"I quaderni di Serafino Gubbio operatore" 2 - Le sfide delle nuove tecnologie
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Serafino rappresenta l’iperbolica amplificazione delle difficoltà di comunicazione autentica che caratterizzano l’essere umano. La perdita della parola è, in un certo senso, il rischio che corre un uomo che sempre più utilizza degli strumenti di comunicazione che non hanno lo stesso calore della viva parola. Quando l’uomo dimentica che i mezzi sono solo modalità di comunicazioni utili in talune circostanze, li trasforma nella propria voce. Si perde l’integralità della comunicazione, che è affidata a sguardi, a gesti, a toni di voce, all’affetto, e permane solo il messaggio o, meglio, il presunto fine del messaggio. Diventano, così, importanti non tanto l’intensità e la profondità della comunicazione, ma la sua rapidità e la sua frequenza. Sono, forse, così più facilmente comprensibili alcuni scenari comunicativi del terzo millennio.
Che posizione bisogna, dunque, assumere nei confronti della tecnologia? Ci possono aiutare a rispondere le parole che Benedetto XVI dedica alle nuove tecnologie comunicative il 28 febbraio 2011. Il Papa scrive:
I nuovi linguaggi che si sviluppano nella comunicazione digitale determinano, tra l’altro, una capacità più intuitiva ed emotiva che analitica, orientano verso una diversa organizzazione logica del pensiero e del rapporto con la realtà, privilegiano spesso l’immagine e i collegamenti ipertestuali. La tradizionale distinzione netta tra linguaggio scritto e orale, poi, sembra sfumarsi a favore di una comunicazione scritta che prende la forma e l’immediatezza dell’oralità.
Le nuove tecnologie comportano scelte coraggiose, offrono occasioni nuove, presentano sfide più grandi.
I rischi che si corrono, certo, sono sotto gli occhi di tutti: la perdita dell’interiorità, la superficialità nel vivere le relazioni, la fuga nell’emotività, il prevalere dell’opinione più convincente rispetto al desiderio di verità. E tuttavia essi sono la conseguenza di un’incapacità di vivere con pienezza e in maniera autentica il senso delle innovazioni. Ecco perché la riflessione sui linguaggi sviluppati dalle nuove tecnologie è urgente. […] La cultura digitale pone nuove sfide alla nostra capacità di parlare e di ascoltare un linguaggio simbolico che parli della trascendenza.
Ancora, prosegue il Papa, Gesù
nell’annuncio del Regno ha saputo utilizzare elementi della cultura e dell’ambiente del suo tempo: il gregge, i campi, il banchetto, i semi. Oggi siamo chiamati a scoprire, anche nella cultura digitale, simboli e metafore significative per le persone, che possano essere di aiuto nel parlare del Regno di Dio all’uomo contemporaneo.
Papa Benedetto XVI afferma che la fede in Gesù permette di «promuovere una comunicazione veramente umana» e di scorgere «orizzonti di senso e di valore che la cultura digitale non è capace da sola di intravedere e rappresentare». La vera comunicazione è improntata alla responsabilità e al dialogo e «mai alla seduzione linguistica, come è invece il caso del serpente» (cioè il diavolo tentatore) o «alla incomunicabilità e alla violenza» (come nel caso di Caino). Il problema, una volta ancora, non è nello strumento (la tecnologia), ma nella coscienza che ha l’uomo di se stesso. In se stesse le nuove tecnologie, sempre a detta del Papa, possono favorire la diffusione della buona novella e del regno di Dio, che è la verità dell’uomo.