Il calendario del 20 Maggio

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Eventi

▪ 325 - Primo concilio di Nicea: primo "concilio ecumenico" della chiesa cristiana

▪ 526 - Un terremoto uccide più di 300.000 persone in Siria e Antiochia

▪ 1293 - Re Sancho IV di Castiglia crea l'Universidad Complutense de Madrid

▪ 1427 - Guerra tra Repubblica di Venezia e Ducato di Milano, i milanesi sono sconfitti a Brescello

▪ 1497 - Giovanni Caboto salpa da Bristol sulla sua nave, il Mathew, in cerca di una rotta verso ovest (altri documenti indicano come data il 2 maggio)

▪ 1498 - L'esploratore portoghese Vasco de Gama arriva a Kozhikode (precedentemente nota come Calicut), in India

▪ 1570 - Abraham Ortelius pubblica il primo moderno atlante

▪ 1690 - L'Inghilterra approva l'Atto di Grazia, perdonando i seguaci di Giacomo II

▪ 1795 - a Parigi l’ultima sollevazione montagnarda detta del 1 pratile: essa segnò la definitiva caduta del ‘partito giacobino’.

▪ 1815 - Guerra austro-napoletana: con il trattato di Casalanza, firmato presso Capua e che pone fine alla guerra, il Regno di Napoli è dato nuovamente ai Borbone.

▪ 1859 - Battaglia di Montebello, seconda guerra di indipendenza

▪ 1862 - Il Presidente degli Stati Uniti Abramo Lincoln firma la conversione in legge dell'Homestead Act

▪ 1874 - Levi Strauss e Jacob Davis ricevono il brevetto statunitense per i blue jeans con i rivetti in rame

▪ 1882 - Triplice Alleanza tra Germania, Austria-Ungheria e Italia

▪ 1891 - Storia del cinema: Prima esibizione pubblica del kinetoscopio, prototipo di Thomas Alva Edison (mostrato nel laboratorio di Edison per un congresso della National Federation of Women's Clubs)

▪ 1902 - Cuba ottiene l'indipendenza dagli Stati Uniti

▪ 1915 - L'Italia dopo il Patto segreto di Londra, dichiara guerra agli imperi centrali della Triplice Alleanza

▪ 1916 - Il Saturday Evening Post pubblica il suo primo numero con una copertina di Norman Rockwell ("Boy with Baby Carriage")

▪ 1920 - Montreal (Quebec): la stazione XWA trasmette la prima programmazione radiofonica regolare del Nord America

▪ 1927

  1. - Trattato di Gedda: l'Arabia Saudita diventa indipendente dal Regno Unito.
  2. - Alle 7:52 del mattino, Charles Lindbergh decolla dal Roosevelt Field di Long Island (New York) per la prima trasvolata atlantica senza scalo (toccherà terra a Le Bourget, Parigi alle 10:22 della sera del 21 maggio)

▪ 1940 - Olocausto: i primi prigionieri arrivano nel nuovo campo di concentramento di Auschwitz

▪ 1954 - Chiang Kai-shek viene rieletto Presidente della Repubblica Cinese di Taiwan

▪ 1961 - Papa Giovanni XXIII pubblica la Lettera Enciclica "Mater et Magistra" sulla cristianità e il progresso sociale

▪ 1965 - Un Boeing 720-B pakistano si schianta durante l'atterraggio all'aeroporto del Cairo, Egitto, facendo 121 vittime

▪ 1970 - Viene emanato in Italia lo Statuto dei lavoratori

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▪ 1973 - In un incidente al GP delle Nazioni di Monza muoiono i piloti Renzo Pasolini e Jarno Saarinen

▪ 1985 - Propaganda: Radio Marti inizia le trasmissioni da Cuba
L’opposizione a Castro trova un efficace strumento di comunicazione. Il regime esercita una feroce censura.

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▪ 1990 - In Romania si tengono le prime elezioni presidenziali e parlamentari post-Comuniste

▪ 1996 - A Cannitello, una contrada di Santa Margherita Belice (Agrigento), viene arrestato Giovanni Brusca, il boia della strage di Capaci

▪ 1999 - Omicidio D'Antona: a Roma le BR uccidono Massimo D'Antona, docente di diritto del lavoro all'Università "La Sapienza" di Roma

▪ 2002 - Viene ripristinata l'indipendenza di Timor Est

▪ 2004 - Israele/Rafah: durante l'operazione arcobaleno, iniziata il 15 maggio e aspramente criticata dall'ONU, l'esercito israeliano uccide Khalid Abu Anza, il locale capo di hamas

▪ 2006 - Completata in Cina la costruzione della Diga delle Tre Gole, la più grande opera idraulica del pianeta

Anniversari

▪ 1444 - Bernardino da Siena, nato Bernardino degli Albizzeschi (Massa Marittima, 8 settembre 1380 – L'Aquila, 20 maggio 1444), è stato un sacerdote italiano dell'Ordine dei Frati Minori: è stato proclamato santo nel 1450 da papa Niccolò V.

La vocazione ed i primi anni
San Bernardino nasce a Massa Marittima l'8 settembre 1380 dalla famiglia Albizzeschi (famiglia di origine senese) e lo stesso giorno venne battezzato nella cattedrale di Massa Marittima. Rimasto orfano si trasferisce a Siena dove frequenta gli studi e vive agiatamente, curato dalle zie.
Dopo aver preso l’abito a 22 anni, iniziò un'intensa attività come predicatore girando e predicando per tutta l’Italia settentrionale, a ciò destinato da Francesco Ferreri.
La sua predicazione fu sprone di forte rinnovamento per la Chiesa cattolica e per il movimento francescano. Nelle sue prediche insisteva sulla devozione al Santissimo Nome di Gesù. Si ritiene che grazie alla sua predicazione il Cristogramma JHS (Jesus Hominum Salvator) sia entrato nell'uso iconografico comune e sia divenuto familiare alla gente. Infatti, venivano fatte baciare ai fedeli che ascoltavano le sue prediche delle tavolette di legno incise con il monogramma JHS sormontato da una croce e attorniato da un sole. Il simbolo disegnato sulle tavolette: un sole d'oro in campo azzurro (l'azzurro indica l'umanità e l'oro la divinità), al centro del cerchio del sole le tre lettere JHS. Il sole ha dodici raggi che san Bernardino, in relazione al nome Gesù così descrive:
 I Rifugio dei peccatori
 II Vessillo dei combattenti
III Medicina degli infermi
 IV Sollievo dei sofferenti
 V Onore dei credenti 
VI Splendore degli evangelizzanti
 VII Mercede degli operanti
 VIII Soccorso dei deboli
 IX Sospiro di quelli che meditano
 X Aiuto dei supplicanti
 XI Debolezza di chi contempla
 XII Gloria dei trionfanti
L'uso di baciare un simbolo religioso durante la celebrazione era diffuso nel Medioevo; il simbolo religioso, solitamente la croce, rappresentava la pace e come tale veniva presentato: era ciò che è oggi la stretta di mano che si accompagna al Rito della Pace, subito prima della comunione.

Predicazione ed etica del lavoro
Bernardino non mancò di attenzione agli aspetti pratici della vita dei fedeli, con un'analisi innovativa e decisamente moderna.
Il suo pensiero è ricordato nella storia del pensiero economico poiché fu il primo teologo, dopo Pietro di Giovanni Olivi, a scrivere un’intera opera sull’economia intitolata Sui contratti e l’usura. Nel libro egli, come già Sant'Antonio di Padova, condanna aspramente l'usura e affronta i temi della giustificazione della proprietà privata, dell’etica del commercio e della determinazione del valore e del prezzo.
Analizza, inoltre, con grande profondità la figura dell'imprenditore e ne difende il lavoro onesto. Fa notare, infatti, che il commercio, può venire praticato in modo lecito o illecito, come tutte le altre occupazioni e non è necessariamente fonte di dannazione. Se onesto, un mercante fornisce servizi utilissimi a tutta la società: ri-appiana la scarsità di beni in una zona trasportandone da zone in cui sono abbondanti, custodisce beni limitando i danni di eventuali carestie, trasforma in prodotti lavorati le materie altrimenti grezze e inutili.
Per essere onesto, sostiene Bernardino, l'imprenditore dev'essere dotato di quattro grandi virtù: efficienza, responsabilità, laboriosità, assunzione del rischio. I guadagni che derivano ai pochi cha hanno saputo attenersi a queste virtù sono la giusta ricompensa per il duro lavoro svolto ed i rischi corsi.
Per contro, condanna senza mezzi termini i nuovi ricchi, che invece di investire la ricchezza in nuove attività, preferiscono prestare a usura e strangolano la società anziché farla crescere. Bernardino riteneva, infatti, che la proprietà non "appartenesse all’uomo", quanto piuttosto "fosse per l'uomo" come uno strumento per ottenere un miglioramento nell’insieme della società. Uno strumento che veniva da Dio e che l'uomo doveva meritare, applicare e far fruttare.
Come già ad altri importanti predicatori, a Bernardino fu particolarmente caro il tema della riconciliazione e della risoluzione di contese.
Fu molto assiduo nella predicazione e molto esplicito nei contenuti, il che gli procurò diversi nemici.
Nel 1425 predicò tutti i giorni per sette settimane nella città di Siena. Gli ambienti degli usurai e quello delle case da gioco gli si dimostrarono particolarmente ostili, tanto da far intentare contro di lui un processo per eresia sostenuto a Roma nel 1427.
Bernardino fu completamento prosciolto dall'accusa anche grazie al teologo Paolo da Venezia.
Papa Martino V che lo conobbe durante il processo, ne fu molto impressionato e gli chiese di predicare anche a Roma. Bernardino predicò per 80 giorni consecutivi nella città, dedicando un impegno particolarmente attento a questa attività: scriveva e riscriveva i suoi discorsi prima di arrivare sul pulpito, sino ad essere certo della loro validità.

La predicazione a Siena
Le prediche volgari sono una raccolta delle 45 prediche che il Santo, su richiesta dei Signori del Comune, tenne a Siena, in Piazza del Campo, per 45 giorni a partire dal 15 agosto 1427.
Quando il Santo giunse a Siena nell’agosto del 1427, era stanco dei suoi viaggi ed avrebbe desiderato riposare, ma per l’insistenza dei Signori iniziò a predicare il 15 agosto (tra l’altro Festa della Madonna). Si deve notare che i Senesi avrebbero desiderato che il Santo ritornasse a Siena da Vescovo, ma il Santo per ben tre volte nella sua vita rifiutò il Vescovado.
Poiché non c’erano, a Siena, chiese capaci di contenere tutta la popolazione, fu deciso che predicasse nella Piazza del Campo. Fu poi deciso che iniziasse all’alba, per permettere a tutti di ascoltarlo. Fu alzato un altare per la Messa tra due finestre del Palazzo Comunale; successivamente fu costruito un pulpito su quattro gambe di legno. A sinistra del pulpito fu posta una tribuna per i Priori della Signoria. A destra stavano le donne ed a sinistra gli uomini, separati da un tendone affinché gli uomini non si balestrassero con gli occhi. Il santo iniziava prestissimo a dire Messa; la piazza cominciava a riempirsi e, a Messa finita, iniziava subito la predicazione, che finiva intorno alle sette, quando aprivano i negozi e la piazza si riempiva di persone che andavano al mercato che si teneva intorno alla stessa.
Il santo scriveva anche in latino, ma predicava in dialetto, e viene allora spontanea la domanda su come hanno fatto queste prediche a giungere sino a noi.
Vi era a Siena un tal Benedetto di maestro Bartolomeo, cimatore di panni, sposato con figli, che tralasciò il lavoro per scrivere le presenti prediche, de verbo ad verbum, come lui predicava. Queste parole, riprese dal “Prologo” spiegano come mai è possibile parlare oggi dell’arte oratoria di san Bernardino da Siena, senza essere stati in Piazza del Campo.
Detto Benedetto doveva conoscere un mezzo di scrittura abbreviata, ma nel Quattrocento, gli esperti escludono che si possa parlare di stenografia. Altri sistemi - note tironiane e tachigrafia - o non erano adatte alla lingua volgare o non se ne ha più notizia. Probabilmente si tratta di una brachigrafia da lui inventata.
Egli non scriveva sulla carta: inchiostro e penna d’oca mal si adattavano ad una scrittura veloce, per non parlare dei costi. Adoperava invece delle tavolette cerate su cui scriveva con lo stilo a sgraffio. Con enorme risparmio perché le tavolette cerate potevano essere rispalmate e pareggiate con la parte opposta dello stilo (a forma di spatola).
Quindi Benedetto si recava al Campo con tante tavolette, preparate la sera prima, le scriveva, le riportava a casa, le ricopiava su carta pecora, rispalmava le tavolette ed era pronto per il giorno dopo; e così per 45 giorni. Si deve dire, per sottolineare la bravura del Benedetto, che egli scriveva tutto, anche le esclamazioni, come ad esempio: Doh!, Ca, ca, ca, uh, uh, uh ecc. e che spesso il Santo interloquiva con il pubblico e parlava con lui (Benedetto) invitandolo, per esempio, a stare attento a scrivere bene un certo discorso.
Quindi egli fece veramente un’opera meritoria perché altrimenti, le prediche e quindi il pensiero del Santo sarebbero andate totalmente perdute.
Titoli delle prediche di [San Bernardino da Siena].
I - In questa predica si tratta come la nostra gloriosa Madre andò in cielo, e de l'allegrezza che fece il paradiso di lei.
 II - In questa siconda predica si contiene della mirabile cura che Idio ha sopra dell'umana natura; e come Idio ci guarda colli angioli suoi.
 III - Nella quale tratta delle parti vuole avere il predicatore e l'uditore. 
IV - Qui dice come si die lassare il male e fare il bene, assegnando bellissime ragioni.
 V - In questa quinta predica si tratta come Idio ci mostra a noi e' suoi grandi giudici, con molte belle ragioni.
 VI - In questa sesta predica si tratta de' detrattori con bellissimi essempli.
 VII - In questa settima predica si tratta anco della mala lingua, e de' remedi contra e' detrattori, con belle ragioni.
 VIII - In questa ottava predica ( tratta ) come l'uomo de' raffrenare la lingua. 
IX - Perché Iddio ci ha dato la lingua, e della detrazione.
 X - Qui tratta delle divisioni e parzialità, e delli stermini che Idio manda.
 XI - Similmente tratta delle parzialità.
 XII - Anco contiene delle parti. 
XIII - In questa predica si tratat di tre giudici, quando Cristo verrà a giudicare el mondo, con bellissime autorità.
 XIV - In questa seguente predica diremo di coloro che cominciano a far bene, e poi tornano indietro, e come Idio gli ha in odio.
 XV - In questa seguente predica si contiene della siconda visione di Giovanni evangelista, tocando molto della superbia de' peccatori, con bellissime ragioni.
 XVI - In questa seguente predica si contiene della dilezione del prossimo.
 XVII - Qui in questa presente predica si tratta de' reggimenti e delli stati, e con quanta giustizia debba règgiare chi ha offizio.
 XVIII - Qui in questa predica si tratta come si deve amare il prossimo suo; e chi è prodssimo.
 XIX - Come il marito diè amare la donna, così la donna il suo marito. 
XX - Qui appresso in questa predica si tratta pure dell'ordinato amore che debba èssare infra la moglie e 'l marito.
 XXI - In questa seguente predica si tratta come el matrimonio debba èssare considerato, per tre belle ragion.
 XXII - In questa seguente predica si tratta come si debba onorare le vere vedove.
 XXIII - In questa presente predica si tratta delle parzialità, con molti belli esempli.
 XXIV - Qui tratta della Natività della Vergine Maria.
 XXV - Come debba ministrare iustizia chi ha offizio.
 XXVI - Come e che si de' domandare a Dio.
 XXVII - Come si de' domandare a Dio che c'insegni a fare la sua volontà.
XXVIII - Similmente, che Idio c'insegni a fare la sua santa volontà.
 XXIX - Della Annunziazione della Vergine gloriosa Maria. 
XXX - Qui tratta delle dodici donzelle che ebbe la Vergine Maria.
XXXI - Come si de' perseverare insino al fine chi vuole avere la corona.
 XXXII - Come santo Giovanni vidde un altro Angiolo venire, il quale fu santo Francesco.
 XXXIII - dimostra come si de' temere Idio, e come Lucifero cadde per la superbia.
 XXXIV - Come Iddio si deba temere; e d'una visione di Giovanni nello Apocalipse.
 XXXV - Qui si tratta delli tre peccati capitali. 
XXXVI- Qui tratta de' flagelli di Dio e de le locuste. 
XXXVII - Come ogni cosa di questo mondo è vanità.
 XXXVIII - Dei mercatanti e de' maestri, e come si den fare le mercanzie.
 XXXIX - In questa reprende l'abominevole peccato della maledetta soddomia.
 XL - Qui tratta della elemosina, e a chi si de' fare la limosina.
 XLI - Similmente della elemosina e dell'utilità e frutto che ne seguita a chi la fa.
 XLII - Qui tratta come David profeta cercando in questo mondo per la pace, non la poté trovare. 
XLIII - In questa predica si tratta come Dio creò gli Angioli, e come gli uomini di questo mondo partecipano di loro.
 XLIV - Qui tratta di santo Francesco e del suo infiammato amore e fervore.
 XLV ED ULTIMA - Come si debba amare Idio; e come s'acomiatò dal popolo.

Gli ultimi anni: evangelizzatore e pacificatore
A più riprese rifiutò la carica di vescovo, per dedicarsi appieno alla sua vocazione di missionario: nel 1427 per la città di Siena, nel 1431 per quella di Ferrara e nel 1435 per quella di Urbino. Durante la permanenza nella terra dei Montefeltro, ebbe la simpatia e la stima di Federico, futuro Duca d'Urbino, che frequentandolo ne rimarrà segnato nella spiritualità per tutta la vita.
Nel 1437 divenne vicario generale dell’ordine degli osservanti. Nel 1438 venne nominato vicario generale di tutti i francescani italiani.
Non smise mai di dedicarsi, nonostante questi incarichi, all'evangelizzazione. Nel 1444, pur essendo molto malato, su invito del vescovo Amico Agnifili, si recò a L'Aquila, anche per tentare di riconciliare due fazioni che in città si affrontavano apertamente. Morì il 20 maggio in questa città.
Si racconta che la bara continuò a gocciolare sangue fino a quando le due fazioni non si furono riappacificate.

Il culto
Fu canonizzato nel 1450 per opera di papa Niccolò V. La memoria liturgica ricorre il 20 maggio.
Il corpo è conservato a L'Aquila, nella basilica a lui dedicata. Nella città il culto si manifesta soprattutto con la diffusissima presenza del monogramma IHS sulle porte degli edifici. Dal 1958 ogni anno, il 20 maggio, una scuola dalla diocesi di Siena porta in dono l'olio per tenere accesa la lanterna tutto l'anno.
Già prima della canonizzazione si diffusero voci sulle gesta miracolose a lui attribuite, alcune delle quali trovarono spazio in un'edizione di quegli anni della "Leggenda Aurea".
Le prediche tenute da Bernardino nei suoi viaggi furono raccolte da un suo fedele discepolo e pubblicate dopo la sua morte. Esse sono un esempio di grande interesse di letteratura sacra e testimoniano le tensioni di rinnovamento spirituale che ebbero luogo nel XV secolo. A lui è intitolata un'arciconfraternita a Montella, l'Arciconfraternita di San Bernardino da Siena.

▪ 1506 - Cristoforo Colombo (in latino: Christophorus Columbus, in spagnolo: Cristóbal Colón; Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451– Valladolid, 20 maggio 1506) è stato un esploratore e navigatore italiano, cittadino della Repubblica di Genova prima e suddito spagnolo poi. È stato tra i cinque principali navigatori italiani che presero parte al processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo. Deve la sua fama mondiale alla scoperta del continente americano, avvenuta il 12 ottobre del 1492, giorno celebrato in Spagna e nelle Americhe.

La via breve per le Indie
Basandosi sulle carte geografiche del suocero, sui racconti dei marinai e sui reperti (canne, legni ed altro) trovati al largo delle coste delle isole del Mare Oceano (l'Oceano Atlantico), Colombo cominciò a convincersi che al di là delle Azzorre dovesse esserci una terra e che questa non potesse essere altro che l'Asia.
A Lisbona Colombo cominciò a documentarsi ed a leggere testi geografici, come la Historia rerum ubique gestarum di papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini) stampata nel 1477, l'Imago mundi di Pierre d'Ailly (1480) e Il Milione di Marco Polo. Una notevole influenza sulla decisione poi presa da Colombo dovette esercitare una lettera che nel 1474 Paolo Toscanelli indirizzò ad un canonico di Lisbona, Fernão Martins de Reriz. Nella missiva, che è quasi certo che Colombo conoscesse, il fisico fiorentino riteneva percorribile una rotta verso ovest per raggiungere l'India.
Dopo aver chiesto inutilmente al re Giovanni II la somma necessaria per il suo progetto, Colombo nel 1485, dopo la morte della moglie, si recò a Palos con il figlio. Dopo essere stato a Cordova ed a Sevilla, nel 1486 Colombo si presentò al cospetto di Ferdinando II de Aragón e di Isabel de Castilla, ai quali presentò il suo progetto di raggiungere per mare il Catai ed il Cipango. Ma una commissione riunita per vagliare le effettive possibilità di riuscita del viaggio bocciò la proposta.
Nel 1488 Colombo ebbe un altro figlio, Fernando Colombo, da Beatriz Enríquez Arana, una donna di umili condizioni, genuina e discreta.
Negli anni seguenti Colombo cercò varie volte di farsi ascoltare dalla corte castigliana e decise di rivolgersi pure, tramite il fratello Bartolomeo, ai re d'Inghilterra e di Francia.
Nel 1492, col protrarsi dell'attesa, il navigatore era giunto oramai ai limiti della resistenza, e, dopo sette anni di soggiorno in Spagna, anche le sue risorse economiche si erano ridotte al punto da non essere quasi più in grado di provvedere alla sua famiglia.

Realizzazione del progetto
Tuttavia, proprio nel 1492, si verificò un evento che sbloccò improvvisamente la situazione di stallo in cui Colombo si trovava. In seguito all'unione delle corone della Castiglia e di Aragona, ed al termine della conquista di Granada cui partecipò sino al 1° gennaio 1492, Colombo, grazie all'intermediazione del duca di Medinaceli e del tesoriere di corte Luis de Santangel, raggiunse un accordo con Isabella soprattutto grazie al confessore di lei, il francescano Juan Pérez.
Decisivo fu altresì il contributo del vescovo Alessandro Geraldini originario della città di Amelia, anche lui confessore della regina Isabella e amico personale di Colombo e del fratello Antonio; per sua insistenza, la regina si convinse definitivamente a consentire il viaggio del grande navigatore. Colombo avrebbe poi intitolato una delle isole del nuovo mondo a Graziosa, madre del Geraldini, e il prelato divenne anche il primo vescovo residenziale delle Americhe.
Secondo il contratto (Capitolaciones), firmato il 17 aprile 1492 a Santa Fè, Colombo, in caso di riuscita del viaggio, avrebbe ottenuto il titolo di ammiraglio e la carica di Viceré e Governatore delle terre scoperte. La somma necessaria per l'armamento della flotta, pari a 2.000.000 di maravedí, sarebbe stata versata metà dalla corte e l'altra metà da Colombo, finanziato da alcuni banchieri genovesi, tra cui il Banco di San Giorgio ed il Berardi. Si trattava, in realtà, di una somma modesta anche per quei tempi. Si calcola, infatti, che quella che si sarebbe rivelata come una delle più importanti spedizioni della storia umana, fu finanziata con una spesa complessiva variabile fra gli attuali 20.000 e 60.000 euro.
Furono così allestite tre caravelle, la Santa Maria (in realtà si trattava di una caracca), di 150 tonnellate, capitanata da Colombo, la Pinta di 140 t. e la Niña di 100 t., al comando di due armatori di Palos, Martin Alonso Pinzón e suo fratello Vicente Yáñez Pinzón. Il pilota della flotta era il cantabrico Juan de la Cosa, proprietario della Santa Maria.
La figura di Cristoforo Colombo è rimasta nella storia per la scoperta dell'America.

Errore di calcolo
L'impresa navale di Colombo, motivata dal desiderio di raggiungere le Indie e commerciarvi direttamente e più velocemente, fu resa possibile dalla determinazione del viaggiatore genovese ma anche - come avviene nel caso di molte scoperte - da un suo errore.
Egli sosteneva infatti che la Terra avesse un diametro più piccolo di quello effettivo e che il continente euroasiatico fosse più esteso di quanto non sia in realtà: la composizione di questi due errori, originati rispettivamente da Toscanelli e Marco Polo, aveva come effetto la convinzione, nei fatti infondata, di poter compiere la traversata dall'Europa all'Asia. A quell'epoca, in effetti, nessuna nave sarebbe stata in grado di compiere gli oltre 20.000 km che separano la Spagna dal Giappone, se non altro perché non esisteva nave capace di stoccare a bordo un quantitativo di provviste sufficienti al compimento del viaggio, che avrebbe richiesto - in condizioni ottimali - più di quattro mesi.
I calcoli di Colombo erano sbagliati, mentre quelli dei suoi avversari erano sostanzialmente corretti: Colombo stimava in appena 4400 km la distanza dalle Isole Canarie alla costa asiatica, un valore cinque volte più piccolo di quello reale. La grande fortuna di Colombo fu che il suo viaggio venne molto ridotto, perché sulla strada per le Indie trovò le Americhe, altrimenti la sua spedizione sarebbe sicuramente perita in mezzo all'oceano, o sarebbe tornata indietro.
La forte opposizione che Colombo trovò, derivava dal fatto che la traversata oceanica era considerata troppo lunga per essere fattibile e non già dalla credenza che Colombo fosse il solo a sostenere che la Terra fosse sferica. Infatti, la consapevolezza della sfericità della Terra era opinione comune già della gente colta del basso Medioevo (per tutti, si possono citare san Tommaso d'Aquino e Dante Alighieri). Già dall'antichità, le osservazioni prodotte in ambiente astronomico-matematico ellenistico (dove la circonferenza della Terra era stata accuratamente misurata da Eratostene) erano state riprese e perfezionate dagli scienziati musulmani, che avevano tradotto e studiato quei testi, e dagli studiosi occidentali. Oltretutto, all'epoca in cui Colombo effettuò i suoi calcoli per il compimento del primo viaggio, il procedimento di Eratostene (che fornisce una stima della misura della circonferenza terrestre con un margine di errore minore del 5%) era disponibile e sarebbe potuto essere ripetuto.
Colombo stesso non si rese conto di essere su un continente diverso da quello che si aspettava: in seguito, come annotò sui suoi diari, battezzò le terre scoperte nuevo mundo e nel suo ultimo viaggio riconobbe le coste di ciò che lui definì il continente; questa la versione ufficiale, riportata dalla maggior parte dei libri di storia.
La leggenda che la Terra fosse considerata piatta deriva da un romanzo del 1828, La vita e i viaggi di Cristoforo Colombo di Washington Irving, che descriveva la falsa immagine di un Colombo unico sostenitore della teoria di una Terra rotonda contro l'ignoranza medioevale.

Retrodatazione della scoperta dell'America
Prima di Colombo già alcuni popoli avevano compiuto tentativi di viaggi verso il nuovo continente, come ad esempio i Vichinghi, gli scandinavi ed infine gli stessi portoghesi. Colonizzatori islandesi erano giunti in Groenlandia all'inizio del II secolo, mentre le isole Azzorre, che pure si trovano abbastanza al largo, nell'Atlantico, erano già state colonizzate.
Tuttavia tutti questi approcci col nuovo continente avevano più il carattere di punti di approdo utilitaristici, che di tentativi di scoperta veri e propri. L'atto di scoprire qualcosa, infatti, implica la volontà di tornare e riferire ciò che si è scoperto, e quest'attitudine caratterizza inequivocabilmente i viaggi di Colombo.
È possibile credere che balenieri portoghesi e danesi del XV secolo sospettassero dell'esistenza di una grande isola o massa terrestre ad ovest della Groenlandia. Possibili indizi potevano essere le rotte migratorie di balene, merluzzi e diverse razze di volatili, oltre al rinvenimento di rami e piante sulla superficie dell'acqua a notevole distanza dalle coste per finire con i racconti dei navigatori vichinghi e irlandesi. È possibile che balenieri e cacciatori di merluzzi, nell'inseguimento delle prede, si fossero spinti accidentalmente fino alle coste orientali del continente americano; plausibilmente Terranova.
Sono stati scoperti documenti che dimostrano come i Portoghesi avessero già raggiunto le coste in precedenza e alcuni studiosi sostengono anche che facessero parte dell'equipaggio delle tre caravelle anche alcuni uomini incaricati dalla corona di sorvegliare le mosse del navigatore genovese. A Colombo, infatti, era stata promessa l'amministrazione delle terre da lui scoperte, e non è forse un caso che sia approdato proprio su un'isola. Alcuni diari di bordo mostrano infatti che la sua rotta puntava dritta verso la terraferma ma che durante gli ultimi giorni di navigazione subì una brusca sterzata verso sud, verso le isole dei Caraibi, appunto. Si pensa che questa decisione sia stata suggerita o forse addirittura imposta dagli infiltrati della corona poiché si riteneva che l'amministrazione di tutto il continente fosse un prezzo troppo alto da pagare per rendere nota la scoperta del Nuovo Mondo.
In tempi vicini all'impresa del navigatore genovese, è stato documentato un altro viaggio verso le nuove terre, per volere del re di Portogallo Alfonso V e del re di Danimarca, utilizzando navi danesi condotte da marinai portoghesi per esplorare le coste della Groenlandia tra il 1476 e il 1477. Alcuni storici sostengono che anche Colombo prese parte a questa spedizione.
Non è comunque dimostrato che il nuovo mondo fosse già conosciuto prima del viaggio di Colombo. Anzi, dai documenti ufficiali si sa che l'ammiraglio, al ritorno, fu accolto come trionfatore a riprova che la sua impresa non aveva precedenti. Se qualcuno prima di lui fosse approdato sulle coste americane il fatto non aveva avuto rilevanza storica e, quindi, Colombo può essere considerato il vero scopritore del quarto continente.
Secondo alcuni storici la scoperta dell'America da parte di Colombo sarebbe da anticipare di qualche anno. Secondo queste tesi, il navigatore avrebbe compiuto già nel 1485 un viaggio che lo avrebbe portato nel Nuovo Mondo. Questo lo si potrebbe dedurre da vari indizi: la rotta seguita da Colombo nel primo viaggio nel 1492 segue esattamente le correnti; inoltre l'ammiraglio è così sicuro di raggiungere le nuove terre che, per sedare una rivolta, promette di navigare soltanto altri tre giorni e proprio nella notte fra il secondo e il terzo giorno arriva a destinazione. Inoltre, sulla tomba di papa Innocenzo VIII c'è scritto "Durante il suo regno la scoperta di un Nuovo Mondo".
Il papa però morì il 25 luglio 1492, alcuni giorni prima della partenza ufficiale. Naturalmente l'autore di detta iscrizione può avere sia fatto semplice riferimento all'ultimo anno solare in cui visse Innocenzo VIII, appunto il 1492, quanto all'oggi noto ruolo di "protettore" che detto Papa ebbe nei confronti di Colombo, per mezzo del suo logoteta presso la corte di Spagna Alessandro Geraldini (autore del resoconto di viaggio: "Itinerarium ad Regiones Sub Aequinoctiali Plaga Constitutas").
È da notare tuttavia che il navigatore turco Piri Reis, nella sua famosa mappa, realizzata nei primi decenni del XVI secolo, annotò che la zona delle Antille era stata scoperta nell'anno del calendario islamico 896 (corrispondente al 1490/1491 dell'era cristiana) da parte di un genovese infedele di nome Colombo. Lo stesso Reìs dichiara che alcune delle fonti a cui ha attinto per realizzare la sua opera sono le mappe usate da Colombo.

Aspetti controversi
Nonostante l'immagine positiva che generalmente si associa al navigatore non è ricordata la feroce tirannia con la quale Cristoforo e i fratelli, Bartolomeo e Diego, si imposero nella colonia spagnola caraibica.
Infatti sono presenti numerose testimonianze (per essere esatti 23) sulle cruenti torture inflitte agli schiavi e sottoposti durante il governo dello stesso Colombo. Un esempio significativo è la tortura inflitta da Bartolomeo a una donna, alla quale è stata amputata la lingua e costretta a girare nuda per la città in sella a un asino, colpevole di aver ricordato le origini proletarie di Colombo in una discussione.
In quella occasione Colombo si congratulò personalmente con il fratello per aver difeso l'onore della famiglia. Inoltre numerosi ladri furono puniti con l'amputazione del naso e delle orecchie, spesso per aver rubato piccole quantità di viveri necessari al proprio nutrimento (bisogna ricordarsi le precarie condizioni alimentari in cui vivevano gli indigeni). Altrà crudeltà era il divieto agli schiavi e ai nativi del battesimo. Fu proprio per il governo sanguinario e ingiusto che Colombo fu destituito nel 1500 dalla carica di governatore e messo sotto processo sotto ordine degli stessi monarchi di Spagna (Ferdinando il Cattolico e Isabella di Castiglia).

L'aspetto di Colombo
La vita di Cristoforo Colombo è avvolta in parte nel mistero, di lui oltre alle origini incerte, non si hanno nemmeno dei ritratti originali che lo raffigurino. Tutti quelli pervenuteci sono in realtà dei dipinti eseguiti dopo la morte del famoso navigatore, realizzati in base alle descrizioni dei suoi contemporanei o in alcuni casi delle vere e proprie opere di fantasia di epoche successive. Questo spiega del perché l'enorme quantità di effigi che descrivono Colombo, conferiscono al personaggio una svariata molteplicità di aspetti che rendono difficile la lettura delle sue caratteristiche fisiche.

▪ 1912 - Arcangelo Tadini (Verolanuova, 12 ottobre 1846 – Botticino, 20 maggio 1912) è stato un presbitero italiano, fondatore delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth. È stato beatificato il 3 ottobre 1999 da papa Giovanni Paolo II e canonizzato il 26 aprile 2009 da papa Benedetto XVI.
Entrò presto nel seminario di Brescia, dove si trovava già uno dei suoi fratelli. Fu ordinato sacerdote nel 1870 da Benedetto Riccabona. Il suo primo incarico fu quello di vicario cooperatore della parrocchia di Lodrino; in paese, fu incaricato dell'insegnamento ai ragazzi, nella scuola comunale. A perenne ricordo della sua testimonianza, la comunità lodrinese ha voluto intitolare a Don Arcangelo il nuovo complesso scolastico (5 marzo 2000).
Fu poi fu cappellano presso il santuario di Santa Maria della Noce a Brescia. Infine venne inviato a Botticino, dove fu parroco con il titolo di arciprete.
Era l'epoca della rivoluzione industriale e Arcangelo, leggendo l'enciclica Rerum novarum di papa Leone XIII, conobbe le difficoltà fisiche e morali della classe operaia.
Con il suo patrimonio personale, costruì un mulino tessile e una casa per i lavoratori. Nel frattempo, fondò l'associazione di mutuo soccorso operaio, che forniva assistenza ai lavoratori in caso di malattia o di infortunio, e la congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, la cui missione era quella di lavorare con gli operai per fornire loro l'istruzione e sostegno morale.

▪ 1959 - Alfred Schutz (Vienna, 13 aprile 1899 – New York, 20 maggio 1959) è stato un filosofo e sociologo austriaco.
Filosofo delle scienze sociali di approccio fenomenologico e sociologo, è considerato come il fondatore dell'idea di una sociologia fenomenologica. È stato influenzato dalla sociologia comprensiva di Max Weber, dalle tesi sulla scelta e sulla temporalità di Henri Bergson e, soprattutto, dalla fenomenologia di Edmund Husserl.
Dopo la sua immigrazione negli Stati Uniti, l'influenza del pragmatismo americano ed del positivismo logico contribuisce a consolidare in lui l'interesse verso un empirismo, che prende la forma di un'attenzione al mondo concreto e al mondo vissuto.
Nato a Vienna in una famiglia ebrea, Alfred Schutz conduce degli studi di diritto, economia e sociologia all'Università di Vienna, in seguito a ciò egli ottiene nel 1921 un dottorato in filosofia del diritto sotto la direzione di Hans Kelsen. Lavora in seguito come avvocato e ottiene nel 1927 un posto di segretario esecutivo alla Reitler and Company di Vienna, una ditta bancaria privata con attività internazionali. Parallelamente a questo attività, lavora come ricercatore indipendente e partecipa al Circolo di Vienna, un circolo interdisciplinare fondato da Ludwig von Mises dove lega amicizie in particolare con Felix Kaufmann, Fritz Machlup e Erich Vögelin. Lo sposalizio con Ilse Heime, che sposò nel 1926, gli apportò un sostegno considerevole alla realizzazione di un'importante opera Der sinnhafte Aufbau der sozialen Welt. Eine Einleitung in der verstehende Soziologie, pubblicata nel 1932, nella quale Schutz attraverso la fenomenologia di Edmund Husserl pose le basi filosofiche alle scienze sociali ed in particolare alla sociologia.

Pensiero
Il suo pensiero è nato dalla fusione del pensiero weberiano con la filosofia di Edmund Husserl. La sfera che Schütz alla quale si interessa maggiormente è quella quotidiana, fatta da routine, cioè da corsi di azione abitualizzati sui quali non ci fermiamo a riflettere; ogni sfera di vita sociale è composta da costruzioni di tipologie, dette anche sottouniversi. Il pensiero in cui siamo immersi è del senso comune, ossia il pensiero dell'ovvio, di conseguenza pensare senza porsi troppe domande. Schütz si affianca alla fenomenologia: cioè allo studio di ciò che appare; il soggetto non è semplicemente nel mondo, ma costituisce il mondo, dunque ciò che accade nel mondo è compreso attraverso categorie, questo comporta un risparmio a livello cognitivo.

▪ 1974 - Jean Daniélou (Neuilly-sur-Seine, 14 maggio 1905 – Parigi, 20 maggio 1974) è stato un teologo e cardinale francese. È stato accademico di Francia e, con Yves Congar ed Henri de Lubac, un esponente della Nouvelle théologie ("nuova teologia").
Figlio di Charles Daniélou, un uomo politico francese che fu più volte ministro e una personalità anticlericale, e di Madeleine Clamorgan, fondatrice dell'Istituto Santa Maria e di una università gratuita femminile. Suo fratello minore fu l'indianista Alain Daniélou (1907-1994).
Dopo gli studi di lettere e filosofia alla Sorbona, nel 1927 divenne professore associato di grammatica.
Entrò poi nella Compagnia di Gesù nel 1929 e si dedicò all'insegnamento, inizialmente in un collegio maschile a Poitiers. Continuò quindi gli studi di teologia nella Facoltà Cattolica di Lione, allora una delle più rinomate.
Fu ordinato presbitero nel 1938.
Durante la seconda guerra mondiale fu arruolato nelle forze aeree fino al 1940. Terminata la guerra completò il suo dottorato in teologia nel 1942. Lo stesso anno divenne capellano di un collegio femminile di Sèvres e fondò la collana Sources Chrétiennes in collaborazione con Henri de Lubac, favorendo così la riscoperta dei Padri della Chiesa.
Nel 1944 ricevette la cattedra di Storia antica del cristianesimo all'Institut catholique de Paris, del quale sarebbe diventato il decano.
Su richiesta di papa Giovanni XXIII prese parte al Concilio Vaticano II a titolo di esperto.
Fu eletto arcivescovo titolare di Taormina l'11 aprile 1969 e consacrato vescovo in Parigi il 19 aprile dello stesso anno, per l'imposizione delle mani del Cardinal François Marty, arcivescovo di Parigi, assistito da Julien Gouet e Daniel Pézeril, vescovi ausiliari di Parigi.
Fu creato cardinale diacono nel concistoro del 28 aprile 1969, con il titolo di San Saba. Partecipò alla I Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, celebrata in Vaticano dall'11 al 28 ottobre 1969.
Fu eletto membro dell'Académie française il 9 novembre 1972, con il numero 37, succedendo al cardinal Tisserant. Il suo ricevimento ufficiale ebbe luogo il 22 novembre 1973. Alla sua morte il seggio venne occupato dal padre Carré (a partire dal 26 giugno 1975).
Fu inoltre nominato cavaliere della Legion d'Onore.
La sua morte improvvisa, a causa di un infarto, fece all'epoca molto scalpore e rimase per anni un amaro episodio fino alla chiarificazione dei fatti portata a compimento negli ultimi anni. Il gesuita venne meno il 20 maggio del 1974, sulle scale della casa di tale Mimi Santoni, di anni 24, di professione spogliarellista (e non prostituta, come sostenuto dalla stampa cattolica dell'epoca). Egli venne inoltre trovato con una notevole somma di denaro con sé. La maliziosa ricostruzione dell'episodio, a firma della stampa laica francese (notoriamente la più anticlericale d'Europa), insinuò subito che il cardinale fosse stato lì per usufruire dei servizi carnali della ragazza, addirittura che potesse essere un suo cliente abituale; la verità, accertata per interrogatorio di Madame Santoni e anche per merito dei difensori di Daniélou, fra cui lo storico Henri Marrou, era che il prelato si trovava lì per donare alla ragazza la somma di denaro con cui essa avrebbe pagato la cauzione del suo amante.
Si scoprì che il cardinale non era nuovo a perseguire la conversione e il sostentamento economico di prostitute o spogliarelliste, sullo stesso modello -ad esempio- del più contemporaneo don Oreste Benzi. In questo modo la reputazione del grande cardinale e teologo è potuta essere ripulita, e di conseguenza la sua figura riabilitata, in particolar modo dall'attuale pontefice Benedetto XVI che fu grande amico e collega di Daniélou.

Pensiero
Come teologo studiò la relazione tra la fede e la teologia contemporanea, lavorò sul problema dell'immutabilità della verità, sulla relazione tra natura e grazia nel determinare la volontà della persona; approfondì anche il tema del marxismo.
I suoi studi hanno contribuito alla preparazione dei documenti del Concilio Vaticano II.

▪ 1985 - Franco Fornari (Rivergaro, 18 aprile 1921 – Milano, 20 maggio 1985) è stato uno psicoanalista, psicologo e medico italiano.
Fornari nasce a Niviano, frazione del comune di Rivergaro (circa 20 chilometri a sud di Piacenza). 
Si laurea in Medicina e chirurgia e si specializza in Neuropsichiatria alla Statale di Milano .
Si interessa di psicoanalisi e sotto la guida di Cesare Musatti (di cui fu il primo allievo analista) diventa analista membro della Società Psicoanalitica Italiana e della Società Psicoanalitica Internazionale.
Si sposa. Ha cinque figli. Anche la moglie Bianca Fornari diventa psicoanalista come anche la figlia, Gigliola Fornari Spoto.
Negli anni sessanta si occupa di polemologia e fonda prima il "Gruppo anti-H" e poi l'Istituto italiano di Polemologia (ISTIP).
Dal 1962 è docente universitario di Psicologia dell'età evolutiva alla Scuola di specializzazione in Psichiatria e Psicologia dell'Università di Milano, ottiene nel 1968 l'incarico di Psicologia dinamica, prima cattedra di psicoanalisi in Italia, presso la facoltà di Sociologia di Trento, università che, come affermerà, sceglie anche perché "stimolato dal trovarsi con giovani che volevano impegnarsi nel sociale", in quanto la docenza traeva per lui significato dal "centrare l'insegnamento in una motivazione etica" nel 1972, diventerà infine direttore dell'Istituto di Psicologia della Statale di Milano.
Dal 1973 al 1978 è presidente della Società Psicoanalitica Italiana. 
La morte per infarto lo ha colto all'improvviso nella sua abitazione in via Plinio a Milano, nella tarda mattinata del 20 maggio 1985, dopo il consueto rientro dalle lezioni all'Università Statale dove aveva la cattedra in Psicologia.
Cesare Musatti, in una intervista al "Corriere della Sera" lo ricordava così:
▪ "Fu il mio primo allievo alla fine della guerra, quando a Milano si incominciava a parlare di psicoanalisi. Poi, intorno a lui, si erano raggruppati numerosi miei allievi, tutti quelli che gravitavano intorno al Centro milanese psicoanalitico"
▪ "Era un allievo che poi si era ribellato. Io ero più conservatore, ero più anziano, ho novanta anni, lui era più giovane. Io, di fronte a molti sviluppi della psicanalisi, ero molto più sospettoso di Fornari, certo perché ero più vecchio. C'era un po' la distanza, sul piano scientifico, che ci poteva essere tra Carlo Marx e Berlinguer, se è permessa una battuta"
▪ [Gli sviluppi della psicanalisi su cui Fornari ha influito]... "sono stati di vario genere. È un uomo che ha proposto teorie nuove, dottrine nuove. Per esempio, ha insistito sulla tendenza dei giovani analisti di far risalire la formazione della personalità ai primissimi momenti, quando si è ancora nel grembo materno"
▪ [Più che un innovatore]... "era un fondatore non di una teoria nuova ma di una teoria ammodernata. Faceva parte della Società psicoanalitica, rientrava nei canoni tradizionali ma con idee nuove e con i suoi allievi"
▪ [Nelle scelte politiche] "era un laico moderno, io sono più a sinistra, ma per motivi personali"

Attività scientifica
Il suo insegnamento e le sue ricerche hanno mutato la storia della psicologia in Italia, rompendo la tradizionale separazione che ha caratterizzato in Italia il rapporto fra psicologia e psicoanalisi, fra sperimentazione e clinica. Allievo di Cesare Musatti, presidente della "Società psicoanalitica italiana", Franco Fornari esordì introducendo in Italia il pensiero e le idee di Melanie Klein.
I suoi primi scritti approfondiscono la dimensione psicotica originaria dell'uomo sia in riferimento allo sviluppo psichico (La vita affettiva originaria del bambino, 1963), sia riguardo al trattamento della schizofrenia e della depressione, la dinamica dei gruppi e la conflittualità sociale (Nuovi orientamenti nella psicoanalisi, 1966).
La convinzione kleniana di Fornari raggiunge il suo apice nelle esemplari ricerche sulla guerra (Psicoanalisi della guerra atomica, 1964; Psicoanalisi della guerra, 1966; Dissacrazione della guerra, 1969; Psicoanalisi della situazione atomica, 1970): la guerra originerebbe dalla proiezione all'esterno di un pericolo interno e dalla negazione e alienazione della morte in un'entità esterna persecutrice, che occorre distruggere per poter sopravvivere.
Il successivo indirizzo di ricerca ebbe come tema la sessualità in relazione ai processi di simbolizzazione affettiva. In Genitalità e cultura (1975) Fornari riconsidera il concetto di perversione, ponendo la cultura come antitetica non alla sessualità, come aveva sostenuto Freud, ma alla pregenitalità, che si costituirebbe sulla base di un difetto di simbolizzazione di natura infantile e sul primato degli impulsi distruttivi nel comportamento.
Fornari rivisita inoltre le teorie psicoanalitiche in termini cognitivi, gettando le basi di una vera e propria antropologia psicoanalitica, utilizzabile anche da non psicoanalisti. La teoria «coinema» (gr.: κοινός, Koinòs cioè comune) la cui unità minima di significazione affettiva, il coinema, unisce gli affetti ai codici linguistici presiedendo alle varie forme di comunicazione, è proposta da Fornari come strumento e procedura metodologica, che consentirebbe di applicare la psicoanalisi a una vasta gamma di fenomeni culturali (parole, immagini, comportamenti).

Fornari e la polemologia
Franco Fornari si occupò in modo specifico degli aspetti psicoanalitici della guerra. Secondo il suo pensiero la guerra è una elaborazione paranoide o proiettiva del lutto (Fornari 1975). Gli stati svolgono un ruolo inconscio di tipo materno nei confronti dei suoi cittadini. La guerra e la violenza nascono e si sviluppano dal nostro bisogno di amore: dal nostro desiderio di preservare e difendere l'oggetto sacro al quale siamo affettivamente attaccati, in particolare la madre e la fusione con essa. Per gli adulti, le nazioni sono oggetti sacri che generano la guerra. Il sacrificio è l'essenza della guerra: esso si traduce nella disponibilità degli esseri umani a morire per la patria offrendo ad essa i loro corpi. Fornari chiamò la guerra "la realizzazione spettacolare di una situazione umana generale in cui la morte assume un valore assoluto" nella certezza che le idee per cui moriamo sono vere e per questo la "morte diventa un processo dimostrativo".

▪ 1992 - Giovanni Umberto Colombo (Caronno Pertusella, 6 dicembre 1902 – Milano, 20 maggio 1992) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano.
Giovanni Umberto nacque nel 1902 a Caronno Pertusella da Enrico Colombo, capufficio in una fabbrica, e da Luigia Millefanti, magliaia e ricamatrice. In giovane età entrò nel seminario ginnasiale di San Pietro Martire a Seveso; passò poi al seminario liceale di Monza, per proseguire gli studi di teologia nella sede del seminario di Corso Venezia a Milano, che risaliva ai tempi di San Carlo Borromeo (XVI secolo). Fu ordinato sacerdote nel Duomo di Milano dal cardinale Eugenio Tosi il 29 maggio 1926.
Si laureò in teologia nel 1926 subito dopo l'ordinazione sacerdotale e in lettere nel 1932 presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il cardinale Ildefonso Schuster lo nominò rettore del liceo classico del seminario nella nuova sede di Venegono Inferiore nel 1939 e rettore maggiore dei seminari milanesi nel 1953.
Nominato da papa Giovanni XXIII ausiliare dell'arcivescovo di Milano, ricevette la consacrazione episcopale in Sant'Ambrogio il 7 dicembre 1960 dal cardinale Giovanni Battista Montini e scelse come motto episcopale «Veritas et amor».
Fece parte della commissione preparatoria del Concilio Ecumenico Vaticano II per i seminari e le università degli studi. Fu padre conciliare, prima come vescovo ausiliare e poi come arcivescovo: infatti, il 10 agosto 1963 papa Paolo VI (eletto papa il 21 giugno dello stesso anno) lo nominò suo successore alla cattedra dei santi Ambrogio e Carlo e lo creò cardinale il 25 febbraio 1965.
Terminato il Concilio Ecumenico Vaticano II, al fine di applicarlo indisse il 46° sinodo diocesano, che si protrasse dal 1966 al 1972. La diocesi di Milano si può dire ancora oggi caratterizzata dalle decisioni di quel sinodo: conservare, pur riformandolo, il Rito Ambrosiano; riorganizzare la diocesi in zone pastorali e in decanati sopprimendo la tradizione secolare delle pievi milanesi; istituire il Consiglio Presbiterale Diocesano e il Consiglio Pastorale Diocesano; proporre all'inizio dell'anno pastorale un programma comune a tutta la diocesi: di qui le Lettere Pastorali promulgate ogni anno l'8 settembre, festa della Natività di Maria, cui è dedicato il Duomo di Milano. Sono entrati nella tradizione anche i suoi Discorsi alla città, tenuti la vigilia della solennità di Sant'Ambrogio nell'omonima basilica. Durante il suo episcopato consacrò 157 nuove chiese.
Partecipò ai conclavi del 1978 per l'elezione di Giovanni Paolo I e, dopo poco tempo, di Giovanni Paolo II.
Lasciò la carica il 29 dicembre 1979 e si spense a Milano il 20 maggio 1992, nel seminario di Corso Venezia che egli stesso aveva fatto ristrutturare e che aveva preso come propria residenza da pensionato. La salma del cardinale venne successivamente deposta in una tomba nella navata destra della cattedrale di Milano, proprio di fronte all'altare contenente le spoglie del Beato Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.

▪ 1999 - Massimo D'Antona (Roma, 11 aprile 1948 – Roma, 20 maggio 1999) è stato un giurista e docente italiano.
Consulente del Ministero del Lavoro, docente di diritto del lavoro all'Università degli studi di Roma "La Sapienza", amministratore delegato dell'ENAV fino al 1998, fu ucciso dai terroristi Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce membri delle Nuove Brigate Rosse, mentre usciva di casa per recarsi al lavoro.
Allievo di Renato Scognamiglio, è stato professore di diritto del lavoro, dopo avere vinto la cattedra nel 1980, nella Università di Catania, poi nella Seconda Università degli Studi di Napoli ed infine all'Università degli studi di Roma "La Sapienza". È autore di monografie e saggi, con particolare attenzione alle garanzie del diritto al lavoro e alla privatizzazione del pubblico impiego. È stato tra i fondatori della rivista Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni. A lui è intitolata l'aula magna della Facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università degli Studi di Napoli, dove insegnò Diritto del lavoro.

▪ 2000 - Maria Adelaide Aglietta (Torino, 4 giugno 1940 – Torino, 20 maggio 2000) è stata una politica italiana, esponente prima del Partito Radicale e poi dei Verdi Arcobaleno e della Federazione dei Verdi, nonché parlamentare italiano ed europeo. Charles Antenen, calciatore svizzero (n. 1929)

▪ 2001 - Renato Carosone (Napoli, 3 gennaio 1920 – Roma, 20 maggio 2001) è stato un cantautore, pianista e compositore italiano.
Renato Carosone nasce a Napoli il 3 gennaio 1920, primo di altri due fratelli, Olga e Ottavio. Inizia prestissimo a studiare musica per volontà del padre, l'11 maggio 1935 suona il pianoforte nel teatrino dell'Opera dei Pupi di Giuseppe Perna, lavora presso la casa editrice E. A. Mario come "ripassatore", insegnando cioè le nuove canzoni ai cantanti, e nel 1937 si diploma in pianoforte presso il Conservatorio di San Pietro a Majella.
Viene scritturato da una compagnia di arte varia, con cui si imbarca per l'Africa Orientale Italiana; quando la compagnia si scioglie, Carosone rimane tra Massaua e Addis Abeba per nove anni, prestando anche servizio militare per la Seconda guerra mondiale al fronte della Somalia Italiana. Suona in varie formazioni, conosce la futura moglie Lita, che gli darà il figlio Pino, e nel 1946 torna a Napoli. Contro le aspettative del padre Antonio, impresario al Teatro Mercadante, si trasferisce a Roma ottenendo una buona notorietà nell'ambiente musicale.

Il "Complesso Carosone"
Il 28 ottobre 1949 fonda il Trio Carosone insieme all'olandese Peter Van Wood - poi autore di Tre numeri al lotto (1949) e Via Montenapoleone (1953) - e al fantasista napoletano Gegè Di Giacomo.
I tre, con Carosone al pianoforte, Di Giacomo alla batteria e Van Wood alla chitarra elettrica, inaugurano lo Shaker Club di Napoli, frequentato dai militari americani e dai nuovi ricchi degli "anni del benessere". Quando nel 1952 l'olandese Van Wood lascia il trio per trasferirsi in America, Carosone e Gegè ricostituiscono il gruppo, che diventa dapprima un quartetto con il chitarrista Franco Cerri , il cantante contrabbassista Claudio Bernardini e il sassofonista Riccardo Rauchi; Cerri viene poi sostituito da Alberto Pizzigoni e Bernardini da Piero Giorgetti.
Il quartetto poi si allarga, con alcuni cambi di formazione, fino a diventare un sestetto, composto oltre che da Di Giacomo, Rauchi, Pizzigoni e Giorgetti, dal sassofonista Gianni Tozzi Rambaldi, dal clarinettista Tonino Grottola e dal chitarrista Raf Montrasio (che entra in sostituzione di Pizzigoni); ad essi in molte incisioni e nelle serate si aggiunge il percussionista Aldo Pagani.
Nel 1957 entrano a fianco di Giorgetti e Di Giacomo Marco Del Conte al sassofono e al flicorno al posto di Rauchi, Sergio Lombardini al clarinetto e al flicorno e Silvano Santorio alla chitarra in sostituzione, per un certo periodo, di Montrasio.

Il successo
La notorietà dell'artista aumenta negli anni cinquanta, durante le stagioni della Bussola di Focette, in Versilia, diretta da Sergio Bernardini e inaugurata il 4 giugno 1955. Nel frattempo, compaiono sul mercato i primi long playing. Il primo successo commerciale dell'artista napoletano, è Maruzzella (1954), musica di Carosone e testo di Enzo Bonagura. Le successive incisioni, soprattutto quelle composte assieme al paroliere napoletano Nisa, pseudonimo di Nicola Salerno - O suspiro (1956), Torero (1957), O sarracino (1958) e Caravan Petrol (1958) - conquistano le classifiche di vendita europee e nordamericane. Della sola Torero, rimasta per due settimane al primo posto della hit parade statunitense, si conoscono più di trenta incisioni americane e dodici traduzioni in altrettante lingue. Quelli di Renato Carosone sono concerti-spettacolo, dove ai testi ironici di Nisa fanno da contrappunto le performance comiche di Gegè Di Giacomo, spesso concluse dal totale coinvolgimento del pubblico, e le melodie di Carosone, mutuate dal jazz e dallo swing mescolate ai ritmi più diversi.
Non trascurabile è stato il ripescaggio attuato da Carosone di brani del repertorio napoletano, da Anema e core a Luna rossa, di canzoni italiane e internazionali, da Ciribiribin a Johnny Guitar e soprattutto l'applicazione delle novità strumentali e tecniche, quali le nuove tecniche di registrazione su nastro, le variazioni di velocità, le sovrapposizioni, oltre al gusto musicale parodistico e ritmico introdotto negli Stati Uniti verso gli inizi degli anni cinquanta da Spike Jones.
Dopo una lunga serie di concerti in Europa, il gruppo di Renato Carosone sbarca a Cuba, inaugurando una memorabile tournée americana. Dopo Caracas, Rio de Janeiro e San Paolo del Brasile, il 5 gennaio 1957 il suo gruppo approda alla Carnegie Hall di New York.

Il ritiro dalle scene
A novembre del 1958 Carosone inaugura una sua casa discografica, la Stereo Dischi, con annesso anche uno studio di registrazione; l'etichetta però avrà vita breve, chiudendo dopo pochi anni.
Il 7 settembre 1960, al culmine del successo, Carosone si ritira inspiegabilmente dalle scene. In realtà inciderà ancora altre canzoni, ad esempio nel 1963 per la Ri-Fi, ma senza il suo complesso. Perfeziona lo studio della musica classica e si dedica alla pittura, iscrivendosi nel 1968 a un corso presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

Il rientro
Il suo silenzio musicale si interrompe il 9 agosto 1975 con una serata alla Bussola di Focette, su invito di Sergio Bernardini. Il concerto viene ripreso dalla televisione; tra i brani eseguiti, l'irresistibile Tu vuo' fa l'americano.
Nel 1982 rientra in sala d'incisione grazie alla collaborazione del produttore Sandrino Aquilani, incide l'album Carosone '82 e partecipa poi a show e trasmissioni televisive.

La fine
Scompare domenica 20 maggio 2001, nella sua casa di Roma. L'alter ego di Carosone, il batterista Gegè Di Giacomo, muore a 81 anni nella sua casa di Poggioreale, a Napoli, il 1º aprile 2005. La figura occhialuta di Di Giacomo, accanto alla maschera di Carosone, divenne popolarissima. Il suo grido di battaglia era "CantaNapoli" e la sigla del sestetto Carosone Pigliate 'na pastiglia, iniziava con "CantaNapoli, Napoli in farmacia!".
Nel 2002 Gigi D'Alessio gli scrive per omaggio la canzone Caro Renato, incisa nell'album Uno come te, nata come una lettera, mai spedita, in cui gli "chiede" scusa per non essergli stato vicino nel momento della sua morte.

▪ 2002 - Stephen Jay Gould (New York, 10 settembre 1941 – 20 maggio 2002) è stato un biologo, zoologo, paleontologo e storico della scienza statunitense.
Docente di zoologia e geologia all'università di Harvard, vinse l'American Book Award for Science per Intelligenza e pregiudizio. Ottenne, inoltre, il premio della National Book's Critic Circle Award, un'organizzazione senza scopo di lucro, che consiste di circa 700 critici letterari interessati ad onorare la qualità di scrittura e comunicazione.
È considerato uno dei divulgatori scientifici più prolifici ed influenti della sua generazione. In questa veste scrisse oltre 300 saggi pubblicati su Natural History e poi raccolti in vari volumi alcuni dei quali tradotti anche in italiano, come Il pollice del panda, Risplendi grande lucciola, Bravo brontosauro, La vita meravigliosa.
In molte occasioni si espresse contro l'oppressione culturale in tutte le sue forme, in special modo contro la pseudoscienza al servizio del razzismo e contro l'insegnamento del creazionismo come teoria scientifica.
Dopo aver ottenuto un PhD alla Columbia University, nel 1967 divenne un ricercatore ad Harvard. Aiutò nel 1972 Niles Eldredge a sviluppare la sua teoria degli equilibri punteggiati in cui si sostiene che i cambiamenti evolutivi avvengono in periodi di tempo relativamente brevi (su scala geologica) sotto l'impulso di stress ambientali, separati da lunghi periodi di stabilità evolutiva delle forme di vita.
Gould nacque e visse i primi anni della propria vita nel distretto di Queens, New York City. Il padre Leonard lavorava come stenografo del tribunale, e sua madre Eleanor era un'artista. Cresciuto in una famiglia ebraica laica, Gould non partecipava formalmente alle funzioni e preferiva definirsi agnostico. Politicamente, nonostante fosse stato "cresciuto da un padre marxista", definì le sue idee politiche come "molto differenti" da quelle del padre.
Secondo Gould, il libro chè più influezò le sue idee politiche fu C. Wright Mills -
The Power Elite, come anche gli scritti politici di Noam Chomsky.
Nei primi anni '60, Gould continuò ad essere esposto al pensiero progressista nel campus dell'Antioch College. Negli anni '70 Gould si unì ad una organizzazione accademica di sinistra chiamata "Science for the People."
Durante tutta la sua carriera ed in tutti i suoi scritti, Gould combatté l'oppressione culturale in tutte le sue forme, specialmente ciò che considerava pseudoscienza al servizio del razzismo e del sessismo.
Gould si sposò due volte. La prima volta con l'artista Deborah Lee, che incontrò frequentando l'Antioch College. Si sposarono il 3 ottobre 1965, e più tardi divorziarono. Il secondo matrimonio fu contratto con la scultrice Rhonda Roland Shearer nel 1995. Gould ebbe due figli, Jesse and Ethan, dal primo matrimonio, mentre i due figli della seconda moglie si chiamano Jade e London.
Nel luglio 1982 a Gould fu diagnosticato un mesotelioma peritoneale, una forma particolarmente aggressiva di tumore all'addome. Dopo una difficoltosa convalescenza, durata due anni, Gould pubblicò un articolo per il Discover Magazine intitolato ‘’The Median Isn't the Message’’ (la mediana non rappresenta il messaggio), discutendo la sua reazione alla scoperta che i pazienti affetti da mesotelioma avevano una vita mediana di solo otto mesi dalla diagnosi.
Inizia descrivendo il reale significato nascosto dietro quel numero, ed il suo sollievo nel realizzare che le statistiche sono solo delle utili astrazioni e non tengono conto dell'intera gamma di variazioni. La mediana è il punto di mezzo, il che significa che il 50% dei pazienti muore entro 8 mesi, ma l'altra metà vive più a lungo, potenzialmente molto più a lungo. Verificò, quindi, in quale punto di questa gamma di variazioni le sue caratteristiche personali lo ponevano. Considerando il fatto che la diagnosi fosse precoce e che egli fosse giovane, ottimista e che aveva a disposizione le migliori terapie, Gould pronosticò di trovarsi nella metà favorita della statistica. Dopo un trattamento sperimentale di radioterapia, chemioterapia, e chirurgia Gould guarì completamente ed il suo articolo fu fonte di speranza per molti pazienti.
Gould fu un sostenitore dell'utilizzo terapeutico della cannabis. Durante la sua lotta contro il cancro era solito fumare la droga illegale per alleviare il senso di nausea associato alle sue terapie. Secondo Gould il suo uso della cannabis ebbe l'effetto "più importante" nella sua guarigione. Nel 1998 testimoniò in tribunale nel caso di Jim Wakeford, un canadese utilizzatore ed attivista dell'utilizzo della cannabis per scopi terapeutici.
Stephen Jay Gould morì il 20 maggio 2002, a causa di un adenocarcinoma metastatico del polmone, che raggiunse il suo cervello. Questo tumore era completamente indipendente da quello che lo colpì venti anni prima e dal quale era completamente guarito. Morì nella sua casa "in un letto preparato nella biblioteca del suo loft in SoHo, circondato dalla moglie Rhonda, da sua madre Eleanor e dai molti libri che aveva amato."

▪ 2005 - Paul Ricoeur (Valence, 27 febbraio 1913 – Châtenay-Malabry, 20 maggio 2005) è stato un filosofo francese.
Ricoeur prende le mosse da Karl Jaspers e Edmund Husserl per analizzare la cruciale tematica del linguaggio come luogo in cui si pone il problema del senso, e a cui è strettamente connessa l’interpretazione, che è comunque interpretazione del mondo. Interpretazione secondo due modi: il primo è quello dell’esegesi, il secondo l’ermeneutica demistificante.
Questi due orientamenti sono propri della tensione della modernità, ovvero della tensione tra volontà di sospetto e volontà di ascolto, che assieme animano l’Ermeneutica.
Ricoeur ritiene fondamentali i tre maestri del sospetto, Marx, Nietzsche e Freud, che hanno definito come falsa scienza quella di origine cartesiana, proprio quella che avrebbe dovuto invece fugare ogni dubbio. Questi tre maestri hanno mostrato che dietro alle grandi certezze sussistono rispettivamente valori economico – sociali, la volontà di potenza e l’inconscio.
Al centro della riflessione ermeneutica vi è il simbolo, valorizzato attraverso l’emblema del sogno di provenienza freudiana, sogno che è “regione del senso duplice” e che dunque chiama in causa l’interpretazione, poiché in ogni simbolo vi è un significato manifesto ed uno latente. Interpretazione è il passaggio dall’uno all’altro.
Ricoeur distingue tra segni e simboli linguistici: i primi hanno funzione solo nel linguaggio comunicativo, mentre i simboli permettono di esplorare il senso dell’esperienza umana, hanno un senso figurato verso cui il senso manifesto costituisce comunque una via d’accesso (come accade ad esempio nella metafora). La ricerca di questi sensi va effettuata, ad esempio, nelle opere letterarie, cercando di coglierne il senso profondo e l’intenzionalità da cui sono guidate. Quindi egli indica i limiti dello strutturalismo , e di una parte delle nueroscienze moderne. Il compito della filosofia è infatti riaprire il linguaggio alla realtà riscoprendo il ruolo del soggetto(fenomenologia ). La premessa dello strutturalismo, in merito alla divisione tra significato e significante, infatti nega qualsiasi possibilità di un analisi extra-linguistica.
Queste sono le premesse filosfiche di un ermeneutica fenomenologica.
Nel 1999 ha vinto il Premio Balzan per la filosofia.

Cristoforo Colombo (Wikipedia)