9 aprile - DIETRICH BONHOEFFER (1906 – 1945). Della stupidità.
Oggi 9 aprile ricordiamo un grande testimone e martire cristiano della lotta al nazismo, DIETRICH BONHOEFFER (1906 – 1945), pastore e teologo evangelico tedesco.La sua profonda osservazione SULLA STUPIDITÀ che si diffonde sotto regimi totalitari per una ferrea legge socio-psicologica si applica in modo impressionante alla situazione di nuovo totalitarismo che stiamo vivendo.
"Per il bene la stupidità è un nemico più pericoloso della malvagità. Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell'autodissoluzione, perché dietro di sé nell'uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese.
[...] osservando meglio, si nota che QUALSIASI OSTENTAZIONE ESTERIORE DI POTENZA, POLITICA O RELIGIOSA CHE SIA, PROVOCA L'ISTUPIDIMENTO DI UNA GRAN PARTE DEGLI UOMINI. Sembra anzi che si tratti di una LEGGE SOCIO-PSICOLOGICA.
La potenza dell'uno richiede la stupidità degli altri. Il processo secondo cui ciò avviene, non è tanto quello dell'atrofia o della perdita improvvisa di determinate facoltà umane – ad esempio quelle intellettuali – ma piuttosto quello per cui, sotto la schiacciante impressione prodotta dall'ostentazione di potenza, l'uomo viene derubato della sua indipendenza interiore e rinuncia così, più o meno consapevolmente, ad assumere un atteggiamento personale davanti alle situazioni che gli si presentano.
Il fatto che lo stupido sia spesso testardo non deve ingannare sulla sua mancanza di indipendenza. Parlandogli CI SI ACCORGE ADDIRITTURA CHE NON SI HA A CHE FARE DIRETTAMENTE CON LUI, CON LUI PERSONALMENTE, MA CON SLOGAN, MOTTI ECC. DA CUI EGLI È DOMINATO. È ammaliato, accecato, vittima di un abuso e di un trattamento pervertito che coinvolge la sua stessa persona. Trasformatosi in uno strumento senza volontà, lo stupido sarà capace di qualsiasi malvagità, essendo contemporaneamente incapace di riconoscerla come tale. Questo è il pericolo che una profanazione diabolica porta con sé. Ci sono uomini che potranno essere rovinati per sempre." (Della stupidità)
"LA CHIESA DEVE USCIRE DALLA SUA STAGNAZIONE. DOBBIAMO TORNARE ALL'ARIA APERTA DEL CONFRONTO SPIRITUALE CON IL MONDO. Dobbiamo rischiare di dire anche delle cose contestabili, se ciò permette di sollevare questioni di importanza vitale.
Come teologo "moderno", che tuttavia porta ancora in sé l'eredità liberale, io sono tenuto a mettere sul tappeto tali questioni. Tra i giovani ce ne saranno molti che connettono in sé le due cose."(Da una delle ultime lettere dal carcere, 3 agosto 1944; citato in Rosino Gibellini, La teologia del XX secolo, Queriniana, Brescia, 1999, p.126).