Il calendario del 24 Ottobre

Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "Giorno per giorno"

Eventi

* 1648 - Firma della pace di Westfalia. Fine della Guerra dei trent'anni
La pace di Westfalia del 1648 pose fine alla cosiddetta guerra dei trent'anni, iniziata nel 1618, e alla guerra degli ottant'anni, tra la Spagna e le Province Unite. Essa si divide nei due trattati firmati a Münster e Osnabrück (ricordati, appunto, come Trattato di Münster[1] e Trattato di Osnabrück). La pace venne poi completata con il Trattato dei Pirenei, del 1659, che mise fine alle ostilità tra Spagna e Francia.
Con il trattato di Westfalia si inaugurò un nuovo ordine internazionale, un sistema in cui gli Stati si riconoscono tra loro proprio e solo in quanto Stati, al di là della fede dei vari sovrani. Assume dunque importanza il concetto di sovranità dello stato e nasce quindi una comunità internazionale più vicina a come la si intende oggi.

* 1795 - La Polonia viene spartita tra Austria, Prussia e Russia

* 1861 - Completata la prima linea telegrafica intercontinentale, fine del Pony Express

* 1917 - Prima guerra mondiale: inizia la battaglia di Caporetto
La battaglia di Caporetto (o dodicesima battaglia dell'Isonzo) venne combattuta durante la prima guerra mondiale ed iniziò alle ore 2.00 del 24 ottobre 1917. Vide la rotta dell'esercito italiano contro quello austro-ungarico e tedesco. La sconfitta fu tanto pesante che il termine Caporetto è entrato nella lingua italiana come sinonimo di disfatta.

* 1918 - Prima guerra mondiale: inizia la battaglia di Vittorio Veneto
La così detta battaglia di Vittorio Veneto fu combattuta tra il 24 ottobre ed il 3 novembre 1918, tra Vittorio Veneto e le Alpi Giulie, sul fronte italiano della Prima guerra mondiale, tra Italia e Austria-Ungheria, nel momento in cui quest'ultima si disintegrò. La storiografia ufficiale la celebra come una grande battaglia e l'unica grande vittoria italiana nella Prima guerra mondiale. Di fatto fu il prodotto del collasso dell'esercito austro-ungarico nel momento in cui il paese danubiano si disintegrava. L'evento segna la fine della guerra sul fronte italiano.

* 1922 - A Napoli si tenne una grandiosa adunata di camicie nere, raduno che doveva servire da "prova generale" per la futura Marcia su Roma.

* 1929 - Giovedì nero crollo della borsa di New York
Il giovedì nero (24 ottobre del 1929) è stato il primo giorno in cui con chiarezza si è profilato il più rovinoso crollo di Wall Street della storia.
Martedì 22 ottobre, il presidente della National City Bank dichiara: "Non mi risulta ci sia nulla di fondamentalmente negativo nel mercato azionario, nelle imprese e nella struttura creditizia ad esso relativa". Il giorno successivo crollano i prezzi. Due giorni dopo, nel giovedì nero, vengono gettati nel mercato azionario molti pacchetti azionari di cui gli investitori si liberano. I principali banchieri costituiscono un pool nel tentativo di stabilizzare i prezzi. Le quotazioni restano invariate il venerdì, ma il fine settimana non attenua i timori degli investitori che ricominciano a svendere i propri titoli.
Si giunge così al martedì 29 ottobre, il giorno più rovinoso di tutta la storia dei mercati azionari. L'indice delle quotazioni crolla di ben quarantatré punti (quasi il 13% del valore del mercato).
Dal 1929 al 1933 gli americani vedranno ridursi i loro introiti del 50%.
La ripresa prenderà corpo con Franklin Delano Roosevelt ed il New Deal, a partire dalla seconda metà del 1933.

* 1945 - Viene ratificato dai paesi firmatari lo Statuto delle Nazioni Unite dando così vita alle Nazioni Unite

* 1956 - L'Unione Sovietica invade l'Ungheria
La Rivoluzione ungherese del 1956, nota anche come insurrezione ungherese o semplicemente rivolta ungherese, fu una sollevazione armata di spirito anti-sovietico scaturita nell'allora Ungheria socialista che durò dal 23 ottobre al 10 - 11 novembre 1956. Inizialmente contrastata dall'ÁVH, venne alla fine duramente repressa dall'intervento armato delle truppe sovietiche. Morirono circa 2652 Ungheresi (di entrambe le parti, ovvero pro e contro la rivoluzione) e 720 soldati sovietici. I feriti furono molte migliaia e circa 250.000 (circa il 3% della popolazione dell'Ungheria) furono gli Ungheresi che lasciarono il proprio Paese rifugiandosi in Occidente. La rivoluzione portò a una significativa caduta del sostegno alle idee del comunismo nelle nazioni occidentali.

* 1964 - La Rhodesia Settentrionale ottiene l'indipendenza dal Regno Unito (La Rhodesia Meridionale resta una colonia)

* 1970 - Salvador Allende viene eletto presidente del Cile
«Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento.»
(Estratto dall'ultimo discorso radiofonico di Salvador Allende, poche ore prima della sua morte, l'11 settembre 1973)


* 1973 - Fine della guerra del Kippur

* 1980 - Il Governo polacco legalizza il sindacato Solidarnosc

* 2001 - Un incendio nella galleria stradale del San Gottardo in Svizzera, causato dallo scontro frontale di due autoarticolati, provoca 11 vittime

Anniversari

* 996 - Ugo Capeto, in francese Hugues Capet (940 ca. – Prasville, 24 ottobre 996), fu prima duca dei Franchi e conte di Parigi poi re di Francia dal 987 alla sua morte.
Con il suo regno iniziò la dinastia dei Capetingi, la quale, comprendendo anche i rami cadetti dei Valois e dei Borbone, regnò sul trono francese fino al XIX secolo: infatti tutti i sovrani di Francia suoi successori, esclusi i Bonaparte, erano suoi discendenti diretti in linea maschile.

* 1537 - Jane Seymour (Wiltshire, 1509 circa – Hampton Court, 24 ottobre 1537) fu regina consorte d'Inghilterra come terza moglie di Enrico VIII, dal 1536 fino alla morte.

* 1601 - Tycho Brahe, un tempo chiamato in italiano anche Ticone (Castello di Knutstorp, 14 dicembre 1546 – Praga, 24 ottobre 1601), è stato un astronomo danese.
Eliocentrismo
Keplero cercò, senza riuscirci, di persuadere Brahe ad adottare il modello eliocentrico del sistema solare. Brahe credeva in un modello geocentrico, che prese poi il nome di sistema ticonico (secondo cui il Sole girerebbe attorno alla Terra immobile, e tutti gli altri pianeti girerebbero attorno al Sole), per gli stessi motivi per cui sostenne che la supernova del 1572 non era vicina alla Terra. Egli sostenne che se la Terra fosse stata in moto, allora le stelle vicine avrebbero dovuto cambiare posizione relativamente alle stelle più lontane. In realtà questo effetto di parallasse esiste; non poteva essere osservato ad occhio nudo né con i telescopi dei duecento anni a seguire, perché anche le stelle più vicine sono molto più lontane di quanto gli astronomi dell'epoca ritenessero possibile. Nel modello ticonico la Terra era immobile, al centro di un universo racchiuso dalla sfera delle stelle fisse. La Terra era il centro anche delle orbite della Luna e del Sole che , a sua volta, era il centro delle orbite degli altri 5 pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno). Epicicli, eccentrici ed equanti sono ancora necessari e presuppongono il superamento della realtà delle sfere cristalline. Il sistema ticonico presentava alcuni vantaggi:
1. qualità dei calcoli matematici pari a quelli del sistema copernicano;
2. escludeva i conflitti con le Scritture, mantenendo la Terra immobile e al centro dell'Universo.
Fu la grande autorità di Brahe che da un lato ritardò l'affermazione del sistema Copernicano e dall'altro favorì l'abbandono del sistema Tolemaico. La negazione delle realtà delle sfere cristalline ebbe un valore rivoluzionario, esattamente quanto la teoria "eliocentrica" ("eliostatica" sarebbe più esatto) di Copernico

* 1655 - Pierre Gassendi.
L'abate Pierre Gassend, detto Gassendi (Champtercier, 22 gennaio 1592 – Parigi, 24 ottobre 1655), è stato un matematico, filosofo, teologo e astronomo francese.
In suo onore è stato intitolato l'asteroide 7179 Gassendi e il cratere lunare Gassendi.

* 1725 - Alessandro Scarlatti (Palermo, 2 maggio 1660 – Napoli, 24 ottobre 1725) è stato un compositore italiano di musica barocca, particolarmente famoso per le sue opere.
In campo operistico, è considerato uno dei fondatori della grande scuola musicale napoletana.

* 1870 - Antonio María Claret y Clará (Sallent, 23 dicembre 1807 – Fontfroide, 24 ottobre 1870) è stato un missionario e arcivescovo cattolico spagnolo, fondatore delle congregazioni dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria e delle Religiose di Maria Immacolata: è stato proclamato santo da papa Pio XII nel 1950.

* 1875 - Jacques Paul Migne (Saint-Flour, 25 ottobre 1800 – 24 ottobre 1875) è stato un bibliografo, presbitero ed editore francese, noto soprattutto per aver curato la realizzazione della Patrologia Latina e della Patrologia Greca, raccolte degli scritti dei Padri della Chiesa.

* 1896 - Domenico Tiburzi (Cellere, 28 maggio 1836 – Capalbio, 24 ottobre 1896) è stato un brigante italiano.
Nacque da Nicola Tiburzi e Lucia Attili. Chiamato da tutti "Domenichino", fu il più famoso brigante della Maremma, divenuto una leggenda tra gli abitanti della provincia di Grosseto.

Considerazione sociale
Rappresenta un esempio di criminalità nata come risposta alle ingiustizie della società. Dai grandi proprietari pretendeva la "tassa del brigantaggio" e in cambio garantiva protezione.
Divenne un eroe popolare, il brigante buono e soccorrevole che uccideva "perché fosse rispettato il comando di non uccidere". Eliminò, infatti, molti briganti che si erano distinti per la loro prepotenza e cattiveria, quando capì che non sarebbe riuscito con la persuasione a ridurli a più miti comportamenti. Egli distingueva bene la legge dalla giustizia e lui stesso si era nominato protettore della giustizia anche contro la legge e in quell'epoca la legge la facevano i Savoia.
Si sposò con Veronica dell'Aia che gli dette due figli.

I primi omicidi
La sua fedina penale si sporcò molto presto:
▪ A sedici anni fu incluso in un elenco di ricercati per furto.
▪ A diciannove subì un processo per lo stesso reato, ma venne assolto.
▪ A ventisette venne arrestato per aggressione e ferimento, poi rimesso in libertà per "desistenza della parte offesa".
▪ Nel 1867 uccise il guardiano del marchese Guglielmi, Angelo Del Bono, reo di avergli affibbiato una multa di 20 lire, uno sproposito per quei tempi (basti pensare che è come se oggi per un paio di calze rubate in un supermercato si facessero pagare a un poveraccio oltre 20.000 euro) e tutto perché era andato a raccogliere un fascio d'erba nel campo del marchese. Dopo aver passato la notte insonne la mattina seguente prese la fatal decisione per il povero ma severo guardiano. Ciò scaturì dal fatto che prima dell'Unità d'Italia furono cambiate certe leggi che permettevano la sopravvivenza ai contadini più poveri raccogliendo le spighe cadute dopo la mietitura. Dopo il misfatto si diede alla macchia, vero regno del brigantaggio di quei tempi, e così con la latitanza inizia la sua storia da bandito.
▪ Nel 1869 fu arrestato e condannato dal Tribunale di Civitavecchia a 18 anni di galera da scontarsi nel bagno penale di Corneto, cioè Tarquinia.
▪ Tre anni dopo evase insieme a Domenico Annesi (detto "l'Innamorato") e Antonio Nati (detto "Tortorella"). Si rifugiò nelle macchie della zona castrense dove si unì ad altri latitanti.

L'entrata in pianta stabile nel brigantaggio
In questo periodo si affacciò alla ribalta del brigantaggio Domenico Biagini di Farnese (detto "il curato" perché molto credente), con il quale Tiburzi strinse un duraturo patto di alleanza. Si unirono a loro David Biscarini e Vincenzo Pastorini, tutto mentre sulla testa del Tiburzi pendeva una taglia di diecimila lire.
Il Biscarini divenne capo della banda, anche se per poco, dato che nel 1877 fu ucciso dai carabinieri. Da lì in poi, le redini della banda passarono nelle mani di "Domenichino", che accolse nel gruppo Giuseppe Basili (detto "Basiletto").
Basili e Pastorini furono uccisi da Tiburzi, il primo perché commetteva continue estorsioni ai danni dei mercanti e crudeli bravate, il secondo perché lo metteva sempre in ridicolo raccontando della sua fuga in mutande dalla grotta nella quale fu colpito il Biscarini. Pastorini fu ucciso in un duello sull'aia, fulminato dalla doppietta di Tiburzi.
Nel marzo del 1883 nelle vicinanze di Farnese, goloso dell'ammontare della taglia, Antonio Vestri, boscaiolo, condusse i carabinieri presso il rifugio dei briganti, che riuscirono a fuggire. Dopo qualche tempo il boscaiolo era cadavere. Biagini gli sparò addosso una schioppettata e Tiburzi, per aggiunta, lo sgozzò; al che Biagini, per non essere da meno, sventrò col suo pugnale i due muli con i quali il Vestri trasportava la legna appena raccolta nel Lamone.
Nel 1888, Tiburzi uccise Raffaele Pecorelli, colpevole di aver rubato un maiale al nipote Nicola. Il compare Biagini cadde sotto i colpi dei carabinieri, in un agguato nella macchia di Gricciano, sul Fiora. Era il 6 agosto 1889: il vecchio bandito aveva ormai 53 anni e da venti viveva alla macchia. Ma Domenichino non si scoraggiò e nel 1889 indusse Luciano Fioravanti, nipote del Biagini,(affinché fosse degno di entrare nelle grazie del "Livellatore") ad uccidere un certo Luigi Bettinelli (detto "il Principino"), sgradito a Domenichino, perché era violento con le donne. Inoltre tra i suoi omicidi i più numerosi sono contro gregari che non stavano alle regole, o contro spie, o contro chi commetteva rapine in suo nome offuscandone l'immagine (tipo un certo capraio di Terracina perché rapinava a nome suo).
Da "bravo" brigante era diventato un Robin Hood dei tempi nostri, aveva istituito una tassa sul brigantaggio cui dovevano corrispondere i nobili ed i ricchi possidenti terrieri che tenevano in pugno l'economia agricola della zona; per gli insolventi la punizione era l'incendio, tipico mezzo di reazione antipadronale dei braccianti maremmani.
Del denaro ricavato il Tiburzi ne donava una parte ai familiari dei meritevoli briganti uccisi e con un'altra pagava il sostentamento per i più poveri e per i contadini e gli artigiani che non riuscivano a sbarcare il lunario. D'altronde aveva uno spirito umanitario, anche se un po' particolare.
Il suo ultimo omicidio fu quello di Raffaele Gabrielli, fattore dei Marcese Guglielmi, il 22 giugno 1890 nelle campagne di Montalto di Castro perché non aveva avvertito i briganti che ci sarebbe stata una perlustrazione dei carabinieri, nella quale poi rimase ucciso lo stesso Biagini. Il Tiburzi ed il Fioravanti uscirono dalla macchia e chiamarono ad alta voce il fattore che stava facendo colazione insieme ai mietitori e ai suoi collaboratori. Portato a pochi metri di distanza il Tiburzi gli sparò alla testa sotto lo sguardo atterrito dei mietitori.
Nel 1893 il Governo, presieduto da Giovanni Giolitti, ordinò alle autorità di intervenire energicamente per la cattura di tutti i briganti. In una retata ne furono presi oltre 150, processati poi a Viterbo, ma Tiburzi sfuggì continuando a fare il brigante.
In breve tempo furono effettuati molti arresti che coinvolgevano persone di ogni ceto sociale: nobili, contadini, pastori, tutti accusati di associazione a delinquere per aver sottratto i latitanti alle perlustrazioni dei carabinieri e quindi contribuito a creare quell'invulnerabile muro di omertà che avvolgeva e proteggeva i briganti della Maremma. Ma i più erano contadini e pastori, alle cui famiglie venne a mancare, con il loro arresto, l'unico mezzo di sostentamento.
Giolitti stesso si indignò per la situazione venutasi a creare in Maremma.
L'azione delle forze dell'ordine portò il brigantaggio maremmano, e Tiburzi in particolare, agli onori della popolarità nazionale e da quel momento la caccia al bandito divenne serrata e spietata.

L'uccisione
Nel 1896, presso Capalbio, fu ucciso dopo 24 anni di latitanza dai militari del capitano Michele Giacheri, ufficiale dotato di grande esperienza nel settore. Non a caso il regno di Tiburzi durò molto a lungo, grazie proprio agli equilibri che era riuscito a stabilire con i potentati locali, evitando accuratamente di scontrarsi con la polizia ("figli di mamma" come li chiamava lui) e tutelando gli interessi di determinati possidenti, a cui garantiva protezione non solo dagli altri briganti, ma anche da ogni altro genere di problemi, dietro un regolare compenso, come fosse una paga, un premio assicurativo o una tassa sulla salute.
Giacheri cominciò a percorrere instancabilmente in lungo e largo il regno del brigante, spacciandosi per un topografo francese, coadiuvato dal suo fido tenente Silvio Rizzoli.
Il luogotenente di Domenichino, Luciano Fioravanti, più giovane di oltre vent'anni, riuscì a fuggire. Alla fine fu ucciso nel 1900 per mano di un amico traditore, Gaspero Mancini, che per derubarlo e assicurarsi la taglia posta sulla sua testa, lo freddò con un colpo a bruciapelo mentre dormiva. Accadde una piovosa notte d'autunno, tra il 23 ed il 24 di ottobre, tre militi, il brigadiere Demetrio Giudici e i carabinieri Raffaele Collecchia ed Eugenio Pasquinucci, per un puro caso,cioè per non aver trovato alla casa del Cunicchio del pane per rifocillarsi,proseguirono verso Capalbio e passando in localita "le Forane" videro il lume acceso nella casa del colono Franci,dove abitavano assieme al padre anche le due belle figlie con le quali il Tiburzi e il Fioravanti pareva se l'ha intendessero . I due fuorilegge avevano trascorso la serata cenando con le migliori provviste assieme ai familiari del colono,e soprattutto "Domenichino" aveva ecceduto con le libagioni,infatti sulla tavola,insieme ai racconti del brigante,dispensati ai commensali come un vero e osannato patriarca,si allinearono molti fiaschi di vigoroso vino maremmano.Improvvisamente,all'avvicinarsi dei gendarmi,i cani iniziarono ad abbaiare furiosamente, e al "Chi va là" del Tiburzi parte lo scontro a fuoco: i due briganti potevano brandire ottimi fucili a retrocarica, fucili a canne mozze, pugnali e varie rivoltelle. Appena spalancata la porta il primo che uscì allo scoperto per fuggire fu il Fioravanti che esplose un paio di fucilate nell'ombra,per coprirsi la fuga nelle tenebre con l'effetto sorpresa.Il Tiburzi invece,più anziano e lento non riusci' a scappare come il Fioravanti,ma questo non gli impedì di lasciare andare anch'esso due fucilate verso quella che credette la figura di un gendarme:l'infallibile mira del Re del Lamone,annebbiata dal vino e dagli anni purtroppo questa volta colpì,come ultimo bersaglio di una storia leggendaria,un orcio di terracotta,che andò si in frantumi,ma espose al contempo il brigante ad una più rapida individuazione dei carabinieri,i quali risposero al fuoco,crivellandolo di colpi alle gambe e al torace,e lasciandolo ucciso all'istante.Domenico Tiburzi cadde,ma lo fece impugnando il suo scettro di indiscusso Re della Macchia:con il fucile tra le mani.Il Fioravanti riuscì invece come detto a fuggire con un formidabile balzo, immacchiandosi nelle tenebre impenetrabili della campagna maremmana di fine ottocento,come fosse stato un cinghiale braccato dalla canizza,e scomparve in un battibaleno,sottraendosi agli spari furiosi dei gendarmi e prima che qualcuno potesse solo tentare o anche pensare di acciuffarlo.
Sembra che l'unica fotografia che si trovi del brigante Domenico Tiburzi sia stata fatta dopo la sua morte, con il corpo legato al tronco di un albero per tenerlo in piedi e gli stecchini agli occhi per dare l'illusione che fosse ancora vivo.

I funerali voluti dalla gente di Capalbio
Alla morte di Domenichino il suo regno rimase tutto a disposizione della banda ancora per qualche anno per poi disgregarsi ineluttabilmente. I tre che la componevano, Settimio Menichetti, Settimio Albertini e Antonio Ranucci, erano troppo malvagi per poter aspirare all'amicizia del "Livellatore".
Di Tiburzi si conoscono i delitti, quelli che risultano negli archivi. Ma nessun archivio riporta, di un brigante, le manifestazioni positive; altrimenti non si spiegherebbe l'ammirazione da parte di tanta gente del popolo. Infatti il prete voleva negare al brigante il funerale e la sepoltura in terra consacrata ma la ostinata popolazione di Capalbio, sdegnata da tale decisione, ha esatto per il paladino dei diritti dei più deboli un’onorata sepoltura in terreno consacrato. Si arrivò così ad un compromesso: "mezzo dentro e mezzo fuori dal cimitero". Quindi si scavò la fossa proprio dove si apriva il cancello d'ingresso originario e gli arti inferiori restarono dentro - come vuole la tradizione - mentre la testa, il torace (e dunque l'anima) rimasero fuori.

La fine del brigantaggio in Maremma
Da notare è che i carabinieri furono premiati con una medaglia d'argento con tanto di cerimonia di stato e foto in posa, ma il professionale Giacheri non si lasciò lusingare e si concentrò sulla debellazione della Maremma fino all'ultimo brigante.
Il brigantaggio fu debellato alla fine del diciannovesimo secolo. Pochi briganti finirono ammanettati: preferirono cadere sotto il piombo dei carabinieri piuttosto che arrendersi e finire agli arresti.
L'onorevole Massari definì il fenomeno del brigantaggio come "la protesta selvaggia e brutale della miseria contro le antiche e secolari ingiustizie", legato all'esistenza delle grandi tenute maremmane e delle tensioni sociali.
Non a caso i più gravi episodi di violenza si verificavano ai danni di guardiani, guardiacaccia, fattori, carabinieri e altri rappresentanti del potere padronale e dello Stato.

Ricordi di Tiburzi
Film

A Domenico Tiburzi è stato poi dedicato un film uscito nel 1996 e diretto da Paolo Benvenuti, intitolato proprio Tiburzi con il patrocinio del Comune di Montalto di Castro, Comune di Capalbio e con la collaborazione dei Comuni di Canino, Cellere, Farnese, Ischia di Castro e Tarquinia.

Pubblicazioni editoriali
Il famigerato brigante, "Re della Maremma", è anche apparso sulle copertine e sulle pagine di diversi libri pubblicati anche nel 2006.

Canzone
Il gruppo musicale italiano La Tresca ha dedicato al brigante maremmano “Il sentiero dei briganti”, canzone inserita nell'album del 2003 "Compagni di strada".
Il gruppo musicale Tuscae Gentes ha dedicato una canzone al brigante dal titolo “Lettere di Tiburzi”, inserita nell'album del 2003 "Quando il Merlo Canta". La canzone contiene il testo di due ipotetiche lettere che Tiburzi avrebbe scritto, una se fosse andato in Paradiso e l'altra se fosse andato all'Inferno.
Il cantautore italiano Massimiliano Larocca ha dedicato al brigante la canzone "Il Brigante Tiburzi", inserita nell'album del 2010 "Chupadero!"

Il mito continua
La sua fama e la sua leggenda continuano ad imperversare e ad intrattenere attraverso alcuni media. Il suo alone di mistero, la sua "bontà" dalla morale discutibile ma simpatica a primo impatto fanno sempre più presa sul pubblico di cui solo una piccola parte lo conosce, ma si spera che la sua storia particolare ma attraente si divulghi non più per sentito dire e diventi ben presto di dominio pubblico.
A distanza di più di 100 anni il nome di Tiburzi provoca la curiosità dei ragazzi quando viene evocato nella lettura del giornalino di Gian Burrasca di Vamba, scritto nel 1º decennio del XX secolo. Infatti, nel racconto del 27 dicembre il giovanissimo protagonista Giannino dopo un'ennesima marachella, compiuta nei confronti del signor Tyrynnanzy che lo accompagnava nel viaggio in treno da Firenze a Roma, è da questo apostrofato con la famosa frase: - Ma tu sei peggio di Tiburzi!... Come fa la tua povera famiglia a sopportare una canaglia come te?... -

* 1915 - Don Luigi Guanella (Fraciscio di Campodolcino, 19 dicembre 1842 – Como, 24 ottobre 1915) è stato un presbitero italiano, fondatore delle congregazioni dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza: nel 1964 è stato proclamato beato da papa Paolo V

* 1944 - Louis Renault (15 febbraio 1877 – 24 ottobre 1944) è stato un imprenditore francese fondatore della casa automobilistica omonima.

* 1954 - Guido Miglioli (Casalsigone, 1879 – Milano, 24 ottobre 1954) è stato un politico e sindacalista italiano
Nato da una famiglia contadina e cattolica, laureato in legge, si interessò presto dei problemi dei piccoli proprietari agricoli e dei braccianti, organizzando i sindacati degli agricoltori cattolici, le Leghe bianche: candidato alle elezioni del 1913, fu eletto deputato. Fondò a Cremona il quotidiano «L'Azione», aderì al Partito popolare nel 1919 e fu ancora eletto al Parlamento.
Si batté contro i grandi proprietari terrieri durante le lotte sindacali del dopoguerra; fu inviso ai fascisti ma anche allo stesso Partito popolare, che non ne condivise gli avanzati programmi sociali e le sue simpatie nei confronti dei partiti di sinistra, espellendolo nel 1924. Abbandonata l’Italia alla fine del 1926, si stabilì in Svizzera e poi in Francia. Nel 1929 partecipò a Berlino al I Congresso internazionale antifascista e soggiornò anche in Unione Sovietica, lodando l’esperienza della collettivizzazione delle campagne.
Arrestato nel 1940 in Francia dai tedeschi, fu consegnato alla polizia italiana che lo condannò al confino. Liberato alla caduta del fascismo, nel 1944 fu sequestrato dai fascisti legati a Roberto Farinacci che lo tennero in stato di ostaggio fino al 25 aprile del 1945.
Nell’immediato dopoguerra, il nuovo partito cattolico della Democrazia Cristiana rifiutò la sua iscrizione: nelle elezioni del 18 aprile 1948 fondò un piccolo movimento della sinistra cristiana denominato Movimento Cristiano per la Pace che confluì nelle liste del Fronte Democratico Popolare socialcomunista, si candidò ma non venne eletto. Continuò a occuparsi di politica e di problemi sindacali, anche insieme all’amico don Primo Mazzolari, entrambi isolati e guardati con sospetto dalle gerarchie cattoliche. È sepolto nel cimitero di Soresina..

* 1957 - Christian Dior (Granville, 21 gennaio 1905 – Montecatini Terme, 24 ottobre 1957) è stato uno stilista e imprenditore franceseche rilanciò nel dopoguerra la moda parigina quando si trovò detronizzata dalla concorrenza dei sarti statunitensi ed italiani, ridandole il primato internazionale.

* 1958 - George Edward Moore, (4 novembre 1873 – 24 ottobre 1958) è stato un filosofo britannico. È di grande importanza nella storia della filosofia britannica ed europea. Molti fanno cominciare con lui la filosofia analitica e la metaetica del XX secolo.

"Se mi si chiede: che cosa é bene?, la mia risposta é che bene é bene e null'altro. O se mi si domanda: come si deve definire il bene? la mia risposta é che esso non si può definire, e questo é tutto quel che ho da dire sull'argomento" (Principia ethica cap. I, §§ 6-7).

Il pensiero filosofico
È conosciuto per il paradosso detto "paradosso di Moore", per l'opera Principia Ethica e per il concetto di "fallacia naturalistica", tramite cui intende dimostrare che il "buono" è un oggetto reale, semplice, non analizzabile, indefinibile e, soprattutto, non naturale. Moore opera una tripartizione nel campo della teoria del valore: ci sono valori soggettivi, oggettivi ed intrinseci: gli autentici valori etici ed estetici sono di quest'ultimo tipo.

Etica
Moore sviluppò il concetto di "fallacia naturalistica", un errore che si compirebbe ogni qualvolta si tenti di definire concetti come il bene, un concetto semplice di cui non si può dare alcuna definizione, sia di natura fisica che metafisica.
L'errore che generalmente si compie è far coincidere il bene con le proprietà con cui lo si descrive.
Come non si può descrivere che cos'è il colore giallo, così non si può descrivere che cos'è il bene, ma solo indicare qual è.
Diversamente da Kant sostenne che la nozione del dovere si basa su quella del bene, quindi l'uomo deve perseguire quegli atti che indurranno il bene, e il fine dell'etica è quello di indagare quelle proprietà e quelle considerazioni formulate sulla qualità degli oggetti indicati con la definizione di "bene" e di "male". Non potendo l'uomo venire a conoscenza di tutte le conseguenze di tutte le azioni possibili, secondo l'etica di Moore, la soluzione ideale, se non per risolvere ma almeno per limitare i problemi della vita, consisterebbe nell'adeguamento alle regole tradizionali (Principia Ethica, V, §99).
Buono è dunque indefinibile ed è una proprietà non-naturale, individuata dall'uomo grazie alla sua "intuizione morale" che gli fa percepire cosa è buono. In questo concorda con gli Intuizionisti etici.

Realismo
Con l'opera "La confutazione dell'idealismo" (1903) Moore criticò il modello idealistico che si risolve nell'inclusione dell'oggetto come parte o qualità della coscienza. Moore affermò, invece, che l'indagine e la conoscenza di un oggetto non implica alterazioni nell'"osservato".
Sostenne la esteriorità delle relazioni come un cardine del suo modello filosofico e punto di partenza del realismo.
Nello scritto Some Main Problems of Philosophy focalizzò la sua analisi sul senso comune, allo scopo di difendere le credenze e per tendere a delineare una relazione fra verità e senso comune.


* 1964 - Ezio Vigorelli (Lecco, 1892 – Milano, 24 ottobre 1964) è stato un partigiano italiano, ministro del lavoro.
Dopo essere diventato avvocato, si distinse come combattente nella Resistenza. Partecipò alla Repubblica dell'Ossola dove assunse la responsabilità della Giustizia. Durante quegli anni perse due suoi figli Bruno e Adolfo, soprannominato Fofi, morti in combattimento nella non lontana Valgrande.
Nel dopoguerra continuò la militanza nel Partito Socialista mantenendosi su posizioni moderate. Dopo la scissione del Partito Socialista e la nascita del PSDI, confluì nel secondo. Per il PSDI divenne deputato all'assemblea Costituente nella prima, seconda terza e quarta legislatura.
Fu sottosegretario al tesoro nel V governo De Gasperi e ministro del lavoro nel Governo Fanfani II, Governo Segni I, Governo Scelba.
Come ministro del lavoro predispose un sistema per attribuire efficacia erga omnes ai contratti di lavoro, detti decreti Vigorelli ma la successiva proroga di emanare decreti delegati fu dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale. Come Ministro del Lavoro predispose un sistema per attribuire efficacia erga omnes ai contratti di lavoro, detti decreti Vigorelli ma la successiva proroga di emanare decreti delegati fu dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale.
Divenne pure presidente dell’ECA – Ente Comunale di Assistenza di Milano e presidente dell’IFDAM – Istituto Fascista di Assistenza ai Minorenni di Milano, Via Giulio e Corrado Venini, 15, che, appena nominato Commissario Straordinario dell'ECA dal CNL, - con lettera del 17 maggio 1945 - subito ridenominò IDAM – Istituto di Assistenza ai Minorenni. Fu anche nominato Presidente della Metropolitana Milanese.

* 2005 - Rosa Louise Parks (all'anagrafe Rosa Louise McCauley; Tuskegee, 4 febbraio 1913 – Detroit, 24 ottobre 2005) è stata una attivista statunitense afroamericana, figura-simbolo del movimento per i diritti civili statunitense, famosa per aver rifiutato nel 1955 di cedere il posto dell'autobus ad un bianco, dando così origine al boicottaggio degli autobus di Montgomery.

* 2006 - Bruno Lauzi (Asmara, 8 agosto 1937 – Peschiera Borromeo, 24 ottobre 2006) è stato un cantautore, compositore, poeta, scrittore e cabarettista italiano.

«Ora dicono fosse un poeta
Che sapesse parlare d'amore
Cosa importa se in fondo uno muore
E non può più parlare di te » (B. Lauzi, Il poeta)


Nato sul suolo Italiano dell'Eritrea, ma cresciuto a Genova, è considerato - insieme con Fabrizio De André, Umberto Bindi, Luigi Tenco e Gino Paoli - tra i fondatori e maggiori esponenti della cosiddetta scuola genovese dei cantautori.
L'inclinazione artistica di Lauzi si manifesta piuttosto precocemente. Sono gli anni cinquanta quando, insieme all'amico Luigi Tenco, compagno di banco al ginnasio con il quale condivide la passione per le pellicole musicali e per il jazz, forma un gruppo musicale e inizia a scrivere i primi brani.
Nel 1960 Giorgio Gaber incide su 45 giri una sua canzone (con il testo di Mogol), Bella, che è il debutto, seppur solo come autore, di Lauzi.
L'inizio della carriera come cantautore avviene nel 1962: con lo pseudonimo di Miguel e i Caravana incide due canzoni in dialetto genovese (giocando con le assonanze tra la lingua brasiliana e questo dialetto), e O frigideiro, oltre ad ottenere un discreto successo, gli apre le porte del cabaret: viene infatti chiamato al Derby Club di Milano per effettuare alcuni spettacoli.
Il successo con il suo vero nome, però, avviene con una serie di canzoni: Ti ruberò, Margherita, Viva la libertà, Ritornerai, e Il poeta (scritta nel 1963 e considerata dalla critica uno dei manifesti della scuola genovese), che verrà incisa da Gino Paoli.
È del 1965 la sua unica partecipazione al Festival di Sanremo con il brano Il tuo amore, un valzer che riecheggia atmosfere francesi, che viene ignorato dalle giurie e non viene ammesso alla finale.
Al filone romantico Lauzi alterna spesso canzoni umoristiche, come la già citata O frigideiro e Garibaldi blues (cover con testo in italiano di Fever). Questo aspetto del suo talento creativo lo porterà successivamente a collaborare con comici e cabarettisti quali Lino Toffolo ed Enzo Jannacci, per i quali scrive diverse canzoni, tra cui Il metrò e Ragazzo padre.
Nel 1970 Lauzi inizia la collaborazione con Mogol e Lucio Battisti, che lo portano alla loro casa discografica, la Numero Uno, e scrivono a loro volta per lui diversi motivi di successo: Mary oh Mary, E penso a te, Amore caro, amore bello, L'aquila e Un uomo che ti ama. Alla Numero Uno l'artista conosce un giovane cantautore napoletano, Edoardo Bennato, con cui scrive Lei non è qui... non è là.
Negli anni settanta, Lauzi è tra i primissimi personaggi dello spettacolo a intervenire in trasmissioni delle prime televisioni private, allora agli albori. A Telebiella si esibisce in un concerto precedentemente rifiutato dalla RAI. La sua presenza nella piccola emittente piemontese avrà grande riscontro sulla stampa nazionale. Il 30 giugno del 1995, a pochi giorni dalla scomparsa di Mia Martini, partecipa all'"Omaggio a Mia Martini" organizzato a Lamezia Terme da Ruggero Pegna, cantando "Piccolo Uomo", che trasforma per l'occasione in "Piccola Donna". Lo spettacolo è trasmesso da RAI Due in differita il 20 luglio.
Negli ultimi anni di vita, nonostante la sofferenza per la malattia che l'aveva colpito (una grave forma di morbo di Parkinson) Lauzi conserva intatta la sua straordinaria verve, la schiettezza e il grande senso dell'ironia, che lo porta persino a indirizzare una lettera a Mr. Parkinson. In questo ambito promuove diverse iniziative per la raccolta di fondi per lo studio e l'assistenza agli ammalati di Parkinson e pubblica dischi e poesie appositamente dedicati.
Colpito da un cancro al fegato in aprile, muore nell'ottobre 2006.
A giugno del 2005 era uscito il suo ultimo romanzo, dal titolo curioso "Il caso del pompelmo levigato", edito da Bompiani, mentre nel 2006 aveva partecipato alla realizzazione del disco-tributo ... a Pierangelo Bertoli (pubblicato per ricordare il cantautore di Sassuolo) interpretando Sera di Gallipoli.
Al suo nome è stata dedicata l'edizione 2006 del Premio Tenco.

Un artista controcorrente
Lauzi è stato sempre un uomo controcorrente (Ivano Fossati lo ha definito un vero anticonformista"): a partire dalla politica, di cui negli ultimi anni amava scrivere anche su alcuni siti internet, fino agli aspetti musicali. Amava differenziarsi dagli altri cantautori, non disdegnando di interpretare brani di altri autori, pur scrivendo brani stupendi per molti interpreti.

L'interesse per la politica
Negli anni sessanta e anni settanta, mentre molti tra i più noti cantautori, come gli amici De André, Paoli e Tenco, "militavano" in vario modo a sinistra, lui scelse di fare comizi e prodigarsi per il PLI (Partito Liberale), ritenuto conservatore, ironizzando anche su Mao Zedong, con Arrivano i Cinesi (1969). Nel 1977, con la musica e la società in piena recrudescenza politica, scrive Io canterò politico, una canzone-invettiva contro i cantautori politici di sinistra (salvando tra tutti solo Guccini), definita dai critici "intelligentissima ma tremenda", che fu presentata al Premio Tenco. Questo lo accreditò come artista sempre al di fuori del coro e con orgoglio. Spesso veniva avvicinato (da altri) ad aree politiche non collegate al partito più gettonato dalla musica (cioè il PCI), come quella repubblicana, radicale e centrista. Lauzi era un uomo libero certamente non liberista e sicuramente democratico. In realtà, commentava spesso con tagliente ironia anche i fatti riguardanti questi partiti, dimostrando la sua autonomia. L'unico impegno ufficiale di Lauzi, a parte il periodo del PLI, fu quello civile di sostegno all'Associazione Italiana Parkinson, dopo che fu colpito dalla patologia.

Autore e interprete

«Ricordo una sera a Varazze
che venivo da Savona
no, non era Varazze
non era neanche Savona
Ohi, non era neanche quella volta lì! » (Bruno Lauzi, da I crauti)


Come autore, Bruno Lauzi firma indimenticabili brani soprattutto per voci femminili: per Mia Martini compone Donna sola, Piccolo uomo (poi ripresa da Lauzi stesso), Neve bianca, Per amarti, Almeno tu nell'universo; per Ornella Vanoni Alibi e La casa nel campo; per Marcella Bella scrive Più soffia il vento e Verde smeraldo; per Anna Identici Una rosa da Vienna (Festival di Sanremo 1966); per Mina Radio, Mi fai sentire così strana, Racconto, Devo dirti addio.
Nel 1981 scrive per Orietta Berti la canzone: La barca non va piu', con questa canzone la cantante partecipera' al Festival di Sanremo 1981. Non mancano però anche successi interpretati da uomini: Mino Reitano (Cento colpi alla tua porta), Pino Donaggio (La voglia di vivere), I Nomadi (So che mi perdonerai), Piero Focaccia (Permette signora), Michele (Ti giuro che ti amo).
Un altro aspetto dell'attività di Lauzi come autore sono gli adattamenti in italiano di canzoni di lingua straniera. Tra queste ricordiamo L'appuntamento e Dettagli, scritte da Roberto Carlos e portate al successo in Italia da Ornella Vanoni, Quanto t'amo di Johnny Halliday, Lo straniero e molte altre di Georges Moustaki, Champs Elysées di Joe Dassin, Il mondo è grigio, il mondo è blu di Eric Charden e una decina di brani di Paul Simon, tutti racchiusi in un unico album del 1974.
Pur essendo cantautore, Lauzi non ha disdegnato di interpretare canzoni scritte da altri: oltre alle già citate canzoni di Mogol e Battisti, nel 1974 incide Onda su onda, scritta da Paolo Conte che diventa un successo rilanciato dalle emittenti radiofoniche. Ad esso si aggiungono poi, tra gli altri motivi, Genova per noi, sempre di Conte, Angeli di Lucio Dalla, Naviganti di Ivano Fossati, Molecole di Mario Lavezzi.
Il 1989 è forse l'anno che decreta il suo massimo successo artistico come autore: Almeno tu nell'universo, scritta in coppia con Maurizio Fabrizio e interpretata da Mia Martini, vince infatti il premio della critica al Festival di Sanremo del 1989 e diventa un classico della canzone italiana.
Tra le altre sue canzoni più conosciute si ricordano anche quelle scritte per un target giovanile, come La tartaruga e Johnny Bassotto (quest'ultima interpretata dall'amico Lino Toffolo), Cicciottella, scritta per Loretta Goggi, nel 1977 La buona volontà per il 20º Zecchino d'Oro e, nel 2002, La gallina brasiliana, sulla musica di Riccardo Zara per il 45º Zecchino d'Oro.
Sempre nel 2002 per Mina scrive la bellissima Certe cose si fanno, inclusa nell'album della cantante cremonese, dal titolo Veleno.
Negli anni novanta, Lauzi - la cui carriera si è sviluppata prevalentemente lontano dalla città nella quale ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza - si è riavvicinato a Genova avviando una collaborazione con i Buio Pesto, per i quali ha scritto il brano "Meno ma" ("Meno male") e inciso la propria canzone "O Frigideiro" per il primo album del gruppo. Con i Buio Pesto Lauzi duetta in concerto a Lavagna nel luglio 2005 e partecipa alla stesura del copione e alla realizzazione della pellicola "Invaxön - Alieni in Liguria".
Nel 2006, come suo ultimo lavoro, scrive una canzone per Viola Valentino dal titolo Barbiturici nel thè.