9 Luglio - GEORGES BATAILLE, il vero Nietzsche non ha nulla a che fare con fascismo e nazismo.

Contribuì con la sua lettura di Nietzsche a toglierlo definitivamente dalla posizione di filosofo del nazismo e dell'antisemitismo, proponendone una visione complessiva incentrata sia sulla volontà di potenza che sull'eterno ritorno.

Ecco una sintesi del suo pensiero a cura di Alessandro Chalambalakis, Bataille interprete di Nietzsche: la questione politica

La prima fondamentale operazione interpretativa che Georges Bataille (Billom, 10 settembre 1897 – Parigi, 9 luglio 1962) compie consiste nell’evidenziazione delle differenze tra la filosofia di Nietzsche e l’ideologia fascista.
Siamo negli anni ’30 e questa esigenza, avvertita da Bataille, si configura, alla luce degli eventi caratterizzanti quegli anni, come un’urgenza storico-politica. Jean-Michel Rey in proposito afferma:
«I tre momenti essenziali in cui Bataille si confronta in modo assolutamente esplicito con il pensiero di Nietzsche, sono in effetti momenti storici particolarmente decisivi, momenti in cui è in gioco la sorte del mondo, epoche in cui la “politica” occupa violentemente il proscenio: l’emergenza del fascismo in Germania, la guerra, il comunismo»

L’interpretazione di Nietzsche è intessuta profondamente in questi eventi storici ed è al contempo guidata da una esigenza interiore che mai prescinde dalla storia ma che anzi in essa, attraverso il pensiero nietzscheano, si mette in gioco:
«La ri-lettura di Nietzsche – la sua ri-scoperta in questo momento particolarissimo della storia – diviene l’inizio di una interrogazione che ha luogo progressivamente, vale a dire di un lavoro che è come all’incrocio di preoccupazioni interiori di Bataille e di esigenze del momento chiaramente provenienti dalla più immediata attualità».

Questa prima fondamentale operazione ermeneutica, compiuta all’interno della rivista Acéphale, fondata nel 1936 dallo stesso Bataille e da Pierre Klossowski, prende avvio dalla messa in luce del tradimento falsificante, di segno antisemita, del pensiero nietzscheano, compiuto dalla sorella di Nietzsche, «Elisabeth Giuda-Foerster», dal marito di costei, Bernard Foerster e dal «secondo Giuda del Nietzsche-Archiv», ovvero il signor Richard Oehler, cugino del filosofo. Riferendosi ad Elisabeth Foerster, Bataille scrive:
«Il 2 Novembre 1933, davanti ad Adolf Hitler da lei ricevuto a Weimar presso il Nietzsche-Archiv, Elisabeth Foerster testimoniava dell’antisemitismo di Nietzsche, dando lettura di un testo di Bernard Foerster».

Bataille prosegue scrivendo in merito alla famigerata fotografia che ritrae Adolf Hitler accanto al busto del filosofo e che il cugino di Nietzsche, Richard Oehler, ha fatto riprodurre sul frontespizio del suo libro Nietzsche und die deutsche Zukunft in cui Oehler ha tentato di mostrare l’accordo tra la filosofia di Nietzsche e il Mein Kampf.
Ma tale tentativo è smantellato facilmente dall’intellettuale francese in quanto: «Qui non si tratta solamente di una «sfrontata fumisteria», ma di un falso fabbricato grossolanamente e consapevolmente» dell’aforisma 251 di Al di là del bene e del male in cui non è l’opinione del filosofo, quella citata da Oehler nel testo in questione, ma quella degli antisemiti, in quel passo attaccati da Nietzsche.

I parenti di Nietzsche, quindi, si sono abbassati, secondo Bataille, ad asservire colui che voleva distruggere ogni asservimento morale.
La filosofia di Nietzsche, continua Bataille, è rivolta a spiriti liberi, volenterosi di non essere né asserviti né utilizzabili.
«Che sia l’antisemitismo, il fascismo, che sia il socialismo, non vi è che utilizzazione». Ovvero, ciò a cui la filosofia di Nietzsche è irriducibile. La strada che imbocca Bataille nella sua interpretazione del pensiero nietzscheano sembra immediatamente quella dell’impolitico:
«Il movimento stesso del pensiero di Nietzsche implica una disfatta dei diversi fondamenti possibili della politica attuale. Le destre fondano la loro azione sull’attaccamento affettivo al passato. Le sinistre su principi razionali. Ora, attaccamento al passato e principi razionali (giustizia, eguaglianza sociale) sono egualmente respinti da Nietzsche. Dovrebbe dunque essere impossibile utilizzare il suo insegnamento in un senso qualsiasi»

Ponendo la lettura politica di Nietzsche in analogia con quella che venne compiuta di Hegel, Bataille afferma che così come si formarono una destra e una sinistra hegeliane, in un certo senso, si sono formate una destra e una sinistra nietzscheane, con la fondamentale differenza consistente nel fatto che Hegel si pose esplicitamente sul piano politico, mentre la prospettiva filosofica di Nietzsche è rivolta altrove. Questo altrove non è stato, secondo Bataille, compreso ma tradito, cioè trattato secondo valori di utilità che lo scrittore francese giudica servili. Valori d’utilità che si contrappongono esplicitamente, secondo la lettura batailleana, al capovolgimento trasgressivo dei valori operato da Nietzsche e che risulta pressoché inosservato in quanto rimasto generalmente frainteso.