L’identità sessuale maschile. III parte
L’identità sessuale maschile. Testimonianza di Steffan. III Parte- Autore:
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Milano 5 giugno 2003, teatro Silvestrianum. Testo raccolto da Santa Le Bella Tessera
Nella prima infanzia mi ritenevo un bambino debole, avevo avuto dei problemi di salute, problemi agli occhi e di conseguenze non potevo praticare dello sport che comunque non mi piaceva. Con questi miei problemi mi sentivo messo da parte, diverso dagli altri.
Nel quartiere dove eravamo, con 2 dei miei vicini Christine e Jean-Marc, eravamo i più piccoli d’un gruppo, gli altri avevano almeno 5 anni più di noi, e quando giocavamo con loro, ci rigettavano e si approfittavano del fatto che erano più grandi.
Fino ai 4 anni, il rapporto con mio padre era buono. Le circostanze della vita poi diventarono difficili per lui, e spesse volte ero trattato male, era una persona autoritaria.
Ero ripreso davanti a tutti, in particolare davanti ai famigliari e mi ricordo che aspettavo da parte di mia madre o da altri un aiuto.
Spesse volte ero picchiato, mi sentivo umiliato, debole, indifeso, ero ansioso, pauroso, insicuro di me, nella mia identità, ero complessato, mi mancava l’amore da me aspettato. Sentivo fortemente l’ingiustizia.
Potrei dire che non ho avuto un modello di padre e di uomo.
Per riassumere un po’, ho avuto un’infanzia poco felice, anche se sembrava che miei genitori facevano dal loro meglio.
All’adolescenza, non mi sentivo all’altezza d’essere un maschio, la pressione in me era intensa, tutto prendeva delle proporzioni più grandi, il desiderio erotico-sessuale diventava ossessivo, la masturbazione da anni praticata più volte al giorno come sollievo, era ancora più immaginativa e di consolazione.
Ricercavo la forza e la sicurezza in altri uomini, volevo dagli altri quello che non possedevo!
Alla fine degli studi, ho proseguito nella vita gay, dove finalmente ero qualcuno, dove ero notato, piacevo, ero desiderato, le persone come me mi capivano, potevo finalmente ricevere l’amore per sentire di meno le mie sofferenze interne.
Ma tutto era solo amore ridotto al sesso, vivevo in un circolo vizioso per diversi anni: sesso, sollievo passeggero, insoddisfazione, sofferenze, e di nuovo sesso e così via, la mia frustrazione era alleviata dalla dipendenza sempre più intensa.
Un giorno ho realizzato che questi uomini avevano gli stessi miei problemi, in fondo ognuno cercava di prendere dall’altro, ma tutti rimanevano senza ricevere.
Quando eravamo in società, discoteche, bar, sorrisi, gioie, battute, divertimenti. Quando ci ritrovavamo da soli, allora per alcuni la depressione, la tristezza e sopra tutto il fatto di dire ancora una volta non ho trovato la persona giusta! Da qualche parte, mi ero rassegnato su questo fatto, ma d’un’altra parte ero dipendente.
Mi ricordo che quando mi guardavo nello specchio avrei voluto diventare cieco e brutto pensando allora di non avere più problemi con la dipendenza, e che non sarei più piaciuto.
Per i miei 30 anni, ho passato dei momenti d’esistenza veramente difficile, sia al lavoro, che con le mie relazioni.
Ho realizzato che tutto quello che desideravo materialmente a quell’epoca c’e l’avevo, però la mia vita non aveva senso, era una trappola, non avevo ancora combinato niente.
Qualcuno potrebbe pensare che ero frustrato con il fatto che non mi accettavo come omosessuale, eppure per anni ho vissuto anche dei bei momenti come gay lontano dalla mia famiglia. E potevo fare quello che volevo. Non ero felice e in pace con il fatto d’avere una vita gay.
In questo periodo ho riscoperto Dio e la chiesa, e soprattutto la motivazione di cambiare vita.
Ho deciso a partecipare a dei corsi Living Waters per capire cosa era successo in me, come mai non ho avuto la scelta di essere eterosessuale, perché ero attirato compulsivamente verso lo stesso sesso? Settimane dopo settimane, ho fatto un lavoro su di me nel riconoscere, raccontare le mie sofferenze passate e presenti. Ho potuto parlare davanti a un piccolo gruppo di fiducia senza essere giudicato, sono stato ascoltato, preso in considerazione. Ho sentito degli insegnamenti relativi alla sfera sessuale, all’identità sia quella dell’uomo che della donna, alle nostre emozioni, sentimenti dell’infanzia. Questi sono stati tempi difficili, ma benefici per me, qualche volte mi vergognavo raccontando le mie storie. Volevo cambiare attitudine, atteggiamenti, modo di pensare, sistemi di credenze.
Dovevo imparare a conoscere me stesso, ad avere un’identità che non fosse legata al sesso con un uomo.
A vivere senza il narcisismo, cioè, la concentrazione su me stesso e miei bisogni, per sembrare sicuro di me.
Vivere senza idolatria relazionale, cioè dare, o pensare che l’altro mi può dare solo felicità o ciò che mi manca.
Accettare e perdonare me stesso e gli altri!
Riposizionare i pensieri che avevo verso mio padre!
Avere la volontà di vivere senza ribellione, senza modi trasgressivi!
Dare il giusto valore alle ferite morali che avevo ricevuto, e anche perdonare.
Accettare di maturare, perché questo processo era bloccato, uscire da me stesso, cambiare e andare verso altre situazioni sconosciute da me!
Dopo questo periodo, è rinato in me il desiderio di mettere in atto i cambiamenti!, la voglia di avere una ragazza, sposarmi, avere una famiglia, scoprire l’amicizia senza il sesso, accettare i consigli, e rimettere in questione i miei pensieri, riconoscere quando agisco d’un modo pauroso! Ho imparato con il tempo a stare attento ai vecchi modelli di vita. Ho preso l’abitudine ad un nuovo modo di vivere e d’essere.
Voglio trasmettere le cose buone della vita, e sopra tutto non credere a questa bugia che l’omosessualità è genetica!
Non infliggere delle ferite morali, verbali o fisiche come le ho ricevute nel passato! Imparo che non sta a me a cambiare le persone e che devo avere un certo distacco sulle circostanze e quello che mi arriva contro. Sapere vivere con dei filtri, lasciando passare le cose buone scartando le meno buone.
Non voglio dire che sono guarito, perché vorrebbe dire ch’ero malato, e che l’omosessualità è dunque una malattia; ma piuttosto che prima vivevo separato della mia identità, non ero mai stato confermato come uomo da mio padre! Il processo di maturazione era bloccato.
Cercavo solamente di acquistare la mia mascolinità d’un modo sbagliato!
Non ritornerei indietro nel passato, e nel falso io, e sono contento d’avere capito cosa in me e fuori da me ha fatto sì che abbia avuto dei problemi d’omosessualità.