Il calendario del 25 Dicembre
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Eventi
• 274 - L'imperatore romano Aureliano dedica un tempio a Sol Invictus sul supposto giorno del solstizio d'inverno e giorno della rinascita del Sole.
• 800 - Incoronazione di Carlo Magno come Imperatore dei Romani a Roma da parte di Papa Leone III.
• 1024 - Boleslao I Chrobry viene incoronato come primo re di Polonia della storia.
• 1066 - Incoronazione di Guglielmo il Conquistatore come re d'Inghilterra, nell'Abbazia di Westminster a Londra.
• 1222 - Un terremoto devasta Brescia
• 1223 - Francesco d'Assisi crea il primo presepe.
• 1352 - Forte terremoto danneggia le aree attorno ad Arezzo
• 1599 - Viene fondata la città di Natal in Brasile.
• 1818 - Prima esecuzione di Bianco Natale (Chiesa di San Nicola a Oberndorf, Austria).
• 1837 - Battaglia di Okeechobee - L'esercito statunitense sconfigge gli indiani Seminole.
• 1868
- - Il presidente statunitense Andrew Johnson concede la grazia a tutti gli ex-combattenti degli Stati Confederati d'America nella Guerra di secessione americana.
- - La Repubblica Ezo viene fondata su Hokkaidō dai ribelli degli Shogunati.
• 1914 - Appena passata la mezzanotte le truppe tedesche sul fronte occidentale cessano il fuoco e iniziano a cantare canzoni natalizie. Attraversando la terra di nessuno si scambiano doni con i nemici che li fronteggiano. La tregua di Natale durerà per diversi giorni a seconda delle zone.
• 1926 - Hirohito diventa Imperatore del Giappone, succedendo all'imperatore Taisho.
• 1932 - Un terremoto di magnitudo 7,6 nella regione di Gansu, in Cina, uccide oltre 70.000 persone.
• 1938 - Sudafrica: dei pescatori scoprono fra le proprie reti un esemplare di pesce sconosciuto. In seguito viene chiamato Celacanto (o Celacantide), e si tratta di una specie di pesce ritenuta estinta milioni di anni fa.
• 1939 - Storia di Natale di Charles Dickens, viene letta alla radio per la prima volta (CBS radio).
• 1941 - Hong Kong si arrende ai giapponesi.
• 1947 - Entra in vigore la Costituzione della Repubblica di Cina.
• 1973 - ARPANET si blocca quando a causa di un bug di programmazione, tutto il traffico di ARPANET viene smistato all'Università di Harvard, provocando un "congelamento" del server.
• 1977 - Il Primo Ministro di Israele Menachem Begin si incontra in Egitto con il Presidente d'Egitto Anwar Sadat.
• 1989 - Nicolae Ceauşescu, dittatore comunista della Romania, e la moglie Elena vengono condannati a morte per vari capi di imputazione con un processo sommario e giustiziati.
• 1991 - Mikhail Gorbachev rassegna le proprie dimissioni da presidente dell'URSS.
• 1996 - Portopalo: nella notte fra il 25 e il 26 dicembre affonda un battello di immigrati che cercava di raggiungere le coste siciliane. Le vittime sono 283: si tratta della più grande tragedia navale avvenuta nel Mediterraneo dalla fine della seconda guerra mondiale. Viene ricordata come la Strage di Natale.
• 2003
- Benin, Africa: un Boeing 727 precipita subito dopo il decollo dall'aeroporto di Cotonou; morti 113 passeggeri, in gran parte cittadini libanesi.
- Cina: una esplosione in un giacimento di gas naturale nella contea di Kaixian causa 191 morti.
• 2004 - La navetta Cassini rilascia la sonda Huygens che atterrerà su Titano, una delle lune di Saturno.
• 2005 - Il Papa Benedetto XVI pubblica la Lettera Enciclica Deus Caritas est, prima del suo pontificato.
Anniversari
• 1306 - Iacopo de' Benedetti detto Iacopone da Todi (Todi, 1233 circa – Collazzone, 25 dicembre 1306) è stato un religioso e poeta italiano venerato come beato dalla Chiesa cattolica. I critici lo considerano uno dei più importanti poeti italiani del Medioevo, certamente fra i più celebri autori di laudi religiose della letteratura italiana.
«Que farai, fra’ Iacovone? Èi venuto al paragone» (Iacopone da Todi, Laude, LIII)
• 1833 - Enrichetta Blondel (Casirate, 11 luglio 1791 – Brusuglio, 25 dicembre 1833) fu la prima moglie di Alessandro Manzoni, con il quale ebbe 10 figli
Enrichetta nacque da Maria Mariton, una calvinista di origini francesi, e da François-Louis Blondel (1749-1812), un agnostico industriale svizzero, imparentato con dei banchieri ginevrini, emigrato in Italia nel 1771. Stabilitosi prima a Bergamo e poi a Casirate, dove fondò un'industria tessile e avviò il commercio della seta, dai primi anni dell'Ottocento si stabilì a Milano in una casa acquistata dal conte Carlo Imbonati.
Malgrado le opinioni in materia di religione dei genitori, Enrichetta venne battezzata nella parrocchiale di Casirate. A Milano fece scarsi studi - la sua conoscenza del francese, la lingua di famiglia, è molto imperfetta - e vi conobbe nel 1807 Alessandro Manzoni, figlio di Giulia Beccaria la quale, amante di Carlo Imbonati, aveva avuto occasione di frequentare i Blondel.
I due giovani si sposarono a Milano l'8 febbraio 1808 nella casa del Manzoni sia civilmente che con rito calvinista. A Parigi, dove si erano recati in giugno, il 23 dicembre nacque la prima figlia Giulia Claudia: la bambina fu battezzata secondo il rito cattolico per volontà del padre.
A seguito della richiesta del Manzoni, il 18 novembre 1809 papa Pio VII autorizzò la celebrazione del matrimonio cattolico, avvenuto il 15 febbraio 1810 nella casa dell'ambasciatore del Regno d'Italia in Francia Ferdinando Marescalchi, mentre Enrichetta entrava ufficialmente a far parte della comunità cattolica dopo aver pronunciata formale abiura del calvinismo nella chiesa parigina di Saint-Severin il 22 maggio. L'abiura provocò una dura reazione da parte della madre di Enrichetta.
Il cattolicesimo della Blondel fu, sia per la sua stessa formazione protestante che per l'influsso del suo istruttore, l'abate Eustachio Degola, permeato fortemente di giansenismo.
La sua conversione influì molto nella decisione di Manzoni di riavvicinarsi alla fede. È una protagonista dell'episodio leggendario del "Miracolo di San Rocco".
Ritornati in Italia in giugno, Enrichetta condusse una vita anonima fatta di continue gravidanze e di molte malattie: particolarmente gravi quelle avute nel 1821 dopo la nascita della figlia Clara e nel 1830, dopo la nascita di Matilde. Enrichetta ebbe dieci figli: Giulia (23 dicembre 1808 - 20 settembre 1834), Luigia (nata e morta il 5 settembre 1811), Pier Luigi (21 luglio 1813 - 28 aprile 1873), Cristina (23 luglio 1815 - 27 maggio 1841), Sofia (12 novembre 1817 - 31 marzo 1845), Enrico (7 giugno 1819 - 28 ottobre 1881), Clara (12 agosto 1821 - 1° agosto 1823), Vittoria (17 settembre 1822 - 15 gennaio 1892), Filippo (18 marzo 1826 - 8 febbraio 1868) e Matilde (30 maggio 1830 - 30 marzo 1856).
Divenuta quasi cieca, la Blondel morì nella villa di Brusuglio il 25 dicembre 1833.
• 1977 - Sir Charles Spencer Chaplin (Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977) è stato un attore, regista, sceneggiatore, compositore e produttore britannico, autore di oltre novanta film e tra i più importanti e influenti cineasti del XX secolo (in particolare dell'era del film muto); tra gli attori più famosi dalla nascita dell'industria hollywoodiana, figura, in tale ruolo, al decimo posto della classifica AFI dei 25 migliori attori di tutta la storia del cinema.
Il personaggio attorno al quale costruì larga parte delle sue sceneggiature, e che gli diede fama universale, fu quello del "vagabondo" ("The Tramp" in inglese; "Charlot" in italiano, francese e spagnolo): un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo, vestito di una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura, una bombetta e un bastone da passeggio in bambù; tipici del personaggio erano anche i baffetti e l'andatura ondeggiante. L'emotività sentimentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e alle ingiustizie della società moderna, fecero di Charlot l'emblema dell'alienazione umana - in particolare delle classi sociali più emarginate - nell'era del progresso economico e industriale.
• 1983 - Joan Miró i Ferrà (Barcellona, 20 aprile 1893 – Palma di Maiorca, 25 dicembre 1983) è stato un pittore, scultore e ceramista spagnolo, esponente del surrealismo.
«Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni. (Jacques Prévert)»
• 1989
- - Elena Ceauşescu, politica rumena (n. 1919)
- - Nicolae Ceauşescu, politico rumeno (n. 1918)
• 1990 - Carlo Francovich (Fiume, 1910 – 25 dicembre 1990) è stato uno storico e partigiano italiano di origine fiumana. Nel febbraio 1942 fu arrestato a Firenze, insieme a Tristano Codignola, Carlo Ludovico Ragghianti, Raffaello Ramat Prese parte alla Resistenza nelle brigate Giustizia e Libertà del Partito d'Azione; fu padre di Riccardo Francovich.
Insegnò Storia del Risorgimento presso l'Università di Siena e alla Facoltà Magistero dell'università di Firenze. All'Istituto Storico della Resistenza in Toscana fu direttore e poi presidente fino al 1990, anno della sua morte.
• 1995- Emmanuel Lévinas (Kaunas, 12 dicembre 1905 – Parigi, 25 dicembre 1995) è stato un filosofo lituano naturalizzato francese di origini ebraiche.
"Il nostro rapporto col mondo, prima ancora di essere un rapporto con le cose, è un rapporto con l'Altro. E' un rapporto prioritario che la tradizione metafisica occidentale ha occultato, cercando di assorbire e identificare l'altro a sé, spogliandolo della sua alterità."
Nella sua gioventù ricevette un'educazione ebraica tradizionale, incluso il Talmud. Prese la cittadinanza francese nel 1930.
Levinas aveva incontrato presto la scrittura di Fëdor Dostoevskij: seguiterà a riferirvisi, ma per poi giungere a integrare la traccia di pensatori moderni quali Henri Bergson, Marcel Proust e Paul Valéry, come pure di altri, anteriori, ed ebrei, tra cui Ibn Gabirol e Yehuda Halevy. Avrà inoltre a confrontarsi con la figura di Edmund Husserl, traducendone lui in francese le Meditazioni Cartesiane.
Il riconoscimento dell'Altro viene da Levìnas ricondotto alla fede, poiché l'Altro, con la sua irriducibilità e alterità, è la rivelazione dell'infinito, dell'infinita alterità, che pure è presente e ci ispira, anche se non si svela compiutamente a noi.
Levìnas contrappone Rivelazione biblica a Ossessione dell'essere: è la prima a consentirci di riconoscere l'Altro come tale, con una sua totale autonomia, un suo compiuto orizzonte di senso. Essa ci impone di non ridurlo a noi stessi con un uso totalizzante delle nostre categorie interpretative. Ma la relazione all'Altro, oltre che fondata sulla fede, ha anche una connotazione etica: l'irriducibile alterità dell'Altro è quella, ad esempio, che ci impone di non uccidere o alimenta, quando lo facciamo, un perenne rimorso della coscienza. Ecco perché la relazione e la responsabilità che abbiamo nei confronti dell'Altro sono una dimensione costitutiva di noi stessi. Per diversi studiosi, la riflessione di Levìnas sull'Altro costituisce uno dei fondamenti teorici del multiculturalismo contemporaneo, suggerisce, cioè, una visione nuova e diversa dei rapporti fra gli individui e fra le culture: come rapporti fra diversi, che come tali vanno riconosciuti e valorizzati. Solo attraverso questo riconoscimento è possibile attivare una comunicazione autentica fra le culture, senza affermazioni egemoniche di una sull'altra. Questa è una prospettiva feconda, attraverso cui, ad esempio, è possibile guardare in modo nuovo ai problemi di rapporti fra le culture che vengono a determinarsi con i processi migratori in atto su scala planetaria. Il pensiero di Emmanuel Lévinas si è sviluppato, quindi, su due versanti privilegiati: l' esercizio fenomenologico di cui è stato tra i primi rappresentanti in Francia e le letture talmudiche , ispirate a temi biblici ed ebraici. Partendo da Heidegger, Lévinas rimette in questione il primato del problema dell'essere, dominato dal principio di totalità, per cercare nell'appello dell'alterità il fondamento di una soggettività autentica. In questa preminenza dell'etica, nella parte più interna della quale si incontra il principio dostoevskiano della responsabilità universale, l'essere responsabili di tutto verso tutti, Lévinas ritrova il tema della Legge, centrale nel pensiero ebraico.
Prima di ogni avventura speculativa, è nell'incontro con l'altro che si fa strada l'idea dell'infinito.
Evento a cui Lévinas dà il nome di visage, volto. Anche nella distanza invalicabile delle culture, l'altro è cercato nel suo volto e in questa prossimità la relazione si gioca. Il volto è la vera frattura nel territorio unificato e reso disponibile dalla conoscenza e dalle armi. Con esso avanza l'indisponibile per eccellenza. Lo sguardo è conoscenza e percezione. La relazione col volto può essere dominata dalla percezione, ma ciò che è specificatamente volto, è ciò che non vi si riduce. Anzitutto c'è la sua esposizione diretta, senza difesa nella quale appare la sua nudità dignitosa. E' proprio il volto che inizia e rende possibile ogni discorso ed è il presupposto di tutte le relazioni umane. L'altro non è un dato che viene afferrato quasi mettessimo le mani su di lui. L'altro mi guarda e mi riguarda e si disfa dell'idea che di lui ho in mente. Scrive Lévinas in "Totalità e Infinito":
"Noi chiamiamo volto il modo in cui si presenta l'Altro. Questo modo non consiste nel mostrarsi come un insieme di qualità che formano un'immagine. Il volto d'Altri distrugge ad ogni istante e oltrepassa l'immagine plastica che mi lascia".
Il volto dell'Altro ha significato di per sé, si impone al di là del contesto fisico e sociale: il senso del volto non consiste nella relazione con qualcos'altro, esso è senso per sé. Si può dire che il volto non è visto. Esso è ciò che non può diventare un contenuto afferrabile dal pensiero; è l'incontenibile, ti conduce al di là. Il volto dell'Altro ti viene incontro e ti dice: "Tu non ucciderai". Nonostante il divieto può esserci l'assassinio, ma la malignità del male riapparirà nei rimorsi della coscienza dell'assassino, nell'accesso al volto c'è anche un accesso all'idea di Dio. Il volto è responsabilità per Altri: il volto dell'Altro entra nel nostro mondo; esso è una visitazione; è responsabilità: esso mi guarda e mi riguarda. Il volto d'Altri mi impone un atteggiamento etico: "è il povero per il quale io posso tutto e al quale devo tutto". E' così che il volto si sottrae al possesso; il volto dell'Altro, afferma Lévinas, "mi parla e mi invita ad una relazione che non ha misura comune con un potere che si esercita". Il volto dell'Altro, dunque, mi coinvolge, mi pone in questione, mi rende immediatamente responsabile. La responsabilità nei confronti dell'Altro viene a configurarsi, nel pensiero di Lévinas, come la struttura originaria del soggetto. Fin dall'inizio, "l'estraneo che non ho né concepito, né partorito, l'ho già in braccio".
La mia responsabilità nei confronti dell'altro arriva fino al punto che io mi debba sentire responsabile anche della responsabilità degli altri.
• 1997 - Giorgio Strehler (Trieste, 14 agosto 1921 – Lugano, 25 dicembre 1997) è stato un regista teatrale italiano.
Figura fondamentale nella storia del teatro, fondò, insieme a Nina Vinchi e Paolo Grassi, il Piccolo Teatro di Milano, inaugurato il 14 maggio 1947 con lo spettacolo "L’albergo dei poveri" di Maksim Gorkij.
Nella sua lunga attività, Strehler si collega alla tradizione italiana ed europea, e alle più recenti teorie novecentesche dell'arte drammatica, con riferimento all'insegnamento, tra gli altri, di Bertolt Brecht, Antonin Artaud e Louis Jouvet. Attenzione viene data all’uso dello spazio scenico, dei ritmi spettacolari e all’illuminazione.
Nei suoi spettacoli egli cerca di restituire dignità al passato, eseguendo un’interpretazione storica e persino poetica. Nel centro dell’interesse del regista sono sempre l’uomo e le sue azioni.
Nel 1990 fonda, assieme a Jack Lang, l'Unione dei Teatri d'Europa, un'associazione a scopo culturale, con la volontà di fondere esperienze teatrali comunitarie sotto il segno degli scambi culturali. Nello stesso anno gli viene assegnato il Premio Europa per il Teatro.
Ha ricoperto la carica di senatore della Repubblica Italiana e di parlamentare europeo del Partito Socialista Italiano, subentrato nel settembre 1983 a Bettino Craxi.
È stato insignito della Legion d'onore (la massima onorificenza attribuita dalla Repubblica Francese) dall'allora presidente François Mitterrand.
Morì a Lugano la notte di Natale del 1997. I funerali con grande partecipazione di cittadini e di autorità si svolsero due giorni dopo a Milano partendo dalla sede di via Rovello del Piccolo Teatro. Le ceneri sono conservate nel cimitero di Trieste, sua città natale.
• 2000 - Willard Van Orman Quine (Akron, 25 giugno 1908 – Boston, 25 dicembre 2000) è stato un filosofo e logico statunitense.
Quine ha ricoperto la cattedra Edgar Pierce di filosofia della Harvard University dal 1956 al 2000. Chiamato da taluni "il filosofo del filosofo", è il modello quintessenziale del filosofo analitico. Tra le sue maggiori opere Two Dogmas of Empiricism (1951, 1953, 1961), influente attacco alla concezione dei positivisti logici sulle proposizioni analitiche e sintetiche e Word and Object (1960).
Olismo della conferma e relatività ontologica
La tesi centrale che sta alla base della indeterminatezza della traduzione e di altri sviluppi dell'opera di Quine è costituita dalla relatività ontologica e dalla teoria correlata dell'olismo della conferma. La premessa dell'olismo della conferma è che tutte le teorie di quello che esiste (e le affermazioni derivate nel loro ambito) non sono sufficientemente determinate dai dati empirici (dati, dati sensoriali, evidenza); ogni teoria con la sua interpretazione dell'evidenza è ugualmente giustificabile. Così la Weltanschauung degli dei omerici secondo gli antichi greci è credibile quanto le onde elettromagnetiche del mondo dei fisici.
Per quanto riguarda la sua personale credenza, Quine chiarisce alla fine di Two Dogmas of Empiricism:
«In quanto empirista io continuo a pensare lo schema concettuale della scienza, in definitiva, come uno strumento che serve a prevedere le future esperienze alla luce dell'esperienza passata. Gli oggetti fisici sono concettualmente importati nella situazione come convenienti intermediari non per definizione in termini di esperienza, ma semplicemente come presupposti irriducibili che possono essere confrontati, sul piano epistemologico, agli dei di Omero. [...] Da parte mia, in quanto fisico laico, io credo negli oggetti fisici e non negli dei di Omero; e considero un errore scientifico pensarla diversamente. Ma nel momento di stabilire un fondamento epistemologico, gli oggetti fisici e gli dei differiscono solo per il loro grado e non per il loro genere. Entrambi i tipi di entità entrano nelle nostre concezioni solo come presupposti culturali.»
Il relativismo ontologico di Quine lo conduce a concordare con Pierre Duhem quando ritiene che per ogni collezione di evidenza empirica ci sarebbero sempre molte teorie in grado di renderne conto, di inquadrarla. Quindi non è possibile verificare o falsificare una teoria semplicemente confrontandola con l'evidenza empirica; la teoria può sempre essere salvata con qualche modifica. Per Quine il pensiero scientifico ha formato una rete coerente nella quale ogni parte potrebbe essere alterata alla luce dell'evidenza empirica e nella quale nessuna evidenza empirica potrebbe costringere alla revisione di una parte.
L'opera di Quine ha contribuito a una larga accettazione dello strumentalismo nella filosofia della scienza.