“La boutique del mistero“ di Dino Buzzati 1 - Il titolo

Fonte:
CulturaCattolica.it
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La boutique del mistero” di Dino Buzzati è una raccolta, edita da Mondadori nel 1968, di 31 racconti scelti dall’autore stesso tra i volumi già precedentemente pubblicati
nella speranza di far conoscere il meglio di quanto ho scritto”.

Questa scelta così motivata spiega dunque il termine “boutique”.
Soffermiamoci ora sul termine “mistero”.
Come tutti i racconti di Buzzati, anche questi sono molto diversi relativamente all’ambiente, ai personaggi, alle tematiche affrontate, ma ciò che li accomuna, come dice chiaramente il titolo, è il mistero che costituisce, secondo l’autore, un aspetto importante della realtà.
Parlando del suo “mondo poetico” in una famosa intervista rivoltagli dal giornalista francese Yves Panafieu, egli ne attribuisce uno dei fondamenti alla famosa villa cinquecentesca di San Pellegrino, vicino a Belluno, abitata dalla sua famiglia fin dal 1870: essa fin da bambino gli appariva come un luogo ricco di presenze e di voci misteriose che scatenavano la sua fantasia.
La villa dunque
rappresenta uno dei fondamenti di quello che è il mio “mondo” poetico…Lì sotto c’è la cantina, con grandi botti. E sopra c’è il granaio…Poi sopra ancora c’è una soffitta. E lì si addensavano tutte le fantasticherie possibili e immaginabili…nei bambini l’impressione che fanno queste case è una cosa straordinaria…Gli scricchiolii, la sera, la porta chiusa o aperta, di notte, nel buio… Queste cose sono bellissime! Questo tipo di mistero - parlo del mistero della casa, ma anche del mistero dei rumori nel giardino - implica la presenza di entità sconosciute, probabilmente immaginarie… spiriti, fantasmi, esseri della natura, elfi…

Dino Buzzati fu anche pittore e il tema dei rumori notturni inquietanti e oscuramente minacciosi è frequente anche nei suoi quadri. C’è in particolare una tela a olio intitolata “Toc,toc”, dove compaiono interni di palazzi in cui si vede la gente sorpresa di notte da colpi alla porta.
Attraverso la tecnica dei fumetti l’autore esplicita le loro domande angosciate:
“Chi sarà? Il vento?”; “Chi sarà? Un ladro?”; “Chi sarà? Un telegramma?”; “Chi sarà? La polizia?” …
Anche le ombre hanno una parte importante nelle opere di Buzzati. Esse generalmente si allungano al chiarore della luna in modo misterioso e inquietante (cfr. il racconto “Conigli sotto la luna”).
Spesso troviamo anche gli animali a far da protagonisti dei suoi racconti, soprattutto il cane :
spesse volte l’animale si presta a incarnare il mistero, essendo già per noi il mistero, perché non sappiamo dentro che cosa c’è” (cfr. “Il cane che ha visto Dio”, “ I topi”, “Conigli sotto la luna”,”Lo scarafaggio” oppure anche animali puramente fantastici: il colombre, il Babau, il serpente di mare spaiato…)

Scrivere perciò per Buzzati significava avvicinarsi a questo mistero di cui la realtà gli offriva solo indizi.
Per dare in qualche modo una forma visibile a questo mistero, lo scrittore usa il mondo della fantasia dove valgono regole diverse e conduce il lettore a poco a poco dal mondo reale fino a una sorta di surrealtà caratterizzata da una logica diversa e comunque in qualche modo sempre facente parte della realtà.
Il segno caratteristico della “Boutique”come peraltro di tutte le altre opere di Buzzati dunque fu proprio questo:
un’ostinata ricerca, un dialogo continuo con l’OLTRE percepito come una faccia del reale, più segreta di quella visibile, ma altrettanto presente e partecipe della vita quotidiana.
Buzzati ne percepiva dei segnali, difficili da decifrare, ma proprio per questo ancor più carichi di fascino, di attrattiva, di attesa, di inquietudine, di contraddittoria attrazione/repulsione.
Il pensiero del Colombre lo assillava come un funesto e insieme affascinante miraggio…”
Occorre subito notare però che nelle opere di Buzzati spesso il premio finale di questa affannosa ricerca arriva quando ormai… “è troppo tardi”.