7 agosto - RABINDRANATH TAGORE (Calcutta, 6 maggio 1861 – Santiniketan, 7 agosto 1941): conciliare Oriente e Occidente.

"Io desidero te, soltanto te
Io desidero te, soltanto te
il mio cuore lo ripeta senza fine.
Sono falsi e vuoti i desideri
che continuamente mi distolgono da te.
Come la notte nell'oscurità
cela il desiderio della luce,
così nella profondità
dalla mia inconscienza risuona questo grido:
''io desidero te, soltanto te''.
Come la tempesta cerca fine
nella pace, anche se lotta
contro la pace con tutta la sua furia,
così la mia ribellione
lotta contro il tuo amore eppure grida:''io desidero te, soltanto te''.


Mentre Gandhi, con la disobbedienza civile, organizzò il nazionalismo indiano sino a ricacciare in mare gli inglesi, Rabindranath Tagore si propose di conciliare e integrare Oriente ed Occidente.

Opera difficile, cui egli era preparato dall'esempio di suo nonno che nel 1928, fondando il Sodalizio dei credenti in Dio, integrò il monoteismo cristiano ed il politeismo induista.
Figlio di un santo e ricco bramino, studiò nel Regno Unito ove anglicizzò il proprio cognome (Thakhur).
Tornato con la convinzione che gli inglesi sanno ben proteggere un'India bisognosa di protezione, egli si dedicò all'amministrazione delle sue terre e ad ogni forma d'arte.
In liriche destinate al canto, che egli stesso musicò e tradusse in inglese (Offerta di canto, 1913), in lavori teatrali ricchi d'intermezzi lirici (La vendetta della natura, 1884), in romanzi (Il naufragio, 1906), in novelle, memorie, saggi e conferenze Tagore affermò il proprio amore per la natura e per Dio, le proprie aspirazioni di fratellanza umana, la propria passione (anche erotica), l'attrattiva della fanciullezza.

Esercitò un enorme fascino anche sul mondo occidentale, che lo premiò col Premio Nobel per la letteratura nel 1913.
Tagore è stato tradotto praticamente in tutte le lingue europee risultando forse l'autore di origini bengalesi più noto in Occidente. Le sue opere sono state pure, quasi tutte, tradotte in italiano. Inoltre fece costruire strade, ospedali e anche una scuola, la quale è tutt'oggi un'università.