7 giugno - JULIEN BENDA: il "tradimento dei chierici" è ormai la regola.
Autore: Silvio Restelli. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.Partendo dalla prova esemplarmente positiva data da molti intellettuali francesi in occasione dell’affaire Dreyfus e da quella invece molto deludente data dagli stessi durante la Prima Guerra Mondiale, Julien Benda (Parigi 26 Dicembre 1867- 7 giugno 1956) pubblicò "Il tradimento dei chierici" (1927).
Questo pamphlet, divenuto poi famosissimo, rimane ancor oggi “uno dei testi centrali della discussione sulla posizione degli intellettuali nel nostro secolo”.
Per Benda l’intellettuale deve essere il “custode dei valori”, al servizio degli universali (la ragione, la verità, la giustizia).
I tempi moderni invece ci mostrano gli intellettuali cosí coinvolti nella politica da agire come la milizia spirituale del potere
In questa lettura egli osserva che per i “chierici moderni” è l’utile della causa che deve indicare il vero.
L’utile è poi coincidente con ciò che detta la passione politica o la parte politica di cui l’intellettuale si è messo al servizio. Ma non è questo che la tradizione filosofica ha insegnato.
"Credo che molti di coloro che sto qui accusando di venir meno al loro ministero spirituale, all’attività disinteressata che annunciano quando diventano storici, psicologi, moralisti, mi risponderebbero se simili confessioni non ne rovinassero il credito: “Noi non siamo affatto al servizio del potere spirituale; siamo al servizio del potere temporale, di un partito politico, di una nazione. Solo che invece di servirli con la spada, li serviamo con gli scritti. Siamo la milizia spirituale del potere temporale”. J. Benda, Il tradimento dei chierici, Einaudi, Torino, 1976, pagg. 116-118
A distanza di 97 anni dalla pubblicazione assistiamo ad un fenomeno paradossale. Si è creata una militanza nuova da parte degli intellettuali italiani, europei e mondiali: nella direzione di sostenere che NON ESISTE NÉ LA MILITANZA PARTITICA, in quanto i partiti sono in crisi irreversibile di rappresentanza né “la custodia dei valori, al servizio degli universali (la ragione, la verità, la giustizia)" in quanto questi ultimi sono destituiti di ogni legittimità teoretica.
SI È CREATA CIOÈ UNA VERA E PROPRIA QUASI UNANIMITÀ A FAVORE DEL NICHILISMO.
Per cui quelli (e sono molti) che militano per una parte politica lo fanno ormai senza il supporto di alcuna ideologia in una modalità servile, che definire pragmatica sarebbe nobilitante; quelli che intervengono sugli universali lo fanno tutti in modo convergente per dimostrare che non esistono e che la loro legittimazione teoretica è nulla.