30 maggio - VOLTAIRE, (pseudonimo di FRANÇOIS-MARIE AROUET), padre del laicismo anticlericale.
Autore: Silvio Restelli. Curatore: don Gabriele Mangiarotti.Voltaire (Parigi, 21 novembre 1694 – Parigi, 30 maggio 1778) fu filosofo francese, padre del laicismo.
La sua fede nei principi della morale naturale mira ad unire spiritualmente gli uomini al di là delle differenze di costumi e di usanze. PROCLAMA QUINDI LA TOLLERANZA in polemica con ogni religione rivelata (che definisce come FANATISMO E SUPERSTIZIONE nel suo "Trattato sulla tolleranza" (1763), nonché la LAICITÀ tramite molti suoi scritti anticlericali.
Per liberare le religioni positive da queste piaghe è necessario trasformare tali culti, compreso il cristianesimo, nella religione naturale, lasciando cadere il loro patrimonio dogmatico e facendo ricorso all'azione illuminatrice della ragione.
Del Cristianesimo Voltaire accetta l'insegnamento morale, ovvero la semplicità, l'umanità, la carità, ma ritiene che voler ridurre questa dottrina alla metafisica significa farne una fonte di errori. Più volte infatti il parigino, elogiando la dottrina cristiana predicata da Cristo e dai suoi discepoli, addebiterà la sua degenerazione in fanatismo, alla struttura che gli uomini, e non il redentore, hanno dato alla Chiesa. Il cristianesimo vissuto in maniera razionale, infatti, coincide con la legge di natura.
Spesso gli è attribuita, con varianti, la frase "non sono d'accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo". tale citazione trova in realtà riscontro soltanto in un testo della scrittrice statunitense Evelyn Beatrice Hall. La citazione non si trova altresì in qualsivoglia opera di Voltaire e comunque per il N. non si potrebbe applicare ai cattolici e agli altri uomini delle religioni rivelate (ebrei e islamici soprattutto).
Di Maometto disse: «Di tutti i legislatori che hanno fondato una religione, è l'unico che abbia diffuso la sua con delle conquiste. Altri popoli hanno imposto ad altre nazioni i loro culti con il ferro e con il fuoco; ma nessun fondatore di una setta è mai stato un conquistatore (...) Un mercante di cammelli provoca un'insurrezione nel suo villaggio. Alcuni miserabili seguaci si uniscono a lui; li convince che egli parla con l’arcangelo Gabriele; si vanta di essere stato portato in paradiso, dove ha ricevuto in parte questo libro incomprensibile, ognuna delle cui pagine fa tremare il buon senso; per seguire questo libro, egli mette a ferro e fuoco la sua terra; taglia la gola dei padri e rapisce le figlie; concede agli sconfitti di scegliere fra la morte e l’Islam. Nessun uomo può scusare cose del genere, a meno che non sia nato turco o la superstizione non abbia estinto il suo lume.»
Al contrario di ciò che si crede in modo diffuso non fu affatto ateo, ma sostenne una religione naturale che riconosce un dio creatore e architetto e che non può assolutamente rivelarsi all'uomo se non nella natura.
Egli infatti vede la prova dell'esistenza di Dio nell'ordine superiore dell'universo, infatti così come ogni opera dimostra un artefice, Dio esiste come autore del mondo e, se si vuole dare una causa all'esistenza degli esseri, si deve ammettere che sussiste un essere creatore.
La sua posizione allora fu deista. dunque Dio esiste e, sebbene abbracciando questa tesi si trovino molte difficoltà, le difficoltà che si pongono abbracciando l'opinione contraria sarebbero ancora maggiori.
IL DIO DI VOLTAIRE NON È IL DIO RIVELATO, MA NON È NEANCHE UN DIO DI UNA POSIZIONE PANTEISTA, COME QUELLA DI SPINOZA. È UNA SORTA DI GRANDE ARCHITETTO DELL'UNIVERSO, UN OROLOGIAIO AUTORE DI UNA MACCHINA PERFETTA.
Voltaire non nega una Provvidenza, ma non accetta quella di tipo cristiano; secondo le sue convinzioni (come quelle di molti del suo tempo), l'uomo nello stato di natura era felice, avendo istinto e ragione, ma la civiltà ha contribuito all'infelicità: occorre quindi accettare il mondo cosi com'è, e migliorarlo per quanto è possibile. Voltaire crede in un Dio che unifica, Dio di tutti gli uomini: universale come la ragione, Dio è di tutti.
Uno dei suoi maggior nemici fu la Chiesa Cattolica (che lui chiama l'infame, termine riferibile ad ogni fanatismo religioso), egli infatti tenta di demolire il cattolicesimo per proclamare la validità della religione naturale.
Voltaire porta avanti una doppia polemica, contro l'intolleranza e la schematicità del cattolicesimo, e contro l'ateismo e il materialismo. Egli dirà che "l'ateismo non si oppone ai delitti ma il fanatismo spinge a commetterli", anche se concluderà poi che essendo l'ateismo quasi sempre fatale alle virtù, in una società è più utile avere una religione, anche se fallace, che non averne nessuna. Non solo il cristianesimo, ma ogni religione rivelata (e non), è una superstizione inventata dall'uomo.
Voltaire comunque si rifiuta di ammettere qualsiasi intervento di Dio nel mondo umano.
Il Supremo ha solo avviato la macchina dell'universo, senza intervenire ulteriormente, dunque l'uomo è libero, ovvero ha il potere di agire, anche se la sua libertà è limitata. Del resto "sarebbe strano che tutta la natura, tutti gli astri obbedissero a delle leggi eterne, e che vi fosse un piccolo animale alto cinque piedi che, a dispetto di queste leggi, potesse agire sempre come gli piace solo secondo il suo capriccio".
Voltaire, come espresse numerose opinioni anticattoliche, oltre al suo noto anticlericalismo, in coerenza con la propria filosofia razionalista criticò anche l'Islam.
Nel "Saggio sui costumi" critica Maometto e gli arabi (pur esprimendo qualche apprezzamento per alcuni aspetti della loro civiltà), già bersaglio, ad esempio nell'omonima opera teatrale "Maometto ossia il fanatismo", nonché ebrei e cristiani.
Nel Dizionario filosofico parla del Corano:
«Questo libro governa dispoticamente tutta l'Africa settentrionale, dai monti dell'Atlante al deserto libico..» (Voltaire, ALCORAN, ou plutôt LE KORAN dal Dizionario filosofico)
Riguardo a Maometto dice:
«Dopo aver ben conosciuto il carattere dei suoi concittadini, la loro ignoranza, la loro creduloneria e la loro predisposizione all'entusiasmo, si rese conto di potersi trasformare in un profeta. Si propone di eliminare il Sabismo, che consiste nel fondere insieme il culto di Dio con quello degli astri; il giudaismo detestato da tutte le nazioni, e che aveva grande presa in Arabia; infine il cristianesimo, che conosceva solo per gli abusi di diverse sette diffuse nei paesi limitrofi al suo.»