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6 ottobre - GILBERT RYLE e LUCIEN LABERTHONNIÈRE: il pensiero moderno contro Cartesio.

Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.

Oggi 6 ottobre ricordiamo due critici di Cartesio e della sua filosofia che sta alla base del pensiero moderno, Gilbert Ryle (Brighton, 19 agosto 1900 – Whitby, 6 ottobre 1976) e Lucien Laberthonnière (Chazelet, 5 ottobre 1860 – Parigi, 6 ottobre 1932).
Il primo attaccò il dualismo mente/corpo di Cartesio, il secondo il suo agnosticismo. Il materialismo del pensiero diffuso dominante infatti è il risultato della semplificazione del dualismo cartesiano: basta eliminare la mente come entità indipendente e porla come risultato della evoluzione corporea e tutto è fatto.


Gilbert_Ryle è un filosofo britannico.

In "The Concept of Mind" (1949), Ryle sviluppa una critica del dualismo mente-corpo, diffuso nella filosofia occidentale da Cartesio in poi.
L'idea di una mente come entità indipendente, che inabita e controlla il corpo, va rifiutata come un rimasuglio superfluo di un periodo antecedente lo sviluppo della biologia moderna e che non può più essere preso alla lettera.
Parlare di una mente e un corpo come entità separate può avere solo la funzione di descrivere metaforicamente le abilità di organismi complessi, come strategie per la risoluzione di problemi, capacità di astrazione e generalizzazione, di generare ipotesi e metterle alla prova, eccetera, in relazione al loro comportamento.
Attacca l'idea di Cartesio e di buona parte della filosofia moderna della natura come una macchina complessa, e dell'uomo parimenti come una macchina con un inesplicabile "fantasma" al suo interno, per riuscire a spiegare intelligenza, spontaneità eccetera. L'idea di un fantasma nella macchina porta - secondo il N. - a problemi insuperabili e contraddizioni interne: come si potrebbe mai capire se all'interno di altri corpi ci siano "fantasmi" come il nostro? Che senso ha postulare un "fantasma" immateriale e senza proprietà causali o spaziali "in" un corpo esteso come suo principio motore?

Lucien Laberthonnière è stato un sacerdote, filosofo e teologo francese, amico di Blondel:

Denunciò con vigore l'influsso nocivo del pensiero greco sul pensiero cristiano, attaccando il tomismo, accusato di aristotelismo, sottolineando l'abisso che separa il dio di Aristotele, logico, egoista e impersonale, dal dio cristiano, amorevole, sapiente, creatore e caritatevole. Il dio di Tommaso d'Aquino è, secondo Laberthonnière, una mescolanza improponibile, illogica e contraddittoria, persino «mostruosa», giungendo a parlare di un «anticristianesimo del tomismo». Una tale critica radicale non poteva che provocare i fulmini del Vaticano, allora in piena restaurazione neotomista.

Laberthonnière non esitò nemmeno ad attaccare il "razionalismo" di Cartesio, che vorrebbe evitare Dio ma, non potendolo completamente, «non ha potuto impedirsi di attribuirgli il gesto di mettere in moto il mondo, dopo di che non ha saputo più che farsene di Dio».