Lohengrin 6 - Gli interpreti: Elsa (Annette Dash, Anja Harteros, Ann Petersen)
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ELSA
Annette Dash (giunta a Milano nella notte del 6 dicembre 2012), sostituta di Anja Harteros, colpita da virus e del suo doppio Ann Petersen anch’essa ammalata, ha delineato la giovane nobile brabantina, figlia maggiore del Duca di Brabante, con tale padronanza vocale e scenica del personaggio da farne risaltare in ogni momento i moti più nascosti e le emozioni più profonde dell’anima. Secondo il regista Guth Elsa, quando ad esempio si presenta per la prima volta sulla scena davanti a re Heinrich e ai Nobili di Brabante per difendersi dalla falsa accusa di fratricidio, vive in un sogno ed ha una espressione estatica ("schwarmerische Miene”). Si nota l’incantevole leggerezza del suo incedere, a fatica percepisce quanto la circonda, tanto è assorta nella propria fantasticheria. È trasognata e gli splendidi occhi cerulei esprimono uno stato di estasi sognante che le illumina tutto il volto. “Des Ritters will ich wahren” (Attendo con fermezza il cavaliere…).
Emozionata ed emozionante è parsa nell’ampia scena d’amore coniugale. (17) “Fuhl ich zu dir so suss mein Herz entbrennen” (se sento per te ardere con tanta dolcezza il mio cuore) canta Elsa finché combattuta tra la fede nel suo cavaliere e l’angoscia del dubbio (18) non rivolge a Lohengrin la fatidica domanda “Den Namen sag’ mir an!” (dimmi il tuo nome!) “Woher die Fahrt?” (da dove vieni?) “Wie deine Art?” (chi sei, che cosa sei?) Elsa che ha dubitato, Elsa che ha voluto sapere, indagare, controllare, ebbene Elsa ha smarrito la sua felicità. L’ideale è volato via.
Brava Annette, indimenticabile Elsa. Superba anche l’interpretazione di Anja Harteros alla prova generale del 1° dicembre 2012 e nell’ultima rappresentazione del 27 dicembre 2012.
Voce di bellissimo timbro e fulgido smalto, ricca di colori la Harteros ha delineato una Elsa emozionalmente più riservata, come avvolta in un alone di mistero. Nella recita del 14 dicembre ha cantato il ruolo di Elsa con precisione e sicurezza Ann Petersen.
NOTE
17. “Il tema dello slancio coniugale dell’ebbrezza d’amore è il più rappresentativo tra i materiali effusivi della prima parte del duetto. La sua fluidità suggerisce l’immagine dei due sposi nell’atto di abbandonarsi l’uno nelle braccia dell’altra” (Corriere della Sera del 7/12/2012).
18. Oltre al dubbio insinuato dalla perfidia strisciante di Ortrud: “Se non conosci l’identità del tuo sposo, così misteriosamente e incomprensibilmente come è venuto a te egli potrebbe abbandonarti da un giorno all’altro”. Elsa presta ascolto a Ortrud come Eva al serpente. Elsa aveva anche bisogno di sapere se fosse vero che Lohengrin credesse veramente alla sua innocenza, ha il dubbio di non essere creduta proprio dalla persona che l’aveva salvata.