31 maggio - JACQUES LUCIEN MONOD, un premio Nobel per la medicina: il caso contro la necessità.
Autore: Silvio Restelli. Curatore: don Gabriele Mangiarotti.Biologo e filosofo francese Premio Nobel per la medicina nel 1965 e autore del libro famoso "Il caso e la necessità", Jacques Monod (Parigi, 9 febbraio 1910 – Cannes, 31 maggio 1976), uomo di profonda cultura umanistica (era anche musicista e direttore di gruppi corali), è indotto a riflessioni filosofiche sulla realtà della vita che lo porteranno a sostenere la tesi che le sue scoperte biologiche ATTESTANO L'ASSOLUTA CASUALITÀ DELL'EVOLUZIONE NATURALE E PERCIÒ LA SOLITUDINE DELL'UOMO E L'INSOSTENIBILITÀ DELLA METAFISICA (SIC!).
Un esempio di scuola del dibattito che ne seguì lo si può recuperare alle pagine 224-239 del testo "Appunti di filosofia" (Vita e Pensiero) di Gustavo Bontadini con un doppio intervento di N. Abbagnano e G. Bontadini comparsi sul quotidiano "La Stampa" (29 novembre del 70 e 11 aprile del 1971) e sulla rivista "L'Educatore italiano" (15 marzo 1971 e 1 novembre 1971).
Il Bontadini ebbe modo di argomentare con logica stringente che la filosofia che porta l'uomo ad identificare un Essere creatore (e una Provvidenza) non ha nulla a che fare con il determinismo o l'indeterminismo della realtà naturale ma solo con la contradditorietà del divenire se affermato come realtà totale.
E contro Abbagnano fa notare che la critica contemporanea ha fatto giustizia di tale pretesa (esito immanentistico del pensiero moderno ndr), e ciò ci ha aperto il campo delle scelte e delle opzioni (come già abbiamo più volte richiamato in questi «appunti»); tra le quali tiene il suo posto la fede religiosa in senso tradizionale.
Contro tale esito Abbagnano non si sente d'andare: ma così egli viene da sé stesso a cassare tutto l'assunto che ha ripreso da Monod: l'assunto, cioè, che la scienza, con la scoperta del caso, ha dimostrato la solitudine dell'uomo, cioè la non esistenza di Dio.
Se questo assunto stesse in piedi, per la fede in Dio non ci sarebbe più spazio: credere in Dio vorrebbe dire mettersi contro la scienza. Si può ancora credere significa che l'implicazione tra l’esistenza del caso e l'inesistenza di Dio non sussiste razionalmente.
Questa insussistenza l'abbiamo ben riscontrata, ed è l'insussistenza della tesi stessa per cui Monod ha scritto il suo libro: ma ciò che ora vogliamo sottolineare è che lo stesso Abbagnano, col riconoscimento della possibilità della fede, se l’è rimangiata da solo, la tesi.
Un ottimo approfondimento sulla dimensione filosofica dell'affermazione di leggi naturali lo si può trovare qui
pagina a cura del DISF (documentazione interdisciplinare scienza e fede)