“L’isola del Dottor Moreau” 2 - La storia

Per una serie fortuita di circostanze, il naufrago Prendick approda su un’isola sperduta. Qui incontra Moreau, uno scienziato espulso dieci anni prima dall’Inghilterra per i suoi esperimenti di vivisezione.
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La storia narrata ne L’isola del Dottor Moreau (IDM) è famosa, anche perché ha avuto ben tre riduzioni cinematografiche (una nel 1932 con Charles Laughton, una seconda nel 1977 con Burt Lancaster; l’ultima, dal titolo “L’isola perduta” (1996) con un decadente Marlon Brando). Il racconto è presentato come un manoscritto trovato tra le carte del defunto Edward Prendick dal nipote, che decide di pubblicarlo. La storia riporta gli appunti del naufrago Prendick, unico scampato all’affondamento della nave Lady Vain nell’Oceano Pacifico, il 1° febbraio 1887. Dopo aver vagato alla deriva per parecchi giorni su un canotto, Prendick viene tratto in salvo dalla goletta Ipecacuanha, dove conosce un giovane medico, Montgomery, che sta trasportando un carico di strani animali per una destinazione ignota. Per una serie fortuita di circostanze, Prendick è costretto a lasciare la goletta e segue Montgomery col suo carico su un’isola sperduta. Qui il naufrago incontra Moreau, uno scienziato espulso dieci anni prima dall’Inghilterra per i suoi esperimenti di vivisezione. Sull’isola Prendick, che sente in continuazione spaventosi lamenti e scorge un corpo misterioso disteso su un lettino anatomico e orribilmente ferito, scopre presenze inquietanti, specie di uomini mostruosi dalle strane forme e dai comportamenti ancor più indecifrabili. Il naufrago pensa che essi siano uomini sottoposti ad orrendi esperimenti da parte di Moreau, e tenta di fuggire nell’interno dell’isola; qui incontra una serie di tane dove strani esseri semiumani lo accolgono ripetendo litanicamente una specie di Legge e dimostrando terrore reverenziale per Moreau, considerato Signore e quasi Dio. Tornato alla base di Moreau, Prendick viene messo a conoscenza del terribile segreto dello scienziato: i suoi esperimenti, che utilizzano nuove esperienze in fatto di trapianti, di vivisezione e di ipnosi, hanno come oggetto degli animali, che vengono “umanizzati”, cioè trasformati in umanoidi. In un drammatico colloquio, Prendick esprime tutto il proprio orrore e la propria riprovazione, ma Moreau è irremovibile: la curiosità di sperimentare lo attanaglia, e nulla potrà fermarlo. Un fatto nuovo succede nell’isola: vengono scoperti alcuni conigli, improvvidamente lasciati liberi da Montgomery, decapitati o sbranati. Il fatto suscita grande inquietudine in Moreau: se gli animali riprovano il gusto del sangue, presto sull’isola scoppieranno tumulti e rivolte. Viene convocata un’assemblea degli Uomini-bestia, e Moreau denuncia la violazione della Legge, accusando l’uomo-leopardo, che viene braccato dai tre uomini e dal “Beast People”. Ben presto il fuggitivo viene circondato, e Prendick lo uccide con un colpo di pistola quando legge nei suoi occhi il terrore per l’imminente fine. Nei giorni successivi accade l’irreparabile: il puma, oggetto dell’ultimo esperimento di Moreau, riesce a liberarsi dalle catene che lo legano al lettino anatomico e fugge nella boscaglia; Moreau lo insegue ma viene ucciso. I due uomini superstiti cercano di mantenere il controllo sugli Uomini-bestia, ma ben presto anche Montgomery, che è caduto in una terribile depressione, coinvolge in una specie di tragico festino a base di alcool alcuni umanoidi, e viene a sua volta ucciso. Nel frattempo la base di Moreau con l’abitazione ed i recinti, e anche le imbarcazioni, prendono fuoco e vengono completamente distrutte. Prendick, rimasto solo, tenta dapprima di ricreare il mito del Dio-Padrone, ma poi è costretto a venire a patti con gli Uomini-bestia, e vive con loro per una decina di mesi, assistendo alla loro degenerazione e al loro ritorno alla animalità. Prendick tenta inutilmente di costruire una zattera per fuggire, finché un piccolo battello con due scheletri a bordo approda all’isola. L’uomo si mette in mare abbandonando gli Uomini-bestia, e viene raccolto pochi giorni dopo da una nave. Tornato in patria, si accorge che qualcosa in lui è cambiato: non riesce più a guardare gli uomini con serenità, amicizia ed affetto, ma coglie sempre in loro il substrato animale: istintività, ferinità e inganno. Così si riduce a vivere solo, leggendo e guardando le stelle, nelle quali solamente trova pace.