Sotto il segno dello scorpione, di Régine Pernoud
Un sorprendente documento di Régine Pernoud, la grande storica del Medioevo- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Il luogo di provenienza: le "scuole di Medjugorje". L'anno: il 2999 d.C.
E' sorprendente scoprire, nella sterminata bibliografia della grande storica Régine Pernoud anche una "Fantacronaca". La studiosa francese la scrisse per la rivista mensile "30Giorni" nel 1986, quando mancavano solo una manciata d'anni al Nuovo Millennio. La Pernoud immagina di volgersi indietro, all'alba dell'anno 3000, verso "le 'angosce' che agitarono il mondo alla fine del secondo millennio". E scrive questo testo apocalittico, scegliendo Medjugorje e il suo messaggio di conversione e di pace, come punto di osservazione da cui guardare il passato. Il "segno dello scorpione", che dà il titolo al racconto, è la bizzarra scia biancastra dell'esplosione della navetta "Challenger" (il nome significa: lo sfidante), avvenuta nel gennaio 1986. Quell'avvenimento, con le due grandi chele di scorpione che ne nacquero, dà inizio, secondo la Pernoud, ad una serie di fatti catastrofici, molti dei quali descritti a posteriori, molti immaginati in modo fantastico. L'occasione per poter ripercorrere gli avvenimenti della fine del secondo millennio è data dal ritrovamento, in una grotta dell'Alta Provenza, di una raccolta di riviste del XX secolo.
Ricostruendo ora le paure di fine millennio, la storica francese (che utilizza la propria esperienza di studiosa con consumata abilità) segue la traccia e l'interpretazione tradizionale del Capitolo VI dell'"Apocalisse": i quattro cavalieri che seminano morte e terrore. Il primo, verdastro, è la PESTE: l'esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, la diffusione sempre più drammatica dell'AIDS (il cui simbolo, la medaglietta rossa con due punte, viene paragonato al segno dello scorpione del Challenger), le piogge acide che distruggono completamente tele ed affreschi… Il secondo cavaliere, di colore nero, è la FAME: essa nasce dall'avvelenamento della falda freatica che rende impossibile coltivare i campi; nel Terzo mondo l'apatia e il panico di massa diventano fenomeni comuni, e si giunge a paventare la scomparsa dell'intero genere umano. Il terzo cavaliere, di colore rosso, è la GUERRA. La Pernoud individua con acutezza nel mondo arabo e nella crisi israelo-palestinese i due nodi drammatici dei conflitti del XXI secolo (si tenga presente che nel 1986 né il crollo del Muro di Berlino né la caduta dell'Impero sovietico erano ancora avvenuti).
Vi sono infine le BELVE e le FIERE che divorano: la droga, le manipolazioni genetiche, la violenza di massa, la frenesia del piacere, il nichilismo, il dilagare delle sette esoteriche… Il quadro della studiosa francese non fa che ripercorrere la nostra attuale situazione, e ci rende avvertiti di quello che una superficiale distrazione tende a rimuovere dalla nostra consapevolezza: il male cavalca nel mondo con i suoi cavalieri insanguinati…
Tuttavia il messaggio dell'"Apocalisse", come quello della Pernoud, non è sconsolatamente pessimistico: il male non è l'ultima parola sulla vita e sul mondo.
"…in quell'epoca, non si potevano ancora prevedere le ricchezze che avrebbe prodotto il Vangelo, finalmente accolto in ogni civiltà, in ogni continente…"
E ai consueti terrori per l'appressarsi dell'anno Tremila così risponde il "rapporto da Medjugorje": "…i nostri contemporanei…predicano catastrofi per l'anno 3000 e annunciano la fine del mondo. Esso ha superato angosce ben più difficili e ha saputo trionfare, visibilmente, con la grazia che ci infonde lo Spirito Santo. Perché 'noi non conosciamo né il giorno, né l'ora…'".
Come è scritto nell'Introduzione alla Mostra del Meeting 2003 sull'Apocalisse: "…le visioni che descrivono il trono di Dio, lo stagno di fuoco, i terribili castighi che si riversano sui malvagi, le tribolazioni dei giusti, hanno l'unico scopo di muovere l'uomo, perché risponda allo sconfinato amore di Dio. Non parlano di un mondo immaginario, ma della nostra vita reale e ne svelano il cuore profondo".