I santi del IV secolo e la crisi ariana 6 - Giuliano l'apostata
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La parentesi di Giuliano (361-363 d. C.)
Curiosa questa alternanza di scelte da parte degli Imperatori: Giuliano prima di cominciare la restaurazione del paganesimo, con mossa da pacificatore, permette il ritorno alle sedi di origine dei vescovi appena esiliati, tra cui, ancora una volta, Attanasio! Ma poi, nel breve volgere di alcuni mesi, inizia il suo progetto.
Egli si è formato alla cultura greca e al neoplatonismo nella sua forma di setta religiosa. Tra le sue delibere: richiede ai cristiani delle indennità per i beni e gli edifici pagani che avevano ottenuto da Costantino, stabilisce che i maestri di scuola debbano essere approvati da lui e non possano essere cristiani, esclude i cristiani, da lui chiamati “galilei”, dalla amministrazione, procede a demolizioni delle cappelle dei martiri, infine si rimangia la decisione iniziale e rimanda in esilio i vescovi che aveva fatto tornare, ecco di nuovo stabilito l’esilio di Attanasio che tuttavia, ancora una volta resiste!
Animato da grande passione per questo ideale di restaurazione pagana, Giuliano non trova però grande ascolto nella società, e per di più deve far fronte al pericolo persiano: in un combattimento di retroguardia viene ferito mortalmente e muore nel 363 a 32 anni, dopo 20 mesi di regno. Il suo successore, Gioviano, eletto dall’esercito, dura ancora meno e muore quasi subito forse avvelenato dalle esalazioni di un braciere
(meglio di un giallo)!
Sotto Giuliano la città di Nisibi ritorna ai Persiani e la comunità cristiana va in esilio, una parte ad Edessa dove continua ad avere come figura autorevole S. Efrem, anch’egli venuto via dalla città. Egli scrive inni ed omelie tese a proporre la fede in una città divisa tra cattolici, ariani ed altri gruppi eretici. S. Efrem è stato discepolo del vescovo S. Giacomo che aveva retto la città di Nisibi nei primi decenni del secolo.