Il calendario dell'8 Marzo
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Eventi
▪ 1618 - Giovanni Keplero scopre la terza legge del moto dei pianeti (immediatamente dopo la rigetta ma il 15 maggio dello stesso anno la conferma nuovamente)
▪ 1702 - Anna diventa regina di Inghilterra, Scozia e Irlanda.
▪ 1782 - Massacro di Gnadenhutten: miliziani della Pennsylvania uccidono 93 Nativi Americani nell'Ohio
▪ 1890 - Buffalo Bill perde a Roma, a Prati di Castello, una sfida contro i butteri
▪ 1906 - Massacro del Cratere Moro: le truppe di occupazione statunitensi nelle Filippine massacrano circa 600 uomini, donne e bambini che si erano rifugiati in un cratere
▪ 1911 - Viene celebrata per la prima volta la Giornata Internazionale della Donna
▪ 1917 - Inizia la Rivoluzione di febbraio in Russia (23 febbraio del calendario ortodosso)
▪ 1918 - Si registra il primo caso di influenza spagnola, è l'inizio di una devastante pandemia, che in due anni uccise circa 50 milioni di persone nel mondo.
▪ 1920 - Il parlamento del Consiglio Nazionale Siriano dichiara l'indipendenza della Siria
▪ 1921 - Il premier spagnolo Eduardo Dato viene assassinato mentre esce dal palazzo del parlamento di Madrid
▪ 1935 - Hachikō, cane di razza Akita, famoso in Giappone per la sua fedeltà e lealtà, muore di filariasi all'età di 12 anni, dopo aver atteso ininterrottamente il ritorno del padrone per ben 10 anni
▪ 1936 - La prima gara per automobili di serie si tiene a Daytona Beach, in Florida
▪ 1942
- - Seconda guerra mondiale: truppe dell'Impero giapponese cattura Rangoon, Birmania.
- - Seconda guerra mondiale: gli olandesi si arrendono alle forze giapponesi sull'isola di Giava
▪ 1943 - Seconda guerra mondiale: truppe statunitensi vengono attaccate dai Giapponesi sul rilievo 700, a Bougainville, in una battaglia che durerà cinque giorni
▪ 1948 - La Corte Suprema degli Stati Uniti decreta che l'istruzione religiosa nelle scuole pubbliche viola la costituzione
▪ 1950 - L'Unione Sovietica annuncia di possedere la bomba atomica
▪ 1957 - L'Egitto riapre il Canale di Suez - Il Ghana ottiene l'indipendenza
▪ 1961 - Max Conrad circumnaviga la Terra in otto giorni, 18 ore e 49 minuti, stabilendo un nuovo record
▪ 1965 - Il primo contingente di 3.500 marines sbarca in Vietnam del Sud: inizia la guerra nel sud-est asiatico
▪ 1966
- - Guerra del Vietnam: l'Australia annuncia che si appresta ad incrementare sostanzialmente in numero delle sue truppe in Vietnam.
- - Una bomba piazzata da giovani dimostranti irlandesi distrugge la Nelson's Pillar di Dublino
▪ 1971 - Joe Frazier sconfigge Muhammad Ali nel primo di tre incontri epici. Frazier difende il titolo mondiale dei pesi massimi in un Madison Square Garden gremito di stelle
▪ 1974 - Viene inaugurato l'Aeroporto internazionale Charles de Gaulle di Parigi
▪ 1983 - Il presidente statunitense Reagan chiama l'Unione Sovietica l'impero del male
▪ 2004 - Una nuova costituzione democratica viene firmata dal governo provvisorio iracheno
▪ 2008 - L'Inter compie il centenario della sua fondazione
▪ 2009 - I° Incontro Nazionale delle Liste Civiche - Per un nuovo rinascimento, al Teatro Sashall di Firenze
Anniversari
▪ 1550 - Giovanni di Dio, al secolo Juan Ciudad (Montemor-o-Novo, 8 marzo 1495 – Granada, 8 marzo 1550), è stato un religioso spagnolo di origine portoghese, fondatore dell'Ordine Ospedaliero (Fatebenefratelli). Nel 1690 è stato proclamato santo da papa Alessandro VIII.
All'età di 8 anni, assieme a un chierico si allontanò dalla casa paterna e giunse in Spagna, dove ad Oropesa (Toledo) fu accolto dalla famiglia di Francisco Cid, detto “el Mayoral”.
Ad Oropesa trascorse gran parte della sua vita. Fino a 27 anni Juan si dedicò alla pastorizia poi si arruolò, partecipando come soldato, a due battaglie, una prima a Pavia dalla parte di Carlo V contro Francesco I e successivamente contro i Turchi, a Vienna.
Finita la vita militaresca, finché ebbe soldi vagò per mezza Europa giungendo fino in Africa a fare il bracciante e poi fece il venditore ambulante a Gibilterra. Infine, nel 1537 si stabilì a Granada e aprì una piccola libreria. Avvertiva già una grande vocazione per Gesù nell'assistenza dei poveri e dei malati, ma fu allora che Giovanni mutò radicalmente indirizzo alla propria vita, in seguito a una predica di san Giovanni d'Avila.
Attraversò una grande crisi di fede, distrusse la sua libreria, andò in giro per la città agitandosi e rotolandosi per terra e rivolgendo ai passanti la frase che sarebbe divenuta l'emblema della sua vita: «Fate (del) bene, fratelli, a voi stessi.»
Considerato pazzo fu rinchiuso nell'Ospedale Reale di Granada, da dove uscì qualche mese dopo rasserenato e intenzionato ad assecondare la sua vocazione religiosa.
Dopo essersi posto sotto la guida di Giovanni d'Avila, si recò in pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Guadalupe e, tornato a Granada, diede inizio alla sua opera di assistenza ai poveri, malati e bisognosi.
Nonostante le diffidenze iniziali, si unirono a lui altre persone, che si dedicarono completamente all'assistenza ai malati. Il suo modo di chiedere la carità era molto originale, infatti era solito dire: “Fate del bene a voi stessi! Fate bene, fratelli!”.
Fondò il suo primo ospedale, organizzò l'assistenza secondo le esigenze di quelli che considerava i ‘suoi' poveri. L'Arcivescovo di Granada gli cambiò il nome in Giovanni di Dio. Si impegnò anche nei confronti delle prostitute, aiutandole a reinserirsi nella società. Morì l'8 marzo 1550.
▪ 1869 - Hector Berlioz (Côte-Saint-André, 11 dicembre 1803 – Parigi, 8 marzo 1869) è stato un compositore francese.
Figlio di un medico d'una certa fama, dopo aver compiuto i suoi studi collegiali Berlioz fu inviato a Parigi per seguire i corsi della scuola di medicina. Sapeva allora poco di musica, ma aveva un gusto appassionato per quest'arte. Più e più volte aveva supplicato invano i genitori di permettergli di dedicarsi esclusivamente a questa attività, ma sempre inutilmente. In seno alla città che si chiama ancora la capitale delle arti, era difficile che la passione di Berlioz non si accrescesse invece di sopirsi. Essa esercitò ben presto su di lui un imperio tale che abbandonò i banchi della facoltà per quelli del conservatorio. Irritato dal vedere la sua autorità misconosciuta, suo padre lo privò dei mezzi di sussistenza che gli aveva fornito fino ad allora e Berlioz non ebbe altra risorsa che farsi ammettere come corista al teatro del Ginnasio Drammatico.
La sua vocazione era decisa e la fermezza del suo carattere gli faceva tenere in poco conto le miserie della vita. Seguiva il corso di composizione di Reicha, ma le forme costrette dell'arte che questo maestro gli faceva studiare, non gli ispiravano che disgusto, perché non ne comprendeva il fine. Ben presto, oppresso dai gioghi che queste gli imponevano, uscì dalla scuola in cui aveva appena intravisto qualcosa del procedimento dell'arte del comporre. Libero infine di far di testa sua, risolse fermamente di non avere più alcun maestro al di fuori della propria esperienza. Pieno così di risoluzione, ma senza avere ancora che delle vaghe idee su quello che intendeva fare, tentò dapprima con una messa per orchestra che fu eseguita nella Chiesa di San Rocco e successivamente in quella di Sant'Eustachio. Essa parve inintelligibile tanto ai musicisti che l'eseguirono, quanto a coloro che l'ascoltarono. Convinto tuttavia della realtà della sua avventura musicale, Berlioz non si lasciò fuorviare dalle lodi compiacenti che la sua opera suscitò, e si rimise al lavoro con rinnovato ardore.
Era persuaso che la musica dovesse avere un soggetto, un programma e che il trionfo dell'arte è di esprimere questo programma mediante effetti pittoreschi, sia con il soccorso della voce, sia con gli strumenti soli. Tutta l'opera di Berlioz è il prodotto della sua volontà mirante a realizzare questo progetto. I primi risultati di questo lavoro furono l'ouverture di Waverley e un'altra intitolata Les Francs-Juges.
Le due ouverture furono eseguite dapprima nei concerti che si davano nell'antica sala di Waux-Hall, poi in un concerto tenuto dallo stesso Berlioz il 26 maggio 1828, nella sala del conservatorio. In quell'occasione, fece ascoltare anche il Credo della sua prima messa e una marche des Mages allant à la crèche.
A queste prime opere seguì quello che è ritenuto il suo capolavoro, la Symphonie fantastique (Sinfonia fantastica): cinque movimenti che hanno per soggetto un episodio della vita di un artista con un'idée fixe costituita dal leitmotiv del tema dell'amore.A proposito dell'impiego del clarinetto piccolo in questa Sinfonia cito letteralmente da "La tecnica dell'orchestra contemporanea" di Casella-Mortari: "Il passaggio di quest'istrumento dalla banda all'orchestra sinfonica è una conquista relativamente recente.Il celebre impiego parodistico di Berlioz nella Symphonie fantastique è rimasto isolato, e, anzi, ha forse screditato per molti decenni questo istrumento".
Il 1º novembre 1829, le stesse composizioni furono udite di nuovo in un concerto nel quale l'autore fece eseguire una nuova opera che aveva per titolo: Concerts des Sylphes. Dal 1826, Berlioz era rientrato nel novero degli allievi del conservatorio, che si chiamava allora Scuola reale di musica, e seguiva le lezioni di Leseur per lo stile libero, poiché aveva bisogno di un protettore in vista del grande concorso di composizione denominato Prix de Rome. Questo protettore gli era tanto più necessario in quanto Cherubini era mal disposto verso di lui e mostrava una vera antipatia per la sua musica. Più volte Berlioz aveva sostenuto l'esame preparatorio di questo concorso senza esservi ammesso. Infine la sua perseveranza la ebbe vinta sugli ostacoli e nel concorso del 1830 gli fu assegnato il primo premio per la composizione di una cantata della quale Sardanapalo era il soggetto. Divenuto pensionato dello stato, come vincitore del concorso, si recò in Italia per obbedire al regolamento, benché avesse in odio la musica italiana. Abbreviò il suo soggiorno a Roma e a Napoli più che poté e, diciotto mesi dopo la sua partenza, ritornò a Parigi riportando una ouverture del Re Lear e una sorta di sinfonia che si poteva considerare un seguito di un episode de la vie d'un artiste, un misto di cori e brani strumentali. Berlioz si credeva riformatore dell'arte e combatté la sua battaglia con le armi della stampa. Dal 1828, aveva debuttato su un giornale di quei tempi, il Correspondant, e vi aveva fatto pubblicare degli articoli sulle sinfonie di Beethoven che gli artisti e gli amatori di Parigi avevano appena sentito per la prima volta, grazie all'organizzazione della società dei concerti. Articoli questi che furono notati. In mezzo a questo turbinio di impegni, Berlioz trovò modo di innamorarsi dell'attrice Smithson e nel 1832 convolarono a nozze. Di volta in volta, Berlioz scrisse per la Revue Europeenne o per il Courrier de l'Europe, fino a che, la Gazzetta musicale di Parigi, fondata nel 1834, non gli aprì le sue colonne. Ben presto, poi, a questo onore si aggiunse quello di scrivere per il Journal des débats i cui proprietari divennero i suoi protettori in ogni circostanza.
Nel 1834 compose la sinfonia Aroldo In Italia e la messa funebre, scritta per le esequie del generale Damrémont e che fu eseguita nella chiesa de l'Hôtel des Invalides il 5 dicembre 1837, la sinfonia drammatica di Romeo e Giulietta per soli e coro eseguita nella sala del conservatorio il 24 novembre 1839 la sinfonia funebre e trionfale per armonia militare eseguita per l'inaugurazione della colonna di luglio nella piazza della Bastiglia, e infine l'ouverture del carnevale romano, composizioni che furono tutte esaltate dai giornali e dai critici. Un solo insuccesso turbò Berlioz: l'opera Benvenuto Cellini, dramma in due atti rappresentato il 3 settembre 1838 fu un fiasco completo. Dopo aver dato molti concerti a Parigi, destinati in maggior parte all'esecuzione di sue opere, Berlioz concepì il disegno di percorrere l'Europa per far uscire la sua musica dal circolo ristretto dei suoi amici ed ammiratori e di dargli, se possibile, il privilegio della popolarità. La sua prima escursione fu a Bruxelles, dove diede due concerti, poi la Germania del nord nel 1843 e si produsse in concerti a Berlino, Amburgo, a Lipsia, a Weimar e a Stoccarda. Due anni dopo visitò Vienna, l'Ungheria, Praga e la Slesia. Nel 1847 si recò in Russia e fece eseguire le sue principali opere a Riga, San Pietroburgo e a Mosca.
Di ritorno a Parigi fu chiamato a Londra per dirigere l'orchestra di Drury-Lane per tutta la stagione del 1848 e nello stesso anno fece un secondo viaggio in Boemia. Nel marzo del 1854 morì la prima moglie e pochi mesi dopo l'artista si risposò in seconde nozze. A Londra nel 1855 incontrò Wagner, ma la cordialità iniziale si trasformò in freddezza.[1] Altri due avvenimenti drammatici turbarono gli ultimi anni della sua vita, e cioè la prematura scomparsa del figlio Luigi e la morte della seconda moglie. Altri viaggi, come quello trionfale in Russia, altre composizioni e un ritorno di fiamma per una donna che aveva amato in gioventù si susseguiranno nella vita di Berlioz, fino alla sua morte, avvenuta nel 1869.
Berlioz come critico musicale, trattatista e scrittore
Come critico e come scrittore, Berlioz si è fatto una reputazione giustamente meritata, ci sono dell'arditezza nelle sue idee e dell'originalità nella sua forma di cui ha dato prova negli anni di collaborazione con la Gazzetta musicale di Parigi e il Journal des débats.
Al numero considerevole di articoli che fece pubblicare vanno aggiunti:
▪ Viaggio musicale in Germania e in Italia (Paris, Labille, 1844, 2 voll. in 8°)
▪ Le soirées de l'orchestre (Paris, Michel Levy frères, 1851, 1 vol in-12°)
▪ Grotesque de la Musique (1859), trad. italiana a cura di A. Taverna, I grotteschi della musica, Zecchini Editore, Varese, 2004, p. 306.
▪ Trattato di strumentazione e di orchestrazione moderne, con esempi in partitura tratti dalle opere di quasi tutti i grandi maestri e da qualcuna dell'autore (Paris, Schonenberg, 1 vol. grande in-4°) buona guida per la conoscenza e l'impiego delle risorse d'orchestra.
Inoltre un libro di memorie:
▪ Hector Berlioz: Memoirs; Edito da Ernest Newmann, New York; Tudor Publishing Company; Alfred A.Knopf 1932
▪ Lettere a Orfeo (2005), a cura di A. Taverna, Zecchini Editore, Varese, 2005, p. 132. Raccolta di lettere tra Berlioz e la Viardot. Lettere indirizzate alla cantante che avrebbe interpretato il ruolo di Orfeo e che avrebbe dovuto interpretare la nuova opera di Berlioz.