La formulazione dell’orario è una cosa seria
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Domanda
Gent. mo Prof. Incampo sono insegnante dal 1998 nella scuola primaria e volevo farle presente che quest'anno all'ultimo collegio docenti il Dirigente Scolastico ha esordito che per il prossimo anno scolastico sarà lei a fare l'orario a noi insegnanti di religione cattolica (e non ha parlato anche per gli altri insegnanti e docenti) per ovviare all'annoso problema della nomina delle supplenti (mancanza di fondi). Allora mi sono domandato: non è che questo linguaggio è un tantino discriminatorio? dato che: 1) è vero che l'attribuzione oraria è compito del dirigente scolastico ma questo non significa che non debba farlo secondo principi di equa e giusta distribuzione per tutti i docenti della scuola, dato che noi insegnanti di religione abbiamo gli stessi diritti e doveri degli altri docenti?;
2) se nel formulare il proprio orario di servizio fino ad adesso i docenti tenevano in conto le proprie esigenze, questo non deve valere anche per noi?
Non so se sono stato chiaro. La ringrazio fin da adesso.
Risposta
La formulazione dell’orario è una cosa seria.
Il punto 2.1 lettera a) del DPR 751 del 16.12.1985 e del DPR 202 del 13.6.1990 recita: “Il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica assicurata dallo Stato non deve determinare alcuna forma di discriminazione, neppure in relazione ai criteri alla formazione delle classi, alla durata dell’orario scolastico e alla collocazione di detto insegnamento nel quadro orario delle lezioni”.
La norma mi pare chiara e precisa: sta – a mio avviso – al buon senso del Dirigente scolastico l’applicazione non rigida e matematica, ma rispettosa della persona e del ruolo che occupa nella scuola.