6 aprile - GUERRE INDIANE (1832): il modello di integrazione nord-americano (all'origine del razzismo)..

Oggi il 6 aprile nel 1832, nell'ambito delle Guerre indiane, Black Hawk, capo guerriero della Nazione Sauk entra in guerra con gli Stati Uniti.
Guerre indiane è il nome usato dagli storici statunitensi per descrivere una serie di conflitti tra gli Stati Uniti e i popoli nativi ("Indiani") del Nordamerica, nonché per una serie di paralleli atti legislativi ad essi correlati (Atto di rimozione degli indiani). In questi termini si dovrebbero considerare alla stregua di guerra civile.

Le guerre, che spaziarono dalla colonizzazione europea dell'America del XVIII secolo fino al Massacro di Wounded Knee e alla chiusura delle frontiere USA nel 1890, si risolsero complessivamente nella CONQUISTA, nella DECIMAZIONE, nell'ASSIMILAZIONE delle NAZIONI INDIANE, e nella DEPORTAZIONE di svariate migliaia di persone nelle RISERVE INDIANE.

Gli eventi trattati costituiscono una delle basi della discriminazione razziale su base etnica, e del problema del razzismo che affliggerà gli USA fino ad oggi.
Basandosi sulle stime di un censimento del 1894, lo studioso Russel Thornton ha estrapolato alcuni dati essenziali: in particolare, dal 1775 al 1890 almeno 45.000 indiani e 19.000 bianchi avrebbero perso la vita.
La stima include anche donne, vecchi e bambini, poiché i non-combattenti spesso perivano durante gli scontri di frontiera, e la violenza dei combattimenti non permetteva di risparmiare, né da una parte né dall'altra, le vite dei civili. Le analisi contemporanee in ogni caso hanno appurato numeri di tre ordini di grandezza superiori. (Thornton, American Indian Holocaust, 48–49)

L'Atto di rimozione
Uno dei risvolti delle precedenti guerre fu l'approvazione del cosiddetto Atto di rimozione degli indiani nel 1830, firmato dal presidente Andrew Jackson.
Questo atto non previde una reale "rimozione" di alcun nativo ma autorizzò la negoziazione di trattati aventi come obiettivo lo scambio delle terre indiane orientali con quelle statunitense occidentali, recentemente acquisite con l'accordo sulla Louisiana. Ciò che spinse primariamente verso una politica di questo tipo fu il fatto che sia i britannici che gli spagnoli stavano reclutando ed armando degli indiani all'interno dei confini statunitensi.

Altri atti similari vennero in seguito firmati e la maggior parte dei nativi, seppur pacifici e riluttanti, dovettero accettare con amara rassegnazione i relativi trattati.
Ovviamente altri gruppi preferirono una reazione ed entrarono in guerra proprio per fermare l'incremento di questi trattati territoriali, generando così due guerre di breve durata (quella Black Hawk del 1832 e quella Creek del 1836) ed una invece più lunga e dispendiosa quale fu la seconda guerra Seminole (1835-1842).

Bibliografia
* David E. Stannard, Olocausto americano. La conquista del Nuovo Mondo, ed. orig. 1993, trad. dall’inglese di Carla Malerba, pp. 455 Bollati Boringhieri, Torino
* Mauro Pasquinelli, Il libro nero degli Stati Uniti d'America pagine 303 ed Il Nuovo Mondo edizioni
* R. Romano (a c. di), America indiana, Einaudi, Torino 1976
* Vine Deloria Jr., Custer è morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1977
* W.E. Wilcomb, Gli indiani d'America, Editori Riuniti, Roma 1981
* H.F. Thompson, A.R. Huseboe, S. Looney, A Common Land, a Diverse People, Nordland Heritage Foundation, South Dakota 1986
* Walter Pedrotti, Le guerre indiane. Little Big Horn, Rosebud, Wounded Knee, Washita, Sand Creek e..., Demetra, Colognola ai Colli (VR) 1998.