Il pensiero di Chesterton - L'uomo cristiano 13 - Nulla di ciò che è umano è estraneo alla Chiesa

L'unico che trova a fatica il suo posto nella Chiesa è il tiepido: a sottolineare ancora una volta che se è vero che la Chiesa risponde con la sua dottrina a quelle che sono le vere esigenze dell'uomo, essa richiede allora per essere compresa nella sua natura che l'uomo sia seriamente impegnato con la sua ragione nella ricerca della soluzione al problema della sua stessa esistenza.
Autore:
Platania, Marzia
Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
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La Chiesa che si pone, per così dire, in filosofia come scioglitrice di paradossi, si pone in morale come una predicatrice di paradossi.
La Chiesa non solo tenne una vicina all'altra cose verosimilmente inconciliabili, ma - più ancora - permise loro di erompere in una artistica violenza, altrimenti impossibile se non agli anarchici. (GKC, Ortodossia, pag. 133)
Essa non perde così nulla di quanto è autenticamente umano, non censura nessuna passione umana, per quanto violenta: solo attribuisce a ciascuna passione il suo giusto posto, costringendola nelle maglie della sua concezione. Cosi rispetto per esempio all'ascetismo
Molti eremiti occidentali si sentivano dei fachiri orientali. Ma non potevano pensare veramente come fachiri orientali; perché erano cattolici ortodossi.(GKC, San Tommaso d’Aquino, pag. 92)
La morale cattolica, muovendosi sui due piani paralleli della creazione e della caduta, cioè all'interno di un paradosso, si pone come un luogo di paradossi, di opposti coincidenti: essa non si esaurisce in una media matematica o in mediocre stato d'animo intermedio; essa sopporta opposte passioni, senza tentare di smorzarle ma anzi gioca a sospingerle alla loro massima intensità, solo salvaguardando per ognuna di esse la possibilità che gli esista al fianco il suo opposto.
Nella Chiesa c'è posto per un santo guerriero così come per un santo sommamente pacifico: distinguendo essa non giudica tutte le guerre giuste, né tutte le guerre sbagliate; lascia spazio agli opposti stati d'animo, finché essi sono solo stati d'animo. Proprio perché essa è precisa nel distinguere, può lasciare esplodere tutte le passioni e le problematiche umane, in modo tale che nulla di ciò che è umano le è estraneo. Aggiungerei che l'unico che trova a fatica il suo posto nella Chiesa è il tiepido: a sottolineare ancora una volta che se è vero che la Chiesa risponde con la sua dottrina a quelle che sono le vere esigenze dell'uomo, essa richiede allora per essere compresa nella sua natura che l'uomo sia seriamente impegnato con la sua ragione nella ricerca della soluzione al problema della sua stessa esistenza.
In terzo luogo, la Chiesa, dopo aver descritto il male come un volontà usurpatrice che devia dal suo scopo originario una realtà in sé buona, dopo avere stabilito un ordine che contiene in sé tutti i moventi umani, attribuendo loro il giusto posto e cioè il loro valore rispettivo e il loro valore rispetto al tutto, ciò in cui consiste la morale, si pone come il luogo in cui il male è sconfitto. La morale non è infatti ancora un rimedio del male: essa è come una mappa che segue e segna i possibili confini della colpa. La Chiesa si pone come il rimedio alla colpa. Per evidenziare questo terzo punto è però necessario addentrarsi ulteriormente in quello che è il contenuto proprio dell'annuncio cristiano.