L’anima è per sua natura cristiana?

Rispondono dalla Russia

(da Foma n. 7. 2006)
Fonte:
Foma
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1. Marima Gosudareva, aspirante alla cattedra di storia della Università di Rjazan’

Per i miei coetanei che giungono alla fede in una età di consapevolezza, il detto di Tertulliano viene confermato dalla loro esperienza personale. L’anima, per sua natura, cerca la fede, cerca la Santa Trinità come fonte della vita. Essa infatti, come il corpo, vuole vivere, benché la maggior parte degli uomini non ci pensi; ma anche per l’anima il cibo è necessario.
Sono nata in un ambiente non di chiesa, dove non si parlava mai né di Dio, né di Chiesa, e neppure della fede. L’ortodossia era accettata semplicemente come una parte della cultura russa. In quel tempo ero fortemente attratta sia dalla cultura, che dall’arte. Il primo problema a riguardo della fede sorse occasionalmente. Nella classe decima il nostro capo classe, parlandoci familiarmente, ci domandò che cosa pensassimo di Dio. Ricordo la risposta che io diedi: “Se Dio esistesse, e me lo dimostrassero, io crederei in Lui”. L’anima cerca qualche cosa senza sapere dove e come. Trascorsi due o tre anni, incominciai a frequentare la chiesa, mossa dal desiderio di trovare il significato della vita attraverso l’arte. In questo campo avevo delle persone che mi erano molto care, Dostoevskij e Tarkovskij. La loro fede e la loro ricerca di Dio mi erano evidenti. Tarkovskij è una persona che sente in un modo particolarmente profondo la natura cristiana dell’uomo; la realtà della vita spirituale è sempre rilevata da un lettore e da uno spettatore attento. Ma io compresi dalla mia esperienza che l’arte non è in grado di appagare pienamente le esigenze dell’anima. Anche nelle opere più geniali esiste un certo ‘soffitto’, un limite; non sono capaci di aprire una strada spalancata alla vita eterna, riescono soltanto ad intravederla.
Entrando per la prima volta in una chiesa ortodossa a diciotto anni, senza sapere nulla della vita della Chiesa, della Divina Liturgia io ho sentito che qualche cosa si apriva in alto, verso l’infinito cui la mia anima anelava: respiravo a pieni polmoni in un ambito di un’arte sublime assaporata anche dentro la quotidianità della vita comune. Mi sembra che proprio nella Chiesa la mia anima ha potuto trovare la sua vera natura: mi sentivo a casa.
E’ veramente doloroso pensare che decine di poeti di talento, profondi, spiritualmente ricchi, attori, musicisti, durante il regime sovietico, siano tragicamente periti all’età di trenta-quaranta anni, rovinati dal bere, portati al suicidio, uccisi dal loro stesso ateismo.

2. Kirill Tancirev, direttore di un canale televisivo

Non c’è dubbio che la natura umana istintivamente tende a Dio, tende a realizzare quelle proprietà che il Creatore ha posto in essa: l’amore, la pace, la bontà, la misericordia, la fede, l’umiltà, la temperanza (cfr. Gal. 5, 22).
Mi è caro il pensare che Dio parla a noi con la lingua delle circostanze e noi gli rispondiamo con la lingua dei nostri comportamenti. Per l’uomo di chiesa, cioè per l’uomo che guarda con serietà alla propria vita, l’agire della volontà divina nella propria vita è del tutto reale, un fatto inconfutabile. Ogni giorno ci troviamo nella situazione di scegliere fra ciò che è volere divino e ciò che ad esso è contrario. La coscienza ci è data da Dio come aiuto a scegliere. Nella maggioranza dei casi, conosciamo la soluzione giusta istintivamente: misericordiosa, onesta, indirizzata al bene. Esprimere la volontà buona oppure far tacere la voce della coscienza è l’esame cui ogni giorno siamo sottoposti, e il Signore ci fa crescere in misura della nostra decisione di compiere la sua volontà.
Sì, l’anima di ogni uomo è per natura cristiana, soltanto che non ogni uomo riesce a realizzare la natura della propria anima quando vive secondo i valori temporali, corruttibili. Ma io penso che le parole di Tertulliano non si possano interpretare in contraddizione con le altre dottrine religiose non cristiane; infatti la ricerca di Dio e la passione per la verità sono una proprietà della natura umana, indipendentemente dal fatto che l’uomo possa incontrare Cristo in questa vita.

3. Anna Korzun, attrice di teatro e cinema

Io penso che certamente l’anima proviene da qualche cosa superiore a noi, non dalla terra. E qui sulla terra l’anima cerca di unirsi al cielo: si annoia, soffre perché ha il presentimento di qualche cosa di misterioso che soltanto alcuni di noi sentono e vedono. L’anima è cristiana, buddista, musulmana, non lo so. Ma che sia da Dio questo è sicuro. Anche se la ragione dell’uomo non riesce a capirlo, mi sembra che l’anima dell’uomo, almeno qualche volta, sente la nostalgia di Dio, per esempio, quando piange senza alcun motivo, quando è in attesa di qualche cosa. L’anima fa memoria di un luogo da dove proviene; non le basta la luce, l’amore, la felicità, tutto quello di cui è stata privata.
Ma i nostri sentimenti attirano l’anima anche verso la terra: brame le più svariate di soddisfazioni sensibili: bellissime, come possono essere l’amore, il gusto della bellezza, o terribili come la crapula o l’adulterio. Queste soddisfazioni della carne ci attraggano e ci rendono schiavi, soprattutto in certi complessi momenti della vita quando non viviamo il significato della vita sulla terra.

4. Jurij Pivovarov, direttore dell’Istituto scientifico d’informazione. Mosca

Non credo che qui si possa dare una risposta univoca. Certamente in ciascuno di noi ci sono sentimenti necessari e capacità particolari per essere cristiani. Secondo me questo corrisponde al disegno che Dio ha su di noi. Ma nello stesso tempo questo non significa che noi siamo puri ed immacolati. Ognuno di noi, se guarda se stesso in profondità, troverà nella sua anima tanti sentimenti che non hanno nulla a che vedere con il cristianesimo. E qui è importante non dimenticare che tutto questo c’è in noi e ci sarà sempre, in ognuno.
Sì, l’anima per sua natura è cristiana, essa aspira a Dio, è in grado di sentirlo. Ma questo non significa che in essa tutto sia luminoso e santo. Non significa che ognuno possa dichiarare: “Io nell’anima sono cristiano”. E poi andare a torturare il suo prossimo o gravemente peccare.
Dobbiamo costantemente seguire Cristo e non metterci in pace pensando che nell’anima siamo cristiani.