Il calendario del 21 Luglio
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
- Email:
Eventi
▪ 1298 - Battaglia di Falkirk: Edoardo I d'Inghilterra sconfigge i ribelli scozzesi guidati da William Wallace
▪ 1718 - Firma del trattato di Passarowitz
▪ 1774 - Russia e Impero Ottomano firmano il Trattato di Küçük Kaynarca, ponendo fine alla Guerra Russo-Turca (1768-74)
▪ 1831 - Leopoldo I del Belgio, diventa il primo re dei Belgi
▪ 1832 - con il Trattato di Costantinopoli, l'Impero Ottomano accetta i termini della Convenzione di Londra: la Grecia diviene indipendente.
▪ 1858 - A Plombières, in Francia, si incontrano segretamente Cavour e Napoleone III di Francia. Gli accordi che seguirono portarono alla Seconda guerra di indipendenza italiana.
▪ 1861 - Guerra di secessione americana: Prima battaglia di Bull Run - A Manassas Junction (Virginia), inizia la prima grande battaglia della guerra, con una vittoria dei confederati
▪ 1865 - Nella piazza del mercato di Springfield (Missouri), Wild Bill Hickok uccide Dave Tutt in quello che è considerato il primo vero regolamento di conti del West
▪ 1866 - Terza guerra di indipendenza italiana: nella battaglia di Bezzecca i volontari di Giuseppe Garibaldi fermarono il tentativo di sfondamento austriaco
▪ 1873 - Ad Adair (Iowa), Jesse James e la sua banda eseguono la prima rapina al treno del Selvaggio West (3.000 dollari di bottino)
▪ 1877 - Il giorno dopo gli scontri di Baltimora da parte dei lavoratori della Baltimore and Ohio Railroad, e la morte di 9 di loro per mano della milizia del Maryland, i lavoratori di Pittsburgh inscenano uno sciopero di solidarietà contro il quale interviene la milizia di stato - a Pittsburgh scoppierà la rivolta diffusa
▪ 1925 - Processo Scopes: A Dayton (Tennessee), l'insegnante di biologia John T. Scopes viene trovato colpevole di insegnamento in classe dell'evoluzionismo e multato di 100 dollari
▪ 1927 - Germania: ad Adenau Alfredo Binda vince il 1° Campionato del mondo di ciclismo. I primi posti sono tutti italiani: seguono Binda Costante Girardengo, Domenico Piemontesi e Gaetano Belloni
▪ 1931 - La stazione di New York della CBS inizia la sua prima regolare programmazione settimanale di programmi televisivi
▪ 1944
- - Seconda guerra mondiale: Battaglia di Guam - le truppe americane sbarcano su Guam, dando inizio alla battaglia (finirà il 10 agosto).
- - Il giorno dopo il complotto del 20 luglio, che mirava al suo assassinio, Adolf Hitler fa un annuncio alla radio tedesca, promettendo che "i conti verranno regolati"
▪ 1954 - Prima guerra d'Indocina: La Conferenza di Ginevra divide il Vietnam in un Vietnam del Nord ed un Vietnam del Sud
▪ 1960 - Sirimavo Bandaranaike diventa la prima donna al mondo eletta a Primo Ministro nello Sri Lanka
▪ 1961 - Programma Mercury: Gus Grissom pilotando la capsula "Liberty Bell 7" della Mercury-Redstone 4, diventa il secondo americano ad entrare in orbita attorno alla Terra
▪ 1969 - Alle ore 2:56 UTC, Neil Armstrong compie il primo passo di un uomo sulla Luna
▪ 1970 - Dopo 11 anni di costruzione, la Diga di Assuan in Egitto viene completata
▪ 1972 - A Belfast l'IRA fa esplodere 26 bombe in neanche un'ora uccidendo 9 persone e ferendone centinaia. Questo giorno è noto come Bloody Friday
▪ 1973 - È lanciata l'undicesima sonda verso Marte, nell'ambito della missione russa Mars 4. La sonda però non riuscirà ad immettersi nell'orbita del pianeta
* 1979 - Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile, mentre pagava il caffè in un bar di via Di Blasi, a Palermo, viene colpito a distanza ravvicinata con sette colpi di pistola alle spalle da Leoluca Bagarella.
▪ 1995 - Terza crisi dello Stretto di Taiwan: L'Esercito di Liberazione Popolare della Cina, inizia a sparare missili nelle acque a nord di Taiwan
▪ 1997 - La USS Constitution, completamente restaurata, celebra il suo 200° compleanno, salpando per la prima volta in 116 anni
▪ 2001 - Genova: Durante lo svolgimento del G8 viene assaltata la scuola Diaz da 275 agenti di polizia in tenuta antisommossa, provocando il ferimento di 63 delle 93 persone che dormivano all'interno della scuola
▪ 2007 - Viene pubblicato nei paesi anglofoni il settimo e ultimo libro della saga di Harry Potter, dal titolo Harry Potter e i Doni della Morte
▪ 2008 - Viene arrestato a Belgrado l'ex presidente della Repubblica Serba di Bosnia Radovan Karadžić, su mandato del Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia
Anniversari
▪ 1788 - Gaetano Filangieri, Senior (San Sebastiano al Vesuvio, 22 agosto 1753 – Vico Equense, 21 luglio 1788) è stato un giurista e filosofo italiano.
Fu avviato dal padre alla carriera militare sin dall'età di sette anni, ma ben presto,iniziò a dedicarsi agli studi storici e giuridici, conseguendo nel 1774 la laurea in avvocatura.
La sua eloquenza unita alla sua profonda conoscenza giuridica lo resero ben visto alla corte di Carlo III di Borbone, in particolare per la difesa propugnata al decreto reale che riformava gli abusi dell'amministrazione della giustizia.
Dal 1777 fu al servizio di Ferdinando IV di Borbone, di cui fu gentiluomo di camera, e divenne ufficiale del Real Corpo dei Volontari di Marina.
Nel 1783 sposò la contessa Carolina Fremdel di Presburgo e subito dopo si ritirò a Cava dei Tirreni dove elaborò la celebre Scienza della Legislazione.
Nel 1787, rientrò a Napoli al Supremo consiglio delle finanze.
Morì, malato di tubercolosi, a Vico Equense 21 giugno 1788.
E' stato sepolto nell'ex Cattedrale della S.S. Annunziata di Vico Equense.
La Scienza della Legislazione
La Scienza della Legislazione è un'opera di alto ed innovativo valore europeo in materia di filosofia del diritto e teoria della giurisprudenza. In quest'opera che fu così apprezzata per la sobrietà della critica e per la concreta esposizione sul piano giuridico, Filangieri espose un pensiero frutto della grande cultura napoletana antecedente l'Unità d'Italia, rappresentata in particolare da Giambattista Vico e da Pietro Giannone, che interpolò con le teorie dei filosofi francesi, in particolare con le dottrine di Montesquieu. Fu pubblicata a partire dal 1780 in sette volumi ed una parte uscì postuma, dopo la morte dell'autore (l'indice e parte del libro V). La Scienza della Legislazione porta alla luce le ingiustizie sociali che affliggevano anche la Napoli borbonica come le tante altre capitali europee (Parigi, Londra, San Pietroburgo, ecc.) pervasa dal lusso sfrenato dei privilegi feudali di aristocrazia e clero sfruttatori del popolo, e al tempo stesso chiede alla Corona di farsi portatrice di una "rivoluzione pacifica", una sorta di modello di monarchia illuminata, secondo i canoni illuministici, da conseguire attraverso una seria azione riformatrice da attuarsi sugli strumenti giuridici. Importanti l'affermazione dell'esigenza di attuare una codificazione delle leggi e una riforma progressiva dalla procedura penale, la necessità di operare una equa ripartizione delle proprietà terriere ed anche un miglioramento qualitativo dell'educazione pubblica oltre ad un suo rafforzamento su quella privata. L'opera fu tradotta in inglese, in francese, in tedesco, in spagnolo e rappresentò anche uno dei modelli ispiratori per Benjamin Franklin e la Costituzione americana. Fu messa all'indice dalla Chiesa cattolica nel 1784, per le sue idee riformatrici ed i suoi attacchi ai privilegi del clero.
Per ciò che attiene al diritto criminale, nell'opera Filangieri dà un'innovativa definizione di delitto: "Non tutte le azioni contrarie alle leggi sono delitti, non tutti coloro che le commettono sono delinquenti. L'azione disgiunta dalla volontà non è imputabile; la volontà disgiunta dall'azione non è punibile. Il delitto consiste dunque nella violazione della legge accompagnata dalla volontà di violarla".
▪ 1976 - Enzo Paci (Monterado, 18 settembre 1911 – Milano, 21 luglio 1976) è stato un filosofo italiano. Fu uno dei più espressivi rappresentanti dell'Esistenzialismo in Italia.
Nacque a Monterado (Ancona), intraprese gli studi di filosofia, nei quali fu allievo di Antonio Banfi. Incominciò la sua carriera di docente, insegnando storia della filosofia all'Università di Pavia e successivamente filosofia teoretica all'Università Statale di Milano. Creò la rivista Aut Aut, che diresse dal 1951, e nella quale sono testimoniati i suoi molti interessi letterari e culturali. Tra i suoi allievi più famosi ricordiamo Salvatore Veca, Pier Aldo Rovatti. Nel 1971 sottoscrisse l'appello pubblicato sul settimanale L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi.
Pensiero - L'esistenzialismo
Base dell'esistenzialismo di Paci è la relazione, intesa come condizione di esistenza di tutti gli avvenimenti che costituiscono il mondo. Evento è anche l' io, che si conosce come esistenza finita ed empirica in rapporto ad altre esistenze. Dalla pura condizione esistenziale del fatto, attraverso la conoscenza, Paci definisce la condizione del'uomo come personalità morale.
L'io conoscente è la chiara forma della legge morale che fa sì che ogni io, in quanto conosciuto e molteplice e in quanto esistenza, possa diventare soggetto singolo come soggetto di scelta etica.
Poiché in virtù del principio di irreversibilità, che, insieme al principio di indeterminazione (impossibilità che il conoscente si conosca a un tempo come conosciuto e come conoscente), è uno dei punti di riferimento del sistema di Paci, la forma non è mai definitiva, così come ogni questione risolta pone sempre nuovi problemi, il realizzarsi dell'esistente uomo nella forma significa un continuo progresso che va dal passato, il quale non si può ripetere ma che non è annullato dal presente, verso il futuro. Non realizzarsi in questa forma, non seguire il progresso, arrestarsi a una forma di ordine più basso: questo è l'immortalità, il male.
Il negativo come risorsa
La riflessione filosofica di Paci parte dalla consapevolezza del negativo, della mancanza come base e nucleo iniziale dell’esistenza umana. Un negativo che si fonda soprattutto sulla base del Tempo e della sua irreversibilità, che ci costringe a fare i conti perennemente con un passato irreversibile, un futuro sconosciuto e un presente inesistente perché continuamente in fuga. Ma il negativo si riflette anche nella soggettività e nella limitazione del nostro punto di vista: non possiamo avere nessuna visone della realtà che non sia filtrata dalla nostra “singolarità”, dal nostro essere un Io. Tuttavia questa “mancanza” eterna, questo limite, è nello stesso tempo una risorsa. Il tempo, quindi, non è una condanna per l’uomo, ma è ciò che permette la sua esistenza come temporalità; d’altra parte l’alterità è risorsa proprio in quanto altro da sé. L’Io infatti si riconosce solo in quanto confrontato con un Altro, e sono quindi gli altri a dare conformazione e identità al nostro Io, e questo processo è fruttuoso forte e orientato se il soggetto sa e si impegna a stringere “Relazioni”.
Da qui si possono capire le due definizioni date alla filosofia Paciana: l’una dello stesso filosofo che definiva il suo pensiero Relazionismo, e l’altra di Nicola Abbagnano che lo definì Esistenzialismo Positivo: positivo proprio perché cerca di capovolgere l’insensatezza e la mancanza alla base dell’esistenza in una possibilità, una risorsa di riflessione e progettualità. La vita umana per Paci si fonda infatti su un Bisogno (bisogno di senso nel tempo, bisogno di Altro), questo bisogno si traduce in un Lavoro esistenziale, che implica un Consumo: di tempo, di vita, di riflessione. Questo sistema Bisogno-Consumo-Lavoro sta alla base di ogni vita umana. Tuttavia l’uomo ha una possibilità, una possibilità di “salvarsi” dall’insensatezza (o provarci, quantomeno) e questa possibilità si trova nel Lavoro. Il lavoro esistenziale, (inteso come l'impegno che si investe nel condurre la propria vita) infatti, può essere orientato dalla consapevolezza, e dal continuo impegno intellettuale di ricerca di senso, anche e soprattutto mediante la Relazione. Questa ricerca di senso si traduce, alla base, nell’esercizio dell’Epochè
L'Epochè
Termine fondamentale della filosofia di Husserl (filosofo che Paci ebbe come punto di riferimento per tutta la vita), l’Epochè si traduce in una ricerca di senso continua e inesausta che presuppone un abbandono di tutte le categorie di pensiero che siamo abituati ad utilizzare. In questo senso è emblematico l’episodio che Paci stesso racconta riguardo il suo approccio all’epochè. Studente di Filosofia, si recò nell’ufficio di Antonio Banfi (il suo “maestro” per eccellenza) per chiedere spiegazioni sul concetto di Epochè. Banfi gli chiese di descrivere un vaso che si trovava lì vicino a loro. Tuttavia, qualunque definizione Paci provasse a dare (colore, forma geometrica, uso) cadeva in una categoria di giudizio posteriore all’oggetto stesso, o soggettiva (il colore dipende dalla luce, la forma geometrica si rifà a categorie astratte che l’uomo ha inventato, l’uso è indipendente dall’oggetto stesso). L’epochè, quindi, si costituisce come ricerca di una visione “originaria”. Compito difficilissimo, (Husserl lo definiva impossibile ed inevitabile), l’esercizio dell’epochè non si deve tradurre in un’impossibilità di giudizio, ma nella consapevolezza che qualunque giudizio è parziale, soggettivo. Se applicata alla vita, all’esistenza, l’epochè si traduce in una continua ricerca dell’Originario, della Verità, una verità ulteriore, che si annida nel mondo, negli altri, negli oggetti, nei luoghi, in tutto ciò che forgia la nostra esistenza. Una verità che l’uomo può cercare, e che si annida nel percorso stesso di ricerca e riflessione, e soprattutto nella capacità di creare Relazioni autentiche.
Relazione e riflessione
La Relazione per Paci è qualcosa di fondamentale e ulteriore che cambia la nostra vita. Paci scriveva che la Relazione prescinde i due soggetti che la intrecciano, è un concetto “nuovo”, “terzo” che è tanto più significativo quanto più i soggetti sono disposti a farsi mutare consapevolmente da essa, e dal lavoro di riflessione che ne segue. La relazione va cercata, coltivata, resa e mantenuta continuamente autentica, anche se conflittuale. La riflessione, infine, come salvezza dall’irreversibilità del tempo, ricrea e analizza il passato per ricercarne ancora il senso, e proiettare questa ricerca nel futuro di un progetto. Epochè, riflessione e relazione costituiscono, riassumendo, il lavoro esistenziale di ricerca di senso. La filosofia di Paci, possiamo dire, si traduce in una continua, consapevole e dolorosa ricerca di un senso che possa capovolgere la situazione tragica dell’Esistenza mediante il lavoro, l’impegno. In questo Paci si distanzia da Sartre e dalle conclusioni del filosofo francese, che Paci ammirava e considerava uno stimolo continuo per la sua riflessione. Il negativo, infine, sempre presente nell’investigazione filosofica di Paci (ancor di più nell’ultima parte della sua vita), rimane punto essenziale e base della ricerca umana, laica e faticosa di un senso, di una Verità ulteriore.
▪ 1979 - Giorgio Boris Giuliano (Piazza Armerina, 22 ottobre 1930 – Palermo, 21 luglio 1979) è stato un poliziotto italiano, investigatore della Polizia di Stato e capo della Squadra Mobile di Palermo.
Diresse le indagini con metodi innovativi e determinazione, facendo parte di una cerchia nei fatti isolata di funzionari dello Stato che, a partire dalla fine degli anni settanta, iniziarono un'autentica lotta contro la mafia dopo che, nella deludente stagione degli anni sessanta, troppi processi erano falliti per mancanza di prove.
Venne ucciso dal mafioso Leoluca Bagarella, che gli sparò sette colpi di pistola alle spalle.
Le indagini sulla scomparsa di De Mauro
Brillante e determinato investigatore, Giuliano fu nominato capo della Squadra Mobile di Palermo al posto di Bruno Contrada, suo amico fraterno poi accusato di collusione con la mafia. Delle molte vicende delle quali si è occupato, quella intorno alla quale si imperniano tutti gli interrogativi sui motivi della sua uccisione è certamente la misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro.
Improvvisamente, infatti, nel 1970 il De Mauro scomparve nel nulla, e del caso furono interessati gli alti comandi palermitani ed i migliori investigatori della Polizia (Boris Giuliano) e dei Carabinieri (Carlo Alberto Dalla Chiesa). Giuliano interpretò l'indagine con molta partecipazione, ben deciso a portarla sino in fondo, incontrando sul suo cammino molti e diversi percorsi, tanti articolati scenari e numerosi possibili moventi.
De Mauro aveva avuto un passato alquanto animato e viveva un presente non meno vispo: repubblichino in gioventù, aderì alla Xª Flottiglia MAS e restò in ottimi rapporti col suo comandante, Junio Valerio Borghese; dopo essere stato giornalista presso la testata dell'Eni, "Il Giorno", si interessò degli interventi di Enrico Mattei nella politica siciliana (con quella che è nota come "Operazione Milazzo") e, dopo essere stato assunto al quotidiano "L'Ora" (si è detto, per interessamento di Mattei) iniziò un'attività di cronista investigativo sulla mafia, quantunque slegata dalla linea editoriale e perciò per suo conto. Scomparve dopo aver promesso al regista Francesco Rosi, che stava realizzando un film sulla vita di Mattei, notizie importanti, tali da potergli far guadagnare, aveva detto alla figlia, una "laurea in giornalismo".
Interessandosi all'Operazione Milazzo, De Mauro aveva sottolineato che l'intervento di Mattei aveva insediato un governo regionale che, alla prima occasione, con una legge speciale favorì in modo smaccato i potentissimi esattori Nino ed Ignazio Salvo, considerati vicini alla mafia che, sempre più certamente, si occupò poi di eliminare lo stesso Mattei. Forse De Mauro aveva documenti su questo coinvolgimento, quando promise a Rosi. O forse aveva indagato in altre direzioni, ad esempio sui traffici di droga o sulle connessioni fra la mafia ed il potere. Dulcis in fundo, De Mauro era scomparso, con una singolare coincidenza temporale, nel momento in cui il suo vecchio Comandante Borghese, in onore del quale aveva chiamato una figlia Junia e col quale comunque era rimasto in contatto, andava allestendo il noto tentativo di colpo di stato, il famoso "golpe dei forestali".
Mentre i Carabinieri si indirizzavano su piste legate al traffico di droga, sul quale De Mauro poteva effettivamente aver avuto, ma soprattutto "cercato" informazioni, Giuliano, insieme ai magistrati, approfondì la pista dell'attentato a Mattei e finì con l'indagare l'ambiguo avvocato Vito Guarrasi, uno strano individuo che aveva preso parte in un ruolo mai chiarito anche all'armistizio di Cassibile. Il Guarrasi, che in vita sua fu indiziato di molte cose, ma mai nulla più che indiziato, pur non volendolo, diede a Giuliano ulteriori spunti che l'accorto investigatore avrebbe approfondito in seguito per altre indagini.
Le indagini sulla droga
Giuliano ebbe infatti ad occuparsi di droga, parallelamente a Dalla Chiesa, sebbene non in relazione al caso De Mauro, ed arrivò a scoprire il nascondiglio (vuoto) del latitante Leoluca Bagarella, in via Pecori Giraldi a Palermo, nel quale si trovava un ingente quantitativo di stupefacenti. Cercando di inseguirlo attraverso i flussi di denaro collegati al traffico, si imbatté in un libretto al portatore contenente qualche centinaio di milioni di lire, che apparteneva a Michele Sindona, il quale sotto falsa identità si trovava in quel periodo in Sicilia avendo inscenato un falso rapimento.
Dopo essersi incontrato con Giorgio Ambrosoli, che stava per liquidare la banca di Sindona (e che fu anch'egli poi ucciso, solo una decina di giorni prima di lui), pare che Giuliano abbia cercato di organizzare un'apposita indagine sul banchiere.
L'assassinio
Nel 1979, Giuliano aveva dunque esperito indagini sulla mafia, sul traffico mafioso degli stupefacenti, sui rapporti fra mafia e politica, sul caso Mattei, sul caso De Mauro, su Sindona ed il suo falso rapimento, e forse ancora su altre vicende che a queste dovevano collegarsi.
Il 21 luglio 1979, mentre pagava il caffè in un bar di via Di Blasi, a Palermo, Leoluca Bagarella gli sparò a distanza ravvicinata sette colpi di pistola alle spalle, uccidendolo.
Probabilmente dalla maggioranza degli osservatori, è stato posto in relazione l'assassinio del capitano dei Carabinieri Emanuele Basile, ucciso a Monreale pochi mesi dopo, alle indagini che stava svolgendo in ordine all'attentato di cui era stato vittima Giuliano. Ciò, va detto, contrasta con alcune risultanze processuali, o perlomeno con talune asserzioni incidentalmente considerate attendibili in procedimenti di altra materia, per le quali si vorrebbe che entrambi siano stati uccisi per aver indagato su alcuni piccoli esponenti della mafia rurale. Secondo la versione giudizialmente accreditata - par di desumere - nonostante Giuliano si sia occupato di alcuni fra i misteri più intricati e gravi della storia repubblicana, sarebbe morto per il fastidio arrecato ai piccoli capizona di Altofonte, paesino dei dintorni di Monreale.
Secondo molti osservatori, con Giuliano si spense un grande talento investigativo, un onesto funzionario di polizia che nel suo ruolo fu una grande personalità delle istituzioni, il cui ricordo, come accade anche per altri suoi colleghi di analogo destino, non è adeguatamente onorato, ed anzi particolarmente lasciato all'oblio. Gli interrogativi sul reale movente del suo assassinio restano tuttora aperti, non considerandosi in genere altro che una coincidenza la sua perpetrazione ad opera di un mafioso da lui indagato. Né vi sono verità giudiziarie capaci di stabilirne senza alimentare dubbi.
Pare assai probabile che Giuliano stesse per scoprire qualcosa di importante, ed è forse in quella scoperta ormai perduta che cadde per servizio.
Successore di Boris Giuliano, come capo della squadra mobile, sarà Giuseppe Impallomeni (tessera P2 n. 2213), precedentemente allontanato dalla mobile di Firenze per un giro di tangenti, e inopinatamente, dal 309° posto della graduatoria dei vicequestori aggiunti, era passato al 13° posto, fatto che gli consente di prendere il comando della Mobile di Palermo. Questore del capoluogo palermitano diventa Giuseppe Nicolicchia, di cui verrà rinvenuta, tra le carte di Castiglion Fibocchi, la domanda di affiliazione alla Loggia di Gelli.
Il proseguimento dell'opera di Boris Giuliano
Il testimone di Boris Giuliano è stato raccolto dal figlio Alessandro, anch'egli funzionario della Polizia di Stato e valente investigatore, che nel 2001 ha scoperto ed arrestato il serial killer di Padova, Michele Profeta.
▪ 1998 - Alan Bartlett Shepard, Jr. (East Derry, 18 novembre 1923 – Monterey, 21 luglio 1998) è stato un astronauta e aviatore statunitense.
Fu il primo astronauta statunitense a volare nello spazio.
Frequentò le scuole primarie e secondarie nella sua città natale, Derry, nel New Hampshire; consegui una laurea in Scienza all'Accademia Navale degli Stati Uniti a Annapolis, nel Maryland nel 1944, un Master ad honorem in Arte dal "Dartmouth College" nel 1962, un Dottorato ad honorem dalla Università Miami di Oxford nell'Ohio nel 1971, e un altro Dottorato ad honorem in Scienze Umanitarie dal Franklin Pierce College nel 1972. Divenne pilota di test per la Marina Militare nel 1951.
* 2001 - Carlo Bo (Sestri Levante, 25 gennaio 1911 – Genova, 21 luglio 2001) è stato un critico letterario italiano. Ha fondato nel 1968 la IULM, che oggi ha sede principale a Milano.
Nato a Sestri Levante il 25 gennaio 1911 compie gli studi superiori presso i gesuiti dell' istituto Arecco di Genova e ha come professore di greco Camillo Sbarbaro.
Laureatosi nel 1934 all'università di Firenze (dove fu iscritto ai GUF, vincendo anche un Littoriale della cultura e dell'arte) in Lettere moderne, inizia la carriera universitaria insegnando letteratura francese e spagnola alla Facoltà di Magistero dell'Università di Urbino (a partire dal 1938). A Firenze nei primi anni '30 conosce Giovanni Papini e gli intellettuali della rivista "Frontespizio" alla quale collabora attivamente.
Durante la guerra si rifugia a Sestri Levante, poi a Rivanazzano, vicino a Voghera, infine a Valbrona, nelle vicinanze del Lago di Como.
Finita la guerra si stabilisce a Milano con Marise Ferro (1905-1991), precedentemente sposata con Guido Piovene. Si sposeranno nel 1963.
Dal 1947 al 2001, ininterrottamente per 53 anni, è rettore dell'Università di Urbino, che è stata poi intitolata al suo nome nel 2003.
Nel 1951 fonda la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Milano, che poi aprirà sedi in tutta italia.
Dal 1956 è cittadino onorario di Urbino.
Dal 1972 è presidente della giuria del Premio Letterario Basilicata.
Nel 1984 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica in carica all'epoca, Sandro Pertini.
Nel 1996 l'Università di Verona gli conferisce la laurea “honoris causa” in Lingue e letterature straniere.
Nel 2001, Sestri Levante gli conferisce la cittadinanza onoraria. Lo stesso anno, in seguito a una caduta avvenuta nella sua casa di Sestri, viene ricoverato all'ospedale di Genova, dove muore. È sepolto nel cimitero di Sestri.