Il Covid ha squarciato il velo dei costi: scuola statale euro 8.500 – paritaria tra 4.000 e 5.500 annui
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Il Covid è stato quel “cigno nero” che in economia fa emergere il problema allo stato puro, senza filtri.
Il Covid, in sostanza, ha squarciato il velo dei costi: la scuola statale - che costa, in tasse dei contribuenti, euro 8.500 - non è ripartita per tutti gli allievi (mancano i docenti, i banchi, le aule), compresi i più poveri e i disabili; la scuola paritaria - con rette tra i 4.000 e i 5.500 euro annui - è ripartita ed è ripartita in sicurezza.
Si porta alla vostra cortese attenzione il FOCUS “La scuola del futuro: una scuola per tutti. La scuola di oggi: una scuola d’élite”, pubblicato il 01.10.2020 per l’Istituto Bruno Leoni. Nel Focus si spiega perché in Lombardia il sistema della scuola paritaria ha retto l’impatto con la pandemia, rispetto a quanto previsto: la Regione vanta un pluralismo educativo composto da scuole statali e paritarie e, a differenza delle altre regioni italiane, ha la Dote scuola, che le consente di concorrere con i Comuni, le scuole paritarie e le famiglie nel far fronte al costo medio degli studenti. La Lombardia è la prima regione in assoluto in Italia a favorire il pluralismo educativo. Nel resto della Penisola lo scenario è peggiore (a titolo esemplificativo Lazio, Campania, Sicilia, Puglia): la famiglia non sceglie, la scuola paritaria si vede costretta a chiedere la retta contribuendo a dividere la società tra chi può e chi non può pagare. (link).
Per questo, l’unica soluzione per far ripartire il diritto all’istruzione per tutti, senza discriminazioni, non solo economiche ma, peggio, territoriali, è rivedere le linee di finanziamento del sistema scolastico italiano, introducendo il costo standard di sostenibilità per allievo, pari a 5.500 euro e, come quota capitaria, consentire alle famiglie di scegliere fra la scuola statale e la paritaria.
Soluzione che si impone con sempre maggiore urgenza, insieme ai patti educativi nell’immediato, soprattutto se consideriamo che gli esclusi dall’istruzione nell’Italia del post covid, sono soprattutto i più poveri e i disabili. Per 285 Mila allievi disabili la scuola non è ripartita.
- Allo scopo condividiamo un APPROFONDIMENTO “Non dimentichiamoci di tutelare nelle scuole gli studenti disabili e con bisogni educativi speciali” pubblicato per Cattolica per il Terzo Settore-Università Cattolica di Milano (link). Non è un mistero che l’accusa più grave rivolta alle scuole paritarie, nate per accogliere i più fragili per mezzi economici e disabilità, è che accolgono pochi allievi poveri, extracomunitari e disabili. E’ il momento di dare voce a queste denunce, perché i fragili non si sentano più soli e per fare chiarezza riguardo al ruolo delle scuole pubbliche paritarie (link).
COSA POSSIAMO FARE? COME POSSIAMO EVITARE CHE IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE DIVENTI UN PRIVILEGIO IN MODO IRREVERSIBILE?
ORA O MAI PIÙ. Care famiglie, credo sia giunto il tempo di invertire il senso delle domande.
Se non inneschiamo ora un rapporto virtuoso fra pubblico e privato non riparte la Scuola, non riparte il Paese e ne va della vita della Nazione (Lettera alle Famiglie).
Affido a voi questa richiesta e le soluzioni proposte per la Nazione e per la memoria dei nostri padri che hanno dato la vita per liberarla.
Andiamo avanti con coraggio. Con i più cari saluti.
Sr. Anna Monia