"Alto come un vaso di gerani" 5 - I sedici anni, la contestazione e l'Inverno
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I sedici anni
Tsunami diversi e violentissimi sconvolgono la vita di chi ha 16 anni: la testa viene investita da onde anomale, terremoti, esondazioni.
Nell’età della ribellione ciò che ci circonda è mal sopportato, le persone più care appaiono estranee e ostili, la famiglia è giudicata schifosamente borghese, ogni autorità opprime la cultura ed è menzogna e le regole sono la coercizione borghese.
Sono gli anni delle riunioni e dei tazebao di protesta, della vita immersa nella Comune Ciu En-Lai dove si sperimentavano nuove forme di aggregazione contro la famiglia borghese, dei presidi e delle mobilitazioni per estirpare le erbacce capitaliste dal giardino della Comune, degli inseguimenti in piazza, armati di ombrelli per colpire il nemico, della verniciatura di rosso della bandiera del Monumento dei Caduti che la notte del 24 aprile 1975 campeggiò come simbolo della rivoluzione comunista nella piazza principale di Villa Cortese. Con spirito autocritico e ironia vengono raccontate quelle furiose manifestazioni indette senza uno scopo preciso se non quello di urlare la propria rivolta contro il mondo e contro Dio.
L’Inverno
Dopo la stagione dei sommovimenti sopraggiungono le intemperie invernali, le stagioni più fredde del cuore: Se in fondo al mese non ci fosse il Natale, non so proprio perché dovresti esistere, caro vecchio dicembre: il tuo buio è così pauroso che in gennaio si pietrifica in ghiaccio, il cui brillio ci illude ancora di una luce futura. Si arriva in fondo all’inverno prosciugati e secchi come la legna che finirà nel camino. Ma febbraio…è gravido di vita!