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6 novembre - NERI POZZA: un'editore militante contro il fascismo.

Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.

Neri Pozza (Vicenza, 5 agosto 1912 – Vicenza, 6 novembre 1988), partigiano, scrittore ed editore italiano, fu inoltre artista, incisore e collezionista d'arte contemporanea. Nacque e visse a Vicenza, città a cui dedicò tutta la sua attività.
Frequentò il Liceo Classico Pigafetta di Vicenza, ma non completò gli studi; il padre era uno scultore e Neri si avvicinò alla scultura che però lasciò presto per la poesia.


Nel 1938, NERI POZZA e i suoi amici, una piccola brigata di «teste calde» tenuta d’occhio dalla polizia fascista, creano a Vicenza le Edizioni dell’Asino Volante. Le edizioni sorgono per uno scopo preciso: pubblicare il primo libro di poesie di Antonio Barolini, che l’avvocato Ermes Jacchia, un eccentrico editore ebreo costretto alla fuga dalle leggi razziali, non può più dare alle stampe. In questo modo, ereditando, cioè, il compito di un editore ebreo vittima della stupidità e della crudeltà dell’epoca, Neri Pozza scopre la sua vocazione d’editore. Una vocazione che, al di là dei due brevi periodi di prigionia nelle carceri vicentine di San Biagio e San Michele per «sospetta attività antifascista», si esprimerà ininterrottamente, dapprima con le edizioni del Pellicano e infine con la fondazione, nel 1946 a Venezia, della Neri Pozza Editore.

Attivo nella Resistenza vicentina, da questa esperienza trasse il libro "La prigione", negli anni sessanta.
Nel 1946 uscirono i titoli, “Paludi” di André Gide e William Austin. Negli anni immediatamente successivi, Pozza si impose nel mercato come uno degli editori italiani più intraprendenti e originali con un catalogo in cui figuravano nomi quali quelli di Vincenzo Cardarelli con “Le poesie nuove” , Eugenio Montale con “La bufera e altro”, di Dino Buzzati, di Carlo Emilio Gadda, di Mario Luzi.

Fiutò per primo le potenzialità di uno scrittore come Goffredo Parise di cui stampò le prima due opere “Il ragazzo morto e le comete” (1951) e “La grande vacanza” (1953).

Negli anni Sessanta diede vita ad una straordinaria collana di letteratura americana: "Tradizione americana", diretta da Agostino Lombardo, in cui apparvero tradotti autori come Whitman, James, Melville, Thoreau, Emerson, Hawthorne.
Tra i saggisti Pozza riuscì ad assicurarsi la collaborazione di Carlo Ludovico Ragghianti, di Giorgio Pasquali, di Concetto Marchesi, Emilio Cecchi e Carlo Diano, figure fondamentali della cultura italiana del tempo.

Sul finire degli anni Sessanta Neri Pozza tornò alla scrittura, dapprima con “La prigione e altri versi”, raccolta connotata da sensibile impegno civile in cui raccontò la propria esperienza di Resistente e poco dopo anche alla narrativa.
Nel 1970, infatti, con il suo “Processo per eresia” riuscì a far confluire nella sintesi del romanzo le sue poliedriche attitudini di artista e di letterato.
Il volume riuscì come un affresco verosimile della vita veneziana del XVI secolo.

Dopo le vivaci storie venete che compongono il suo secondo volume, “La putina greca” e il romanzo-cronaca “Comoedia familiare” (1975), Pozza si impegnò nella biografia di Tiziano (1976) in cui l'arte assume dimensione di testimonianza di una epoca ma anche di filtro per comprendere il presente.

Sempre connotate dalla passione per l'invenzione e della plausibile ricostruzione, Pozza scrisse altri volumi quali “Una città per la vita” (1979), “Le luci della peste” (1982), “L'ultimo della classe” (1986) e “Il pidocchio di ferro” (1988). “Coscienza viva della Città”, polemista fine e di grande temperamento, Pozza esercitò anche la carica di consigliere comunale per il Partito Repubblicano. Morì il 6 novembre 1988.