Il pensiero di Chesterton - L'uomo cristiano 11 - L'ascetismo cristiano

L'ascetismo cristiano non può essere una negazione della natura proprio perché l'autore della natura è Dio e il male non è che un usurpatore, che non ha su di essa dei reali diritti. Non è giusto combattere la natura perché equivale a combattere Dio; è giusto combattere certi aspetti della natura perché sono stati sovvertiti dal nemico.
Autore:
Platania, Marzia
Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Dal manicheismo allo gnosticismo, al calvinismo corre questo filo rosso che la Chiesa cattolica invece rifiuta; esso si sostanzia poi emblematicamente nelle filosofie orientali secondo le quali la realtà è uno schermo che ci impedisce di cogliere il divino, la finitezza l'ostacolo che si frappone tra 1'anima e l'eterno. Sotto questo aspetto la dottrina cattolica è unica, nel salvaguardare la positività del reale così come esso è:
Tra i credi cosmici più rilevanti, questo è l'unico che è completamente dalla parte della vita.
La Chiesa cattolica fa consistere il male in una volontà malvagia che, come un usurpatore ha preso possesso della realtà che è originariamente buona.
Impegna così l'uomo in una lotta e una battaglia, per ricacciare l'usurpatore, per difendere, come Adam Wayne, il bene del proprio possesso terreno. Essa indica anche la strategia di questa lotta, vale a dire elabora una morale che segue con intuizione profonda le diramazioni del male. Infatti poiché conosce la natura del male, lo sa riconoscere con più esattezza

Che la Chiesa cattolica sapesse più di me intorno al bene, era facile a credersi.
Che sapesse più di me intorno al male, sembrava incredibile. (GKC, Autobiografia, pag. 327)

Due cose è necessario sottolineare in merito alla morale cattolica.
In primo luogo l'ascetismo che essa eventualmente predica ha una natura essenzialmente diversa dall'ascetismo orientale, e ciò come diretta conseguenza delle loro diverse concezioni del mondo. L'ascetismo cattolico non può mai diventare negazione della natura; anche quando raggiunge il suo massimo vertice espressivo esso non è mai al limite che un espediente per governare la natura.
Il suo aspetto primario ed essenziale è soprattutto la lode della vita, la lode dell'Essere, la lode di Dio come Creatore del Mondo; qualsiasi altro aspetto segue a lunga distanza, essendo condizionato da varie complicazioni come la caduta o la vocazione degli eroi. Il problema sorge perché la mente cattolica si muove su due piani; quello della creazione e quello della caduta [...] Così ogni estremo di ascetismo cattolico è una, sensata o meno, precauzione contro il peccato della caduta; non è mai un dubbio sulla bontà della creazione. (GKC, San Tommaso, pagg. 88-89)
L'ascetismo cristiano non può essere una negazione della natura proprio perché l'autore della natura è Dio e il male non è che un usurpatore, che non ha su di essa dei reali diritti. Non è giusto combattere la natura perché equivale a combattere Dio; è giusto combattere certi aspetti della natura perché sono stati sovvertiti dal nemico.