Il calendario del 17 Maggio
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Eventi
▪ 547 - (o 548) Viene consacrata da Massimiano, la Basilica di S. Vitale in Ravenna
▪ 1673 - Louis Joliet e Jacques Marquette iniziano l'esplorazione del fiume Mississippi
▪ 1728 - Viene canonizzata da papa Benedetto XIII Santa Margherita da Cortona con l'appellativo di "Nova Magdalena"
▪ 1775 - Guerra di indipendenza americana: Il Congresso Continentale vieta il commercio con il Canada
▪ 1792 - Viene fondata la Borsa di New York
▪ 1809 - Napoleone I di Francia ordina l'annessione dello Stato Pontificio all'Impero Francese
▪ 1814
- - la Norvegia ha la sua costituzione
- - Occupazione del Principato di Monaco che passa di mano dalla Francia all'Austria
▪ 1900 - Guerra Boera: Truppe britanniche soccorrono Mafeking
▪ 1902 - L'archeologo Spyridon Stais trova il meccanismo di Antikythera
▪ 1919 - Il comitato dei mille si forma per opporsi allo Sciopero generale di Winnipeg
▪ 1933 - Vidkun Quisling e Johan Bernhard Hjort fondano il Nasjonal Samling - il Partito Nazional-socialista di Norvegia
▪ 1940 - Seconda guerra mondiale: La Germania occupa Bruxelles, Belgio
▪ 1943
- - Seconda guerra mondiale: rientrano gli aerei della RAF sopravvissuti all'Operazione Chastise.
- - L'esercito statunitense sigla un contratto con la Moore School dell'Università della Pennsylvania, per sviluppare l'ENIAC
▪ 1944 - Seconda guerra mondiale/Battaglia di Monte Cassino: nella notte tra il 17 e il 18 maggio, le truppe inglesi sferrano l'assalto decisivo ai Tedeschi
▪ 1953
- - Roma, Italia: viene inaugurato lo Stadio Olimpico con la partita di calcio Italia-Ungheria
- - Viene battezzata la Loreley, relazione ferroviaria delle Deutsche Bahn tra i Paesi Bassi e la Svizzera
▪ 1967 - Guerra dei sei giorni: Il Presidente dell'Egitto Gamal Abd el-Nasser richiede lo smantellamento della forza di emergenza delle Nazioni Unite in Israele
▪ 1969 - Programma Venera: Il Venera 6 sovietico inizia la discesa nell'atmosfera di Venere, inviando dei dati prima di venire schiacciato dalla pressione
▪ 1970 - Thor Heyerdahl parte dal Marocco, sulla barca di papiro Ra II per attraversare l'Oceano Atlantico
▪ 1972 - Milano, il commissario capo della questura Luigi Calabresi viene assassinato in un agguato mentre esce di casa
▪ 1973
- - Milano, al termine della commemorazione del commissario Calabresi, nel palazzo della questura in via Fatebenefratelli, il terrorista Gianfranco Bertoli lancia una bomba a mano, facendo quattro vittime
- - Scandalo Watergate: Iniziano le udienze nel Senato degli Stati Uniti, che verranno teletrasmesse
▪ 1974 - Los Angeles, la polizia fa irruzione nel quartier generale dell'Armata di Liberazione Simbionese, uccidendo sei membri, tra cui Camilla Hall
▪ Trentatré persone muoiono in attentati dinamitardi a Dublino e Monaghan, Eire
▪ 1981 - Con un referendum, gli italiani confermano la legge sull'aborto del 1978
▪ 1983 - Libano, Israele, e gli Stati Uniti firmano un accordo sul ritiro israeliano dal Libano
▪ 1987 - Guerra Iran-Iraq: La USS Stark (FFG-31) viene colpita da un missile di un caccia Mirage iracheno uccidendo 37 membri dell'equipaggio e ferendone 21
▪ 1990 - L'omosessualità viene tolta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità dall'elenco delle malattie mentali. Indetta come giornata mondiale contro l'Omofobia, sotto proposta di Louis-Georges Tin
▪ 1995 - Jacques Chirac diventa Presidente della Francia
▪ 1996 - Viene varato il Governo Prodi I.
▪ 1997 - Lo Zaire cambia nome e diventa Repubblica Democratica del Congo
▪ 1999 - Ehud Barak viene eletto Primo Ministro di Israele
▪ 2003 - Marocco/Casablanca: si susseguono nella notte una serie di attentati terroristici, attribuiti ad Al Qaeda, che causano oltre 40 vittime, tra cui un italiano, Luciano Tadiotto
▪ Repubblica Slovacca: si svolge il referendum per l'adesione all'Unione Europea al quale partecipa il 52% degli aventi diritto al voto. Il 92% dei votanti vota a favore dell'UE
▪ 2004
- - Dopoguerra iracheno: a Baghdad un kamikaze uccide il capo del consiglio provvisorio di governo iracheno, Ezzedine Salim, nato Mohammad Abdulzahra Othman
- - Il matrimonio omosessuale diventa legale nel Massachus
▪ 2006
- - Italia: Viene varato il Governo Prodi II, composto da 2 vicepremier, 24 ministri, 9 viceministri e 68 sottosegretari
- - Champions League: Il Barcellona conquista la Champions League battendo in finale l'Arsenal per 2 a 1
▪ 2007 - Dopo oltre 50 anni riprendono i collegamenti ferroviari tra la Corea del Nord e la Corea del Sud
▪ 2009 - Dopo 25 anni di guerra civile in Sri Lanka, le Tigri Tamil si arrendono
Anniversari
▪ 1510 - Sandro Botticelli, vero nome Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi (Firenze, 1 marzo 1445 – Firenze, 17 maggio 1510), è stato un pittore italiano.
▪ 1838 - Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, detto Talleyrand (Parigi, 13 febbraio 1754 – Parigi, 17 maggio 1838), è stato un politico e diplomatico francese.
Talleyrand fu principe, vescovo, politico. Servì la monarchia di Luigi XVI, poi la Rivoluzione francese nelle sue varie componenti, l'impero di Napoleone Bonaparte e poi di nuovo la monarchia, questa volta quella di Luigi XVIII, fratello del primo monarca servito. È considerato il campione assoluto del camaleontismo. Fu persona di grande intelligenza politica e fu sempre un anticipatore dei suoi tempi, dimostrando di saper vedere nel futuro molto più lontano di quanto sapessero fare i suoi contemporanei. Fu, con Metternich, il "regista" del congresso di Vienna.
▪ 1972 - Luigi Calabresi (Roma, 14 novembre 1937 – Milano, 17 maggio 1972) è stato un poliziotto italiano con la qualifica di commissario, medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria.
Era vice-responsabile della squadra politica della questura di Milano quando cadde vittima del terrorismo. Solo dopo molti anni si giunse ad individuare, nelle condanne definitive, gli esecutori e i mandanti dell'omicidio: Ovidio Bompressi, Leonardo Marino, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri, esponenti di Lotta continua.
Note biografiche
Di famiglia romana medio-borghese, padre commerciante in oli e vini, frequentò il liceo classico Leone Magno e si laureò nel 1964 in giurisprudenza con una tesi sulla mafia siciliana. Laureato, alla carriera forense preferisce quella nella polizia, spiegando agli amici che non "sente la vocazione del magistrato né dell’avvocato". L'anno seguente, 1965 vince un concorso per diventare vice commissario di pubblica sicurezza e quindi frequenta il corso di specializzazione della scuola di polizia, per prendere poi servizio a Milano. Saltuariamente scrive per il quotidiano socialdemocratico "Giustizia" e nel 1968, con uno pseudonimo sul quotidiano romano "Momento Sera".
A Milano viene inserito nell'ufficio politico della questura e incaricato di sorvegliare e indagare gli ambienti della sinistra extraparlamentare, che iniziava allora a prendere consistenza: tra questi, indaga in particolare i gruppi maoisti e quelli anarchici con cui instaura una buona dialettica. Gli ambienti anarchici erano sospettati,a seguito di comunicazioni del controspionaggio USA, di essere i fornitori di esplosivi usati in Grecia per una serie di attentati che avvenivano a quel tempo in quel paese. Si tratta dell'area politica entro cui svolgerà le sue indagini nel corso della sua breve carriera. Nel 1967 ottiene, su richiesta degli anarchici, dalla questura di Como il permesso per un campeggio anarchico a Colico, e durante questi contatti conosce Giuseppe Pinelli, a cui nel Natale 1968 regalerà, assieme al suo superiore Antonio Allegra, il libro ”Mille milioni di uomini” di Enrico Emanuelli, il dono fu ricambiato l'agosto successivo con l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters il libro preferito di Pinelli, come racconta il figlio Mario, attualmente direttore de "La Stampa" di Torino.
Nella notte del 16 novembre 1967 guida le forze della polizia nello sgombero dell'Università cattolica, occupata da poche ore dagli studenti guidati da Mario Capanna: questa occupazione fu il primo atto di lotta studentesca che iniziò la stagione della contestazione nota come il Sessantotto a Milano.
Nel 1968 diventa commissario capo e si trova anche a dirigere le cariche dei reparti della polizia durante gli scontri per il mantenimento dell'ordine pubblico nel corso di manifestazioni di protesta per le vie milanesi, la sua carriera proseguirà fino alla carica di vicedirettore dell'Ufficio politico della Questura di Milano.
Il 25 Aprile 1969 viene incaricato delle indagini relative agli attentati con bombe avvenuti nel padiglione della Fiat alla Fiera Campionaria e alla Stazione Centrale, si tratta della prima indagine che lo espone alla stampa ed alla conoscenza della pubblica opinione. Calabresi svolge le indagini entro l'area anarchica e quindici persone della sinistra extraparlamentare vengono fermate ed arrestate. Costoro saranno incarcerate per sette mesi, finendo quindi per essere scarcerate causa "mancanza di indizi" e la loro protesta per il trattamento ricevuto arriverà fino al tribunale per i diritti dell'uomo all'Aia.
Il 21 novembre 1969, ai funerali dell'agente Antonio Annarumma deve intervenire in difesa di Mario Capanna, sottraendolo ad un tentativi di pestaggio da parte di agenti incolleriti dalla presenza dell'esponente delle sinistra extraparlamentare alle esequie funebri.
Il caso Pinelli
Il 12 dicembre 1969 scoppia una bomba piazzata nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, a Milano, provocando la morte di diciassette persone ed il ferimento di altre ottantotto e Calabresi viene incaricato delle indagini sugli attentatori. La prima pista battuta è quella di sinistra, come Calabresi dichiarò a La Stampa: "è in questo settore che noi dobbiamo puntare: estremismo, ma estremismo di sinistra [...] sono i dissidenti di sinistra: anarchici, cinesi, operaisti".
Calabresi divenne noto all'opinione pubblica in seguito ad un tragico e discusso evento accaduto nel corso delle prime indagini sulla strage di Piazza Fontana: l'anarchico Giuseppe Pinelli, convocato in questura nelle prime ore seguenti all'attentato, tenuto illegalmente in stato di fermo da più di due giorni per essere interrogato riguardo al suo alibi, precipitò alle 23.57 del 15 dicembre dalla finestra dell'ufficio del commissario, al quarto piano, dell'edificio della Questura di Milano.
Le forze della sinistra italiana avanzarono il sospetto che Pinelli fosse stato gettato dalla finestra durante l'interrogatorio, ed accusarono il commissario di aver partecipato al fatto.
Calabresi fu il bersaglio di una martellante campagna di denuncia, sia da parte di intellettuali di sinistra (tra gli altri, Elio Petri e Nelo Risi che girarono il lungometraggio militante Documenti su Giuseppe Pinelli (1970) e Dario Fo, che si ispirò alla vicenda di Pinelli per un'opera teatrale, Morte accidentale di un anarchico) (1970), che da parte di gruppi più estremisti (con minacce scritte sui muri cittadini).
Un peso rilevante nel determinare la situazione di odio montante nei confronti del commissario fu a carico del giornale della sinistra extraparlamentare Lotta Continua, dalle cui pagine con articoli e vignette venivano denunciate le supposte responsabilità di Calabresi, del questore Guida e degli altri uomini della questura milanese, per la morte di Giuseppe Pinelli.
A seguito della campagna mediatica contro di lui, il 15 aprile 1970 Calabresi denunciò Pio Baldelli l'allora direttore del giornale Lotta Continua, per diffamazione continua e aggravata, arrivando ad un processo, iniziato nell'ottobre 1970 e noto come il processo "Calabresi-Lotta Continua". Nell'intervallo di tempo trascorso tra la denuncia di Calabresi e l'apertura del processo venne archiviata il 3 luglio l'indagine del giudice Antonio Amati sulla morte di Pinelli, conclusasi nel maggio 1970 con la dichiarazione di morte accidentale. Poco tempo dopo venne denunciato, sempre per calunnia, anche l'avvocato Carlo Smuraglia estensore della denuncia presentata dalla vedova di Pinelli. Il processo si trasformò subito in uno scontro politico nel corso del quale Michele Lener, avvocato del commissario, ricusò il giudice Carlo Biotti che aveva anticipato, in un colloquio privato, la sua convinzione assolutoria rispetto all’accusa di diffamazione. La richiesta di ricusazione venne interpretata dagli accusatori di Calabresi come una mossa che intendeva prendere tempo a fronte della richiesta di riesumazione della salma di Pinelli avanzata dalla difesa da Baldelli, tendente a verificare l'esistenza di tracce di un colpo di karate sulla nuca di Pinelli.
La ricusazione venne presentata il 29 Aprile 1971 ed accettata dalla Corte d'Appello il 7 giugno, a seguito di ciò il 13 giugno 1971 sul settimanale L'Espresso venne pubblicato un articolo di Camilla Cederna con cui accusava Calabresi di essere un torturatore e responsabile della fine di Pinelli, Biotti di aver inquinato il processo per carrierismo e concludeva chiedendo l'allontanamento dai pubblici uffici dei giudizi e pubblici ufficiali collegati con le indagini ed i processi relativi alla morte di Pinelli, l'articolo terminava sotto forma di lettera aperta alla pubblica sottoscrizione.
La petizione dell'Espresso: testo e firmatari (fonte Wikipedia).
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Il numero successivo dell'Espresso uscì il 20 giugno con un elenco di nomi di qualche centinaio di intellettuali che avevano posto la firma all'appello, altre firme vennero aggiunte nei numeri pubblicati il 27 giugno per un totale di circa ottocento firmatari, tutti i nomi più noti tra gli intellettuali italiani. (solo quattro furono quelli che in seguito si pentirono della firma)
Durante il processo, gli interrogatori dei testimoni riguardo la morte di Pinelli presentarono alcune discrepanze che spinsero la Procura della Repubblica a riaprire il caso Pinelli inviando un «avviso di reato» ai testimoni e al commissario Calabresi. Su questo processo Francesco Leonetti realizzò il documentario "Processo Politico", con l'aiuto di Arnaldo Pomodoro e la fotografia di Carla Cerati.
Fra le accuse che la sinistra rivolgeva a Calabresi, nel delineare la sua persona, vi e' quella di essere stato un agente della CIA, di essere legato al generale Edwin A. Walker, uomo di Barry Goldwater, a cui avrebbe fatto da accompagnatore ufficiale (o guardia del corpo) nel 1966 durante un viaggio in Italia, presentandolo anche al generale De Lorenzo o quanto meno aver frequentato per alcuni mesi un corso di aggiornamento negli Stati Uniti. Queste accuse sono fermamente negate dal figlio Marco argomentando: "Basterebbe poco, un briciolo di intelligenza e di curiosità, mio padre non parlava una parola di inglese e non ebbe mai la possibilità e il tempo per viaggiare".
La morte di Calabresi
Calabresi fu assassinato alle 9.15 del 17 maggio 1972, davanti alla sua casa, mentre si avviava alla sua auto per andare in ufficio, da un commando di due killer che gli spararono alle spalle. Lasciò la moglie Gemma Capra e due figli: Mario e Paolo, un terzo figlio (Luigi) nacque pochi mesi dopo la sua morte. Calabresi, in quel periodo, partendo da sue indagini sulla morte di Giangiacomo Feltrinelli, dilaniato da una bomba che l'editore stava collocando su di un traliccio, investigava su di un traffico internazionale di esplosivi e di armi che sarebbe avvenuto attraverso il confine triestino e quello svizzero; in relazione a questo traffico illegale vennero collegati i nomi di alcuni estremisti di destra tra cui Gianni Nardi.
Il 17 maggio 1973, ad un anno dall'assassinio, durante l'inaugurazione di un busto commemorativo in memoria del commissario nel cortile della questura di via Fatebenefratelli a Milano, cerimonia cui partecipò l'allora Ministro dell'Interno Mariano Rumor, l'anarchico Gianfranco Bertoli lanciò una bomba a mano. L'esplosione uccise 4 persone e ne ferì 45, non colpì il ministro indicato come probabile obiettivo, già allontanatosi dal cortile.
L'inchiesta conclusiva della magistratura sulla morte di Pinelli, condotta dal magistrato Gerardo D'Ambrosio, terminata il 27 ottobre 1975 con una sentenza assolutoria per Calabresi, scagionò la polizia, giungendo alla conclusione che la caduta avvenne «a causa di un malore attivo e dall'improvvisa alterazione del centro di equilibrio»" e quindi classificando la morte come "accidentale", quindi né suicidio, né omicidio, accertando peraltro che il commissario Calabresi non si trovava neppure nella stanza al momento del fatto.
Nel 1988 Leonardo Marino, uno dei killer, pentitosi, confessò di aver partecipato con Ovidio Bompressi all'assassinio del commissario, mandanti Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri, tutti in precedenza militanti di Lotta Continua. Leonardo Marino fu condannato a 11 anni di reclusione, Ovidio Bompressi, Giorgio Pietrostefani e Adriano Sofri a 22 anni di reclusione.
Onorificenze ricevute
* A Milano, in Piazza Sant'Ambrogio, i suoi colleghi posero una epigrafe in memoria.
* Il 12 maggio 2004 il Presidente della Repubblica Ciampi lo decorò con Medaglie d'oro al Merito Civile alla memoria di appartenenti alla Polizia di Stato vittime del terrorismo
* Il 26 gennaio 2005 le poste italiane emisero un francobollo commemorativo.
* Su Luigi Calabresi è in progetto uno sceneggiato televisivo.
* Per Calabresi è iniziato l'iter per una sua possibile beatificazione, ad opera del sacerdote Ennio Innocenti. La pratica è all'esame del Card. Tettamanzi. Il Cardinale, al momento, ha tergiversato e non ha preso una decisione spinto da timore - dando il nulla osta - di suscitare reazioni politiche soprattutto nella sinistra.
* Suo figlio Mario è giornalista e scrittore, direttore de La Stampa di Torino, ha raccontato la storia della sua famiglia nel libro Spingendo la notte più in là.
Vedi
La prima vittima del terrorismo di sinistra: storia di Luigi Calabresi
▪ http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=436
▪ 1980 - Maria Bice Valori (Roma, 13 maggio 1927 – Roma, 17 maggio 1980) è stata un'attrice e comica italiana di teatro, cinema e televisione.
Figlia del giornalista Aldo Valori, e sorella dell'urbanista Michele Valori, si diplomò all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma e nella stessa città conseguì successivamente la laurea in Lettere. Fu sposata con l'altrettanto popolare attore Paolo Panelli, con il quale instaurò un lungo e proficuo sodalizio sia artistico che affettivo.
Dall'unione con Panelli nacque una figlia, Alessandra, che negli anni ottanta si cimentò anch'essa in campo artistico - sia pure con minore successo rispetto ai genitori - prima di dedicarsi all'insegnamento ai bambini diversamente abili.
Bice Valori morì nel 1980, stroncata da un male incurabile. Aveva solamente 53 anni, che aveva compiuti 4 giorni prima.
▪ 1987 - Gunnar Myrdal (Gustafs, 6 dicembre 1898 – Danderyd, 17 maggio 1987) è stato un economista e politico svedese, vincitore del Premio Nobel per l'economia nel 1974 insieme a Friedrich von Hayek. Si laureò alla Scuola di Legge dell'Università di Stoccolma nel 1923 e ottenne il dottorato in economia nel 1927. Sposò Alva Reimer (che nel 1984 avrebbe vinto il premio Nobel per la pace) nel 1924 ed ebbe tre figli. Uno di questi, Jan Myrdal è un giornalista, mentre Sissela Bok, altra sua figlia, è una filosofa.
Fu membro socialdemocratico del Parlamento svedese dal 1933, e Ministro del commercio dal 1945 al 1947, nel governo di Tage Erlander.
Il suo studio del 1944 An American Dilemma: The Negro Problem and Modern Democracy, influenzò la Corte Suprema degli Stati Uniti nella sentenza del 1954 sul caso Brown v. Board of Education[2], che dichiarava fuori legge la segregazione razziale nelle scuole pubbliche. Myrdal fu tra i firmatari del documento dell'UNESCO denominato The Race Question.
▪ 1994 - Nicolás Gómez Dávila (Bogotá, 18 maggio 1913 – Bogotá, 17 maggio 1994) è stato uno scrittore e filosofo colombiano.
Scrittore e moralista, Gómez Dávila è uno dei massimi critici della modernità.
La sua opera, costituita per la maggior parte da aforismi, fu riconosciuta a livello internazionale solo pochi anni prima della morte, in seguito alla pubblicazione di alcuni suoi lavori in tedesco.
Nicolás Gómez Dávila nacque nel 1913 in una famiglia dell'élite colombiana e trascorse la giovinezza a Parigi. Ancora fanciullo, una grave polmonite lo costrinse a casa, dove venne educato da insegnanti privati. In questo periodo nacque una grande passione per le lettere classiche.
Negli anni trenta fece ritorno in Colombia e, con l'eccezione di un soggiorno di sei mesi nel 1948 a Parigi in compagnia della moglie, non lasciò più il paese, conducendo in seguito vita privata. Non frequentò mai l'università, ma dedicò la maggior parte del suo tempo allo studio e alla lettura, raccogliendo nella propria biblioteca più di trentamila volumi e chiudendosi in essa fino a notte fonda.
Nel 1954, il fratello curò la pubblicazione della prima opera dal titolo Notas I, una raccolta di note ed aforismi, in cento esemplari destinati alla stretta cerchia di amici e conoscenti.
A questo primo volume non fece mai seguito un secondo.
Venne invece pubblicata, nel 1959 una raccolta di saggi brevi dal titolo Textos I (di cui, nuovamente, non venne mai pubblicato un secondo volume).
Qui Gómez Dávila sviluppò i concetti fondamentali della sua antropologia filosofica e della sua filosofia della storia, attraverso un linguaggio ricercato e ricco di metafore, manifestando, per la prima volta, l'intenzione di creare un "mosaico" reazionario in opposizione all'idea di sistema filosofico, a suo dire, non in grado di rendere conto della realtà.
Nel 1958 gli venne offerto il posto di primo consigliere del presidente colombiano, ma rifiutò l'incarico, così come rinunciò, nel 1974 alla nomina di ambasciatore a Londra.
Pur manifestando il proprio sostegno agli sforzi di Alberto Lleras per abbattere la dittatura di Rojas Pinilla, si tenne sempre lontano dalla politica attiva, coerentemente con le posizioni sostenute nei suoi scritti.
Tra il 1977 e il 1992 vennero pubblicati cinque volumi dal titolo Escolios a un texto implícito (Glosse ad un testo implicito), poderosa raccolta di aforismi o "scolii", che costituisce la sua opera più significativa, ma che l'autore stesso non cercò mai di pubblicizzare attivamente. Solo verso la fine degli anni '80 e particolarmente in seguito alla pubblicazione di una antologia in tedesco di Escolios, le sue idee iniziarono a trovare riscontro in circoli austriaci e tedeschi.
A partire dal 1987 le sue opere cominciarono a essere tradotte in tedesco, mentre la prima traduzione italiana di rilievo è del 2001. Nicolás Gómez Dávila morì a Bogotà nel 1994.
Opera e pensiero
Benché fortemente critico della pratica politica di sinistra così come anche della destra, Gómez Dávila sostiene principii politici che definisce reazionari.
La sua antropologia, che si rifà a uno studio attento dell'opera di Tucidide e Jacob Burckhardt, sottolinea acutamente la realtà e la necessità della struttura gerarchica della società con particolare riferimento allo stato e alla Chiesa e critica enfaticamente il concetto di sovranità del popolo, visto come un'illegittima divinizzazione dell'uomo e un sostanziale rifiuto della superiorità di Dio. In questa prospettiva si situa il giudizio negativo che dà del Concilio Vaticano II, interpretato come un problematico adattamento della Chiesa al mondo moderno, di cui l'abbandono della liturgia tridentina è un chiaro esempio. Con una posizione che lo avvicina in parte a Juan Donoso Cortés, Gómez Dávila fa notare che gli errori filosofico-politici derivano, in ultima analisi, da errori teologici. Le ideologie moderne quali il liberalismo, la democrazia e il socialismo sono i principali soggetti della sua critica corrosiva e sottile. Il suo è un pensiero aristocratico: egli propugna un sistema in cui gli 'aristoi', cioè i migliori per capacità ed attività, guidino la società. Un sistema non di sangue ma di merito perché, specifica Gómez Dávila, chiunque può essere "aristocratico" purché abbia una vita intellettuale. Un sistema inoltre che non è contro il popolo ma è sensibile verso di esso.
I suoi aforismi raffinati toccano una grande varietà di temi filosofici e teologici ma anche questioni di letteratura, arte ed estetica, filosofia della storia e storiografia e costituiscono un metodo letterario che dà grande attenzione allo stile e al tono. Creando la maschera letteraria del «reazionario», Gómez Dávila intende posizionarsi al di là delle posizioni politiche tradizionali della destra e della sinistra e, sulla base di un tradizionalismo cattolico influenzato dalla probità intellettuale di Nietzsche, vede il proprio lavoro come sostenitore della "verità che non morirà mai".
Traduzioni italiane
▪ Nicolás Gómez Dávila, Il vero reazionario, «Cristianità», XXVII, No. 287-288, marzo-aprile 1999, pp. 18-20.
▪ Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, traduzione di Lucio Sessa, epilogo di Franco Volpi, Milano: Adelphi, 2001. Selezione da Escolios a un texto implícito del 1977.
▪ Nicolás Gómez Dávila, Tra poche parole, traduzione di Lucio Sessa, a cura di Franco Volpi, Milano: Adelphi, 2007. Sempre selezione da Escolios a un texto implícito del 1977.
Nicolás Gómez Dávila, Pensieri antimoderni, a cura di Anna K. Valerio, Padova-Salerno: Edizioni di Ar, 2008. Selezione dai Escolios a un texto implícito 2005.
* 2002 - Vito Elio Petrucci (Genova, 27 aprile 1923 – Genova, 17 maggio 2002) è stato un poeta, giornalista e commediografo italiano.
Ha scritto diverse pubblicazioni sul dialetto e la cultura genovese, di cui era un appassionato sostenitore e divulgatore. Era membro dell'Association Internationale pour l'Utilisation des Langues Régionales di Liegi e della Académie des Langues Dialectales del Principato di Monaco.
Tra le sue pubblicazioni, 12 raccolte di poesie dialettali, 21 libri su cultura e tradizioni genovesi, diverse commedie in genovese e scritti in collaborazione con altri autori. Le sue opere sono presenti in antologie di poesia dialettale quali ad esempio Le parole di legno e Le parole perdute. Tra le sue raccolte ricordiamo Bansighæ da l'æxia (1970), Un vento döçe (1972), O quadrifeuggio (1980), Ciù in là de parolle (1990).
▪ 2003 - Luigi Pintor (Roma, 18 settembre 1925 – Roma, 17 maggio 2003) è stato un giornalista, scrittore e politico italiano.