biblioteca:
1) M. Shelley Frankenstein
2) H. G. Wells The time machine (La macchina del tempo)
3) E. Zamjàtin Noi
4) O. Stapledon The star maker (Il costruttore di stelle)
5) R. Sheckley Un'antologia dei racconti
6) S. Lem Solaris
7) H. Clement Mission of gravity (Stella doppia 61 Cygni)
8) G. Orwell 1984
9) Ph. K. Dick A scanner darkly (Scrutare nel buio, ovvero Un oscuro scrutare)
10) Ph. K. Dick Martian time-slip (Noi Marziani).
Ecco un modo veloce e diretto per superare di slancio tutte le schizzinosità da “paraletteratura fantascientifica”.