8 Maggio - OSWALD SPENGLER: il tramonto dell'Occidente, una profezia che si sta avverando.

Oggi 8 Maggio ricordiamo OSWALD SPENGLER, (Blankenburg am Harz, 29 maggio 1880 – Monaco di Baviera, 8 maggio 1936) filosofo, storico e scrittore tedesco, autore de "Il tramonto dell'Occidente" (titolo originale "Der Untergang des Abendlandes", tradotto in italiano da Julius Evola).
Accolto da un enorme successo di pubblico, è un tentativo di elaborare un compendio di una morfologia della storia universale.
In quest'opera Spengler sosteneva che tutte le civiltà attraversano un ciclo naturale di sviluppo, fioritura e decadenza, e che l'Europa, vittima di un angusto materialismo e del caos urbano, si trovava nell'ultimo stadio, l'inverno di un mondo che aveva conosciuto stagioni più fruttuose. L'Europa, a meno di riuscire a purificarsi e ripristinare i suoi valori spirituali e il suo ceppo originario, sarebbe caduta preda di politiche selvagge e di guerre di annientamento...

Fonte:
CulturaCattolica.it
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Spengler intende la storia come un costante processo di decadimento anziché come evoluzione progressiva. In alcuni suoi scritti di carattere politico (Prussianesimo e socialismo, Ricostruzione dello Stato tedesco, ecc.), Spengler si farà fautore di uno Stato fortemente autoritario, in parte vicino a quello preconizzato dai nazisti. Mussolini fu profondamente ispirato da Spengler. Il suo pensiero fu in parte ripreso da Alexandre Deulofeu

Nel suo saggio sostiene la tesi che non esistano culture, filosofie, scienze, morali universali, valide sempre e dovunque, mentre ogni disciplina e ogni aspetto culturale diviene indispensabile all'interno del contesto a cui appartiene. Quello che teme Spengler, oltre alla crisi della spiritualità e della religiosità, sono le nuove forme politiche nascenti, come la democrazia e il socialismo che alterano i rapporti "naturali", o piuttosto quelli tradizionali, di potere.

SULL'INELUTTABILE TRAMONTO DELLA CULTURA OCCIDENTALE Spengler afferma:
«NOI NON ABBIAMO LA POSSIBILITÀ DI REALIZZARE QUESTO O QUELLO MA LA LIBERTÀ DI FARE CIÒ CHE È NECESSARIO O NULLA; ED UN COMPITO CHE LA NECESSITÀ DELLA STORIA HA POSTO VERRÀ REALIZZATO CON IL SINGOLO O CONTRO DI ESSO. DUCUNT FATA VOLENTEM, NOLENTEM TRAHUNT» (IL TRAMONTO DELL'OCCIDENTE, II, PAG.630)

Con l'opera di Spengler, LO STORICISMO TEDESCO DELL'EPOCA APPRODAVA AL RELATIVISMO: QUESTO ESITO, GIÀ DEL RESTO IMPLICITO IN DILTHEY, SPINGERÀ VERSO TENTATIVI DI RESTAURAZIONE DEI VALORI CHE NE GARANTISCANO LA VALIDITÀ AL DI LÀ DELLE SINGOLE EPOCHE E CULTURE. NON SOLO NON PUÒ ESISTERE UNA FILOSOFIA O UNA MORALE DI TIPO UNIVERSALE-ASSOLUTO, MA NESSUN PRINCIPIO TEORICO O PRATICO PUÒ PRETENDERE DI AVERE UNA VALIDITÀ NON PARTICOLARE E NON CONTINGENTE.
Anche Diego Fusaro, sviluppa qui alcune interessanti osservazioni molto simili.