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Appunti sul Naturalismo francese, il Verismo e le loro connessioni

Autore:
Pinna, Maria Vittoria
Fonte:
CulturaCattolica.it

Nel composito panorama europeo della seconda metà dell'800, caratterizzato da grandi cambiamenti e da forti contraddizioni, l'Italia si trova a dover fronteggiare la situazione tutta nuova e impegnativa dell'unificazione politica della Penisola finalmente realizzata, almeno sulla carta.
In tale contesto sociale, politico, economico, anche l'aspetto culturale ha le sue ripercussioni: è il momento del progressivo diffondersi in tutta la letteratura europea del Realismo, che ha la sua espressione più significativa nel romanzo, come strumento capace di rappresentare adeguatamente le tensioni sociali del tempo e i problemi morali connessi.
Esso ha in Francia il suo autorevole iniziatore in Balzac e poi si sviluppa nel Naturalismo di Zola; in Italia si esprime nel Verismo di Verga e in Russia nei grandi romanzi di Tolstoj e Dostoevskij.
Naturalismo francese e Verismo italiano in particolare sono caratterizzati dall'intendimento di rinnovare i modi di approccio alla realtà, alla luce del Positivismo, imperante nella filosofia di quegli anni, con la sua pretesa di fondare la conoscenza unicamente su dei fatti scientifici e di fondere nella filosofia tutte le scienze.
Vi è conseguentemente da parte dei vari autori, in nome della fedeltà ai fatti, un impegno mirante alla rappresentazione delle condizioni di quelle categorie sociali che fino ad allora erano state trascurate e che in qualche modo potevano considerarsi emergenti (operai, contadini, povera gente).
E mentre in Francia Zola ama descrivere le situazioni dei derelitti dei bassifondi, Verga in Italia con la sua poetica dei "vinti", porta uno sguardo doloroso sulle vicende dei suoi umili personaggi.
La pretesa di questa nuova corrente letteraria, che attraversa con fisionomie differenziate tutta l'Europa, era quella di fornire un resoconto obiettivo della realtà, senza interventi o commenti dell'autore: in realtà il punto di vista, o meglio l'ideologia, dello scrittore necessariamente emergeva dalla scelta stessa degli argomenti e dei particolari trattati; scelta che finiva col privilegiare solo uno o più aspetti della realtà; quelli appunto che più interessavano all'autore, che forniva così della realtà una visione personale e parziale.
In Francia, l'antecedente più illustre del Naturalismo è il romanzo Madame Bovary di Flaubert, che era perfettamente riuscito nel tentativo di dare un resoconto efficace ed obiettivo dei fatti, senza interventi o commenti di sorta; ma c'erano stati anche i fratelli Goncourt con i loro numerosi romanzi, dei quali Germinie Lacerteux è lo studio "scientifico" delle ossessioni sessuali di una giovane cameriera.
Zola è senz'altro il rappresentante più significativo del Naturalismo francese, non solo per l'indubbia maestria come scrittore, ma anche per la sua convinta partecipazione alle vicende politiche del suo Paese in cui irrompe con il peso della sua personalità appassionata. Nei suoi romanzi egli ci offre una documentazione "fotografica" di ambienti e tipi umani, condotta secondo le teorie scientifiche della biologia e dell'antropologia, esaltate dal Positivismo; per cui ad esempio il delitto è spesso da lui considerato come conseguenza di tare ereditarie; e, comunque, Zola non esita ad affrontare anche le situazioni più impietose del suo tempo. Il suo primo romanzo importante è Teresa Raquin del 1867; seguono Il ventre di Parigi, Germinale, La bestia umana e numerosi altri.
In Italia si comincia a parlare di Naturalismo, o meglio di Verismo in un saggio di L. Capuana del 1872, in cui lo scrittore catanese polemizzava contro la retorica del teatro del tempo in nome di una realtà più semplice e obiettiva, che cercò poi di raggiungere nel suo romanzo Giacinta del 1879.
Contemporaneamente esprimeva analoghi concetti Verga nel suo scritto Fantasticheria, in una lettera di premessa al racconto L'amante di Gramigna e soprattutto nella prefazione a I Malavoglia, scritta intorno al 1880; ma già in Nedda, racconto scritto nel '74, manifestava la sua aderenza alla nuova corrente.
La sua è una reazione soprattutto ideologica alla narrativa romantica, o almeno a quella deteriore: in realtà Verga è in polemica con le deformazioni sentimentali e lacrimose del tardo romanticismo, in nome di una visione realistica non scevra da una profonda pietà per le misere condizioni del Sud della Penisola, che emergevano, dopo l'unità di Italia, in tutta la loro drammaticità.
I maggiori scrittori del Verismo sono tutti meridionali: oltre a Verga e Capuana che ebbero un notevole successo anche di pubblico, scrissero anche i meno noti F. De Roberto, S. Di Giacomo, M. Serao; e i loro temi non sono quelli dei bassifondi delle metropoli, ma quelli delle assolate regioni del Meridione d'Italia.
Tra i seguaci del Verismo si può annoverare in Sardegna anche Grazia Deledda, che nel 1926 ebbe il premio Nobel per il romanzo Canne al vento.
Un discorso a parte merita la Russia in cui vede la luce, nel 1868, Guerra e pace di L. Tolstoj, che ci offre una sorta di grande affresco storico ispirato all'ambiente russo dell'inizio del secolo, al tempo della potenza napoleonica. Famoso è anche Anna Karenina del 1872, in cui emerge il suo profondo amore per la terra, verso i contadini, verso il duro lavoro dei campi.
Contemporaneo a lui è F. Dostoevskij che rappresenta un fenomeno originale e unico nel clima culturale europeo di quegli anni. Il suo interesse si rivolge infatti soprattutto all'individuo e ai suoi conflitti e drammi spirituali. In lui all'umanitarismo un po' generico subentra un'ansia di verità e di analisi dell'animo umano e delle sue tenebre e una tensione religiosa che lo portano ad affrontare i problemi del male e della sua redenzione. Nella sofferenza degli emarginati non si ferma alla impietosa denuncia, ma vede la possibilità di cogliere il senso della vita, il dolore e le speranze del popolo russo. I suoi romanzi della maturità (Umiliati e offesi, Delitto e castigo, L'idiota, I demoni, I fratelli Karamazov) fanno di lui uno scrittore di fama universale.

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