31 ottobre - LUTERO affigge nel 1517 le sue 95 TESI alla cattedrale di WITTEMBERG e nel 1999 cattolici e protestanti sottoscrivono la DICHIARAZIONE CONGIUNTA SULLA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE.

A distanza di 482 anni può essere composta una delle più drammatiche esperienze della storia europea; dopo conflitti e guerre varie il 31 ottobre del 1999 ad AUGUSTA viene sottoscritto da teologi cattolici e luterani un documento sulla dottrina della giustificazione, inaugurando una nuova fase nei rapporti tra due delle principali confessioni cristiane.

La Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione è un documento redatto congiuntamente da teologi cattolici e luterani e pubblicato ad Augusta (Germania) il 31 ottobre 1999.

Sia il luogo sia la data della pubblicazione sono significativi: il 31 ottobre 1517 vennero affisse a Wittenberg da Lutero le 95 tesi; ad Augusta, durante la Dieta del 25 giugno 1530, venne promulgata la Confessione Augustana, che stabiliva i principi dottrinali del Luteranesimo.
Firmatari della dichiarazione sono il cardinale Walter Kasper, all'epoca capo del dicastero vaticano per l’Unità dei cristiani, e il pastore Ishmael Noko, segretario generale della Federazione luterana mondiale.

Il documento rappresenta una tappa fondamentale nel dialogo ecumenico. Il pensiero di Lutero e dei successivi protestanti è dominato dal principio del "sola fide", mentre la Chiesa cattolica di allora dava principalmente risalto alle opere di carità e alla collaborazione del credente alla iniziativa divina. IL TESTO NON FA ALTRO CHE AFFERMARE LA COMPLEMENTARIETÀ DELLA FEDE E DELLE OPERE NEL PROCESSO DI GIUSTIFICAZIONE, IN VISTA DEL CONSEGUIMENTO DELLA SALVEZZA.

In particolare: "Insieme confessiamo che le buone opere — una vita cristiana nella fede nella speranza e nell’amore — sono la conseguenza della giustificazione e ne rappresentano i frutti. Quando il giustificato vive in Cristo e agisce nella grazia che ha ricevuto, egli dà, secondo un modo di esprimersi biblico, dei buoni frutti" (n. 37).

"La comprensione della dottrina della giustificazione esposta in questa Dichiarazione mostra l’esistenza di un consenso tra luterani e cattolici su verità fondamentali di tale dottrina. Alla luce di detto consenso sono accettabili le differenze che sussistono per quanto riguarda il linguaggio, gli sviluppi teologici e le accentuazioni particolari che ha assunto la comprensione della giustificazione" (n. 40).

Nonostante il documento risolva formalmente la divisione cattolici-protestanti su un importante aspetto della teologia cristiana, le due confessioni religiose sono attualmente ancora divise su molti punti della teologia e soprattutto dell'ecclesiologia.

Ecco una definizione di Fede data dalla Enciclopedia cattolica riferendosi ai testi ufficiali della Chiesa Cattolica.

La fede non è un atto umano spontaneo, ma è basata sulla rivelazione, la quale peraltro giunge al suo scopo solo se suscita la fede. La sua sostanza può quindi essere espressa con l'espressione: "Credo nella rivelazione di Dio in Gesù Cristo".

Nel suo aspetto di fides qua, cioè riguardo all'atteggiamento interiore di colui che crede, le fede è:

• un atto reso possibile dalla grazia di Dio, in quanto nella fede Dio dona all'uomo la salvezza;
• un atto con una struttura trinitaria: il Padre è iniziatore e autore della fede, il Figlio è il vertice della rivelazione e quindi il motivo principale della fede, lo Spirito Santo in quanto Paraclito è operatore della fede cristiana;
• un atto personale e complessivo, che porta l'uomo a conoscere in maniera nuova e con amore Dio stesso, il prossimo, la storia e l'universo, e gli fa così sperimentare un senso liberatore, al di là di ogni conoscenza nata dall'esperienza;
• un atto unitario, perché in tutte le sue forme e articolazioni esso è sempre riferito a Dio;
• un atto che integra il sapere, in quanto conduce il sapere, al di là delle leggi impostegli, a incontrare il fondamento trascendentale del mondo; in tal senso la fede è un'offerta di senso alla ragione esistenziale e porta il sapere a completezza;
• un atto orientato all'escatologia, perché tende all'adempimento di tutte le promesse nella comunione eterna con Dio;
• un atto libero: la fede è una risposta genuinamente umana all'offerta di dialogo fatta da Dio nella rivelazione;
• un atto razionale, in quanto esso è una decisione fondamentale dell'uomo, che è essenzialmente dotato di ragione; la certezza gli deriva dalla verifica delle affermazioni della fede nella vita pratica (analysis fidei): la fede è perciò sia una decisione, sia un progetto che investe, abbraccia e interpreta tutta la persona e tutta la sua realtà.

Nel suo aspetto di fides quae, cioè in relazione ai contenuti che vengono creduti, la fede diventa oggettiva nelle proposizioni e nelle formule di fede. Sotto questo aspetto la fede comprende i seguenti aspetti:

• è la professione delle affermazioni materiali della rivelazione;
• ha una valenza ecclesiale, in quanto la rivelazione è sempre in rapporto con la comunità, e avviene perciò nella comunità concreta della Chiesa, che è la comunità di tutti coloro che vivono la fede;
• è soggetta alla regolamentazione del linguaggio, perché l'unità della comunità può essere articolata solo con un linguaggio comune;
• è oggetto di studio della teologia; la teologia occupa una posizione mediana tra rivelazione e fede, analizzando motivi, interessi, condizioni storiche e strutture di pensiero delle enunciazioni di fede, e cercando allo stesso tempo di tradurle, se necessario, in nuovi modelli, al fine di una maggiore comprensibilità.